
Nata a Treviso, 21 Gallery inaugura la nuova sede a Padova negli spazi dello storico Palazzo Colonne
Nomen omen, dicevano una volta i latini, nel nome il destino. Così nasce la mostra Audaci. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l’arte del libero pensiero, presso la neonata sede di 21 Gallery. Una mostra inaugurale che calza a pennello con il carattere dell’istituzione che la presenta, nata a Treviso nel 2021, da un’idea di Alessandro Benetton e Davide Vanin, 21 Gallery è l’incarnazione del coraggio al servizio dell’imprenditoria italiana e della cultura. Presenta infatti, a soli quattro anni dall’apertura, una nuova sede nella città di Padova, diretta da Elena Comin, presso gli spazi dello storico Palazzo Colonne, riallestito magistralmente da Fosbury Architecture.
La mostra, curata da Cesare Biasini Selvaggi, è un omaggio alla città che l’accoglie, terra del libero pensiero. Oggi, il libero pensiero è diventato un privilegio, per gli artisti letteralmente inaccessibile. Le censure contemporanee sono meno evidenti ma più pericolose delle precedenti, sono più evolute, perché latitanti della nostra consapevolezza.

Paradossalmente, l’artista, figura spesso più censurata, è l’unico che ha piena coscienza di questo sopruso, l’unico pienamente disposto a sacrificarsi per svelare il trucco. Perché quando è un artista ad essere censurato, si limita non solo la creatività di un individuo, ma il suo potere politico – nel senso più etimologico del termine, legato alla vita sociale -, la sua capacità di esprimersi, la sua libertà individuale; in altre parole, tutto. Una questione apparentemente di nicchia, il cui prezzo, però, riguarda la libertà di tutti.
Il titolo di innovatore
Tanti sono i nomi importanti presenti di cui conosciamo il pionierismo artistico, da De Chirico a Murakami, ma ignoriamo il sacrificio necessario per guadagnarsi il titolo di innovatore. Tante anche le artiste femminili e di particolare pregio le opere esposte – come una fotografia di Abramovic, di cui esistono solo due esemplari -, una scelta fortemente voluta per riconoscere, seppur in piccolo, i saccheggi subiti dagli uomini nel corso della storia dell’arte. E poi ancora, Sherman, Kusama, un Sassolino site specific, e forse il più contestato di tutti: Lucio Fontana.

Perché se nel 2025, ancora si dice “potevo farlo anch’io”, significa che una ricerca ormai ultrasessantenne si nutre sempre della sua impopolarità, del bisogno di spingersi oltre i limiti precostituiti, della sua audacia. L’arte non deve rassicurare, deve essere un pugno nello stomaco, deve installare dubbi, e non confermare certezze; perché solo così è concesso riscrivere gli immaginari, solo così si è veramente coerenti con l’etica professionale dell’artista.
AUDACI. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l’arte del libero pensiero
Fino al 30 agosto 2025
21Gallery Padova
Via San Francesco 34, Padova















