
Si conclude la collaborazione artistica fra la stilista romana Maria Grazia Chiuri e la Maison Dior: ripercorriamo le tappe degli ultimi, iconici, anni
Dopo una trionfale sfilata nei giardini della prestigiosa Villa Albani Torlonia a Roma, Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica di Dior Couture, annuncia la fine della sua collaborazione con la Maison. Poche parole colme di emozione e gratitudine diffuse sui canali social ufficiali per salutare e ringraziare tutti coloro che l’hanno accompagnata in 9 anni di attività nel brand più prestigioso del gruppo LVMH. Sebbene anticipata da rumors sempre più insistenti, la notizia rimbomba nel mondo della moda con un’eco fragorosa, accendendo l’immediata curiosità su chi sarà il suo erede. E mentre c’è chi pensa al futuro della Maison con un po’ di apprensione, è tempo di bilanci. Perché Dior deve molto a Maria Grazia. Se oggi il brand è il fiore all’occhiello della multinazionale del lusso francese LVMH, lo deve in parte anche all’opera di questa ingegnosa italiana che ha conquistato il mondo.
Maria Grazia Chiuri, classe 1964, dopo una significativa esperienza in Valentino e Fendi, approda in Dior nel 2016, prima donna in assoluto a rivestire il ruolo di direttore creativo delle collezioni donna (prêt-à-porter e haute couture). Dopo Gianfranco Ferrè nel 1989, è la seconda volta che un italiano viene nominato capo del brand. Le aspettative sono alle stelle, la sfida è grandissima. La prima sfilata per la primavera estate 2017, attesa da tutti con trepidazione, è un vero successo e segna un momento epocale nella storia di Dior. Per la prima volta, una donna veste le donne, pensando alla loro quotidianità, ai loro gesti e alla loro estetica. Dopo i virtuosismi stilistici di John Galliano e il lusso sussurrato di Raf Simons dei primi anni 2000, Maria Grazia porta sulle passerelle Dior una nuova donna, che cerca bellezza, confort e praticità. Immagina una guerriera moderna pronta a vivere le strade delle metropoli con abiti essenziali ma eleganti al tempo stesso. Abiti veri, da indossare e da vivere, non semplicemente da ammirare.


La sua donna Dior, da sempre circondata da un’aura divina, diventa improvvisamente vera e le vendite schizzano in tempi record come non succedeva da tempo. Lo stile di Maria Grazia Chiuri gioca con i codici tradizionali della Maison, ma li reinterpreta in chiave moderna, aggiungendo qua e là dettagli dal sapore vagamente rock. Le tradizionali gonne a corolla della Maison, ora vengono abbinate a t-shirt manifesto con cui la nuova eroina Dior lancia messaggi di “empowerment”. Il jeans, tradizionalmente relegato al comparto del casual, diventa un protagonista essenziale delle creazioni, abbinato a tulle, pelle e chiffon. I delicati fiori tanto amati da Monsieur Dior e celebrati in oltre 70 anni di creazioni della Maison, diventano astratti e si trasformano in pattern decisi dal sapore inequivocabilmente cool. Lavorando negli archivi parigini, la designer riporta in auge disegni e stampe del passato (la Toile de jouy, la stampa Plan de Paris, la logomania Oblique), riproponendoli su capi moderni con un risultato audace e sorprendente. Gli accessori, vera ossessione di Maria Grazia, acquistano una nuova dimensione: le borse, a mano o a tracolla, diventano maxi, i bijoux sono tanti e voluminosi, indossati tutti insieme per ricordare che, come diceva Christian Dior, “la scelta del giusto accessorio può cambiare tutto in un outfit”! E’ una moda femminista, che lascia alle donne il potere di esprimere loro stesse attraverso gli abiti, senza limitazioni o imposizioni. Per rafforzare ancora di più il suo messaggio, Chiuri affida le scenografie ad artiste provenienti da diverse aree del mondo, da Marinella Senatore a Mariella Bettineschi – solo per citare due nomi italiani, va alla ricerca di laboratori artigianali dfemminili dedicati alla tessitura e al ricamo, ingaggia musiciste, cantanti e ballerine per animare le sue sfilate. E mentre la donna Dior vista da Chiuri avanza sulle passerelle, le vendite si impennano. Nelle grandi città, la sua borsa Book Tote, è ovunque, su manager affermate così come su giovanissime studentesse dall’allure ultra-trendy. I suoi accessori, impreziositi dal logo JADIOR, nato dalla fusione fra le parole J’adore e Dior, vanno letteralmente a ruba nelle boutique. Dopo anni difficili, Dior torna ad essere il marchio cool per eccellenza, ambito dalle mamme come dalle figlie. Anno dopo anno, stagione dopo stagione, Maria Grazia rinnova la sua estetica sulle passerelle del prêt a porter come dell’alta moda, mantenedo l’equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione.
Una DIO(R)EVOLUTION che ha lasciato un segno forte nel mondo della moda e che si appresta ora a vivere una nuova stagione, speriamo altrettanto significativa.














