
Del Longo espone a La Siringe, spazio alternativo palermitano nato dal pensiero e dalla volontà di tre artisti
Polverizzata sulle pareti scabrose della galleria La Siringe di Palermo, l’opera di Michela Del Longo è dedicata alla narratività materna. La trasmissione della memoria familiare sembra essere il concetto chiave della sua mostra intitolata “Cometa”. Michela Del Longo sostituisce il nucleo effettivo dell’immagine con una deflagrazione di schegge di zucchero e suono. Frammentando il ricordo in una costellazione di elementi pluri – sensoriali, l’artista veneziana restituisce il simbolo di una giovanissima vita stroncata. Dopotutto, l’infanzia di ciascuno di noi finisce infrangendosi contro il tempo: è l’incidente della crescita.
Il racconto della madre cilena dell’artista, che parla della morte traumatica di un piccolo venditore di dolciumi di Santiago ucciso nella discesa da un mezzo pubblico mentre suonava un organetto, fornisce i dati essenziali all’operatività di Michela Del Longo. Il suono dell’organetto diventa, così, il fattore determinate di questa installazione che trasforma il caos fatiscente dello spazio espositivo siciliano, infondendo nell’atmosfera la musica di una festa nefasta. Così la galleria è stata trasformata da Michela Del Longo in una piccola cappella dove si celebra una svanita, puerile spensieratezza.
In questo luogo, l’immagine di zucchero del suonatore d’organo diviene un’icona. Sotto un festone di pasta dolce, nella parete di fondo della stretta e profonda stanza de La Siringe, è infatti appesa questa immagine. Centro da cui partono piccoli cuoricini e stelle che emergono preziosi tra le crepe dei muri. La Siringe, che è uno spazio stretto, profondo e complesso, ha lanciato ancora una volta la sua sfida agli artisti che di volta in volta sono chiamati ad interpretare muri e soffitto connotati dalla superficie spellata dal tempo. Su questo palinsesto disordinato, l’intervento contemporaneo agisce nell’ordine della creatività.

Piccole gemme zuccherate
Così ha fatto anche Michela Del Longo nel rievocare la vicenda di Mauricio Mardones detto “El Cometa”. Trasformando la galleria in ciò che la curatrice della mostra Geraldina Albegiani presenta come un cenotafio centrato sulla figura dell’organillero. Il suonatore ambulante il cui suono s’espande nell’ambiente dove l’artista è intervenuta con discreta efficacia inserendo come dice Albegiani: “piccole gemme zuccherate – stelle, cuori, frammenti – ispirate ai dettagli della tomba di un infante del cimitero di Palermo”. Questa installazione mostra come La Siringe, ponendosi nuovamente quale zona “difficile” e del tutto opposta al cubo bianco, cioè il luogo della valorizzazione arrogante, punti tutto sulla sua peculiare difformità.
Questa anomalia stimola l’interpretazione, spinge a piegare il progetto dell’artista e ad interferire nelle poetiche consolidate e pregresse sfidando qualsiasi cifra stilistica. La realtà de La Siringe, che è fuori dal circuito commerciale e si trova, inoltre, in una città dove il sistema dell’arte stenta a decollare, in cui l’azione privata è orientata su programmazioni convenzionali, sopravvive grazie al finanziamento on line. Coinvolgendo operatori, artisti, curatori o semplici appassionati, La Siringe ha, infatti, inaugurato un anomalo sistema di autogestione che garantisce qualità e indipendenza della ricerca e interventi che, per la natura del luogo, risultano essere sempre site specific, pertanto, unici.

Amplificare i silenzi
Siringe, non è un caso, infatti, che sia il nome dell’organo vocale caratteristico degli uccelli. Le vibrazioni indotte dal passaggio dell’aria attraverso quest’organo possono produrre vocalizzazioni articolate e complesse. La sua conformazione varia da specie a specie producendo canti e suoni estremamente diversi. Lo spazio de La Siringe è per questo motivo concepito come una cassa di risonanza libera, capace di amplificare i silenzi e armonizzare i rumori. Uno spazio nato dal pensiero e dalla volontà di tre artisti: Enzo Calò, Gabriele Massaro, Davide Mineo.
Un contenitore che diventa a sua volta contenuto fluido, carico di energia e forza. Come luogo multiforme destinato all’arte, dal 2021 è situato nel centro storico di Palermo e, da oggi, è anche una rivista. Questo progetto editoriale intende, attraverso la collaborazione di figure eterogenee, creare un contenitore di idee, suggestioni e pensiero. Per rendere concreto tutto questo La Siringe ha avviato una raccolta fondi finalizza alla pubblicazione del primo numero “La Siringe n0 – Raccoglimento profondo”.
Michela Del Longo
Cometa
A cura di Geraldina Albegiani
Fino al 19 agosto 2025
La Siringe
Via Merlo 28 – Palermo













