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In Polonia riaffiorano tombe più antiche delle piramidi d’Egitto

Un’archeologa durante lo scavo del recinto in pietra della tomba. Foto per gentile concessione del Complesso dei Parchi Paesaggistici della Voivodato della Grande Polonia.
Un’archeologa durante lo scavo del recinto in pietra della tomba. Courtesy Complesso dei Parchi Paesaggistici della Voivodato della Grande Polonia.
Nascoste sotto strati di terra e tempo, nel cuore della Polonia centro-occidentale, due nuove tombe monumentali del Neolitico sono emerse grazie al lavoro degli archeologi. Si tratta di strutture risalenti a oltre 5.500 anni fa: piramidi di terra e pietra costruite secoli prima di quelle egizie, che custodivano le sepolture di personaggi di rilievo all’interno delle comunità dell’epoca.

La scoperta è avvenuta nel Parco Paesaggistico Dezydery Chłapowski, nella regione della Grande Polonia (Wielkopolska). Le strutture, individuate tramite tecnologia di telerilevamento, sono state attribuite alla cultura del Bicchiere Imbutiforme (Funnel Beaker), una società agricola neolitica diffusa in Europa centro-settentrionale e nota per le sue ceramiche distintive.

Questi tumuli — noti anche come “Tombe dei Giganti” o “tumuli di Kujawy” — si presentano come lunghe colline triangolari di terra, rivestite con pietre megalitiche. Sebbene meno appariscenti delle piramidi di Giza, le strutture testimoniano una sorprendente capacità tecnica e organizzativa: le comunità dell’epoca riuscivano a trasportare pietre di 10 tonnellate e costruire monumenti lunghi oltre 180 metri.

Le nuove piramidi polacche rivelano resti di recinti in pietra che imitano la forma delle abitazioni neolitiche. Sono orientate da ovest a est, un allineamento che potrebbe indicare forme di culto solare. I materiali utilizzati — pietre locali, terra e legno — rendono queste strutture vulnerabili al tempo e all’intervento umano: molte pietre originarie sono state rimosse nei secoli per essere riutilizzate in edificazioni successive.

Il profilo della tomba a piramide della cultura del Bicchiere Imbutiforme.

All’interno dei tumuli, il defunto veniva deposto supino, con i piedi rivolti verso l’ingresso orientale della tomba. Ogni piramide era dedicata a una figura di spicco della comunità — un capo, uno sciamano, forse un sacerdote — sepolta con oggetti di valore come asce in pietra, recipienti in ceramica o vasellame rituale.

Secondo gli archeologi, lo scheletro nel sito recentemente scoperto potrebbe non essersi conservato, ma il corredo funerario potrebbe essere ancora presente. Le ricerche proseguiranno nei prossimi mesi con lo scavo completo delle due strutture.

Le due piramidi appena portate alla luce si aggiungono a un complesso più ampio: gli archeologi hanno già individuato altri tre potenziali siti nello stesso parco. L’obiettivo è costruire un quadro più completo della cultura del Bicchiere Imbutiforme in questa parte dell’Europa, e comprenderne meglio i rituali, l’organizzazione sociale e la visione del mondo.

Anche se poco note al grande pubblico, queste architetture neolitiche dimostrano che le pratiche monumentali non erano un’esclusiva del bacino mediterraneo. In mezzo ai boschi e ai campi della Polonia, società antiche hanno costruito strutture che parlano ancora oggi di memoria, comunità e ritualità. E continuano, seppur lentamente, a riemergere dal passato.

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