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Il Ponte. Report attività primo semestre 2025

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Superata la metà dell’anno, le poche settimane in cui tutto si ferma lasciano spazio a qualche riflessione sull’andamento delle case d’asta in Italia. Posta la fluidità di ogni sistema, il mercato dell’arte sembra stare attraversando una cornice di significativa metamorfosi. In un contesto dove i collezionisti sono restii ad acquistare opere di primissima fascia e le maison timorose a proporle, i meccanismi sembrano starsi riconfigurando secondo logiche meno calcolatorie del passato. Pochi acquisti come investimento o esperimenti, ma proposte calibrate sul pubblico e acquisti motivati da serio interesse personale o artistico. Acume a cui s’accompagna anche un aumento dei volumi e delle tipologie di vendita, nell’ottica di provare a compensare ciò che si lascia indietro con la mancanza di lotti giganti. Che poi, a ben guardare, qualche grande colpo è stato battuto.

Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2025 de Il Ponte, attraverso le parole della casa d’aste stessa.

Qual è il fatturato parziale del 2025?

In un mercato globale attraversato da una profonda metamorfosi, Il Ponte Casa d’Aste chiude il primo semestre 2025 confermando la sua traiettoria di crescita: € 18,5 milioni (+8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024 di € 17.028.740), l’85% di lotti venduti e una rivalutazione media delle stime del 75%. Un’evoluzione accelerata dall’ingresso, esattamente un anno fa, nel Millon Auction Group, che nei primi sei mesi del 2025 ha registrato un fatturato aggregato superiore a € 71,5 mln.

Quali sono stati i tre top lot?

Giorgio de Chirico,
Piazza d’Italia, 1953
€ 448.000

Lucio Fontana
Crocifisso, 1952
€ 384.000

Scuola castigliana della prima metà del secolo XVII
Vanitas con ventilabro
€ 256.000

Quali sono le aspettative per il secondo semestre 2025?

Essere parte di Millon Auction Group, un network in piena corsa per un significativo posto al sole nell’ambito delle vendite all’asta, indica una visione amplificata, il riferimento a nuovi mercati e interlocutori, il rafforzamento – senza alcun compromesso identitario – di una posizione che guarda al futuro con lucidità, responsabilità e ambizione.

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