
Il Chrysler Building di New York, capolavoro dell’architettura Art Déco e uno degli edifici più amati (e fotografati) al mondo, torna sul mercato in cerca di un nuovo acquirente.
Progettato dall’architetto William Van Alen e completato nel 1930, l’edificio di 77 piani svetta con eleganza nel cielo di Manhattan. Nato come monumento personale dell’industriale Walter P. Chrysler, con i suoi 321 metri di altezza (grazie a una spettacolare guglia di 56 metri), fu per breve tempo l’edificio più alto del mondo, prima di cedere il trono all’Empire State Building. Oggi resta una delle strutture più riconoscibili dello skyline newyorkese, oltre che un simbolo intramontabile della modernità del Novecento.
Ma dietro la sua silhouette scintillante si nasconde una realtà meno brillante. Nel 2008, il governo di Abu Dhabi acquistò il 90% dell’edificio per una cifra monstre: 800 milioni di dollari. Undici anni dopo, nel 2019, la vendita a un prezzo decisamente più modesto – 150 milioni di dollari – fece scalpore. A comprarlo furono Signa, gruppo immobiliare austriaco, e RFR, società di sviluppo con sede a New York. Ma nel 2023, Signa ha dichiarato insolvenza, e un tribunale austriaco ha ordinato la vendita della sua quota.
Ora, la prestigiosa scuola Cooper Union, che possiede il terreno su cui sorge il grattacielo e riceve un affitto milionario dagli inquilini, ha incaricato la società londinese Savills di curare la cessione dell’immobile. E l’asticella è alta: il canone d’affitto passerà dai 32 milioni di dollari del 2019 ai 41 milioni previsti entro il 2028.
Se l’estetica del Chrysler Building è ancora in grado di togliere il fiato, l’interno sembra non reggere il confronto. Secondo alcune testimonianze raccolte dal New York Times, gli inquilini lamentano problemi tutt’altro che secondari: ricezione cellulare scarsa, poca luce naturale, ascensori mal funzionanti, acqua color ruggine dalle fontane e persino infestazioni di parassiti.
“Probabilmente è l’edificio più famoso al mondo” ha dichiarato Ruth Colp-Haber, CEO di Wharton Property Advisors. “Ma le finestre sono minuscole rispetto a quelle dei nuovi grattacieli di Hudson Yards, e mancano i comfort di molti altri immobili di lusso: niente campo da basket, niente piscina, nessuna terrazza panoramica.”
Cosa ne sarà di questo simbolo della New York degli anni ruggenti? Riuscirà a trovare un compratore che voglia investire non solo in un pezzo di storia, ma anche in una sfida immobiliare non da poco?
In un mercato in continua evoluzione, il Chrysler Building resta un gioiello affascinante ma complesso: un gigante elegante, pronto a rinascere—se qualcuno avrà il coraggio (e il capitale) per riportarlo al suo antico splendore.










