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Addio Clearing Gallery

Una mostra del 2017 di Korakrit Arunanondchai presso lo spazio Clearing di Brooklyn. Courtesy Clearing
Una mostra del 2017 di Korakrit Arunanondchai presso lo spazio Clearing di Brooklyn.
Courtesy Clearing
Dopo quattordici anni di attività e un ruolo di primo piano nell’esposizione di artisti emergenti e affermati, la Clearing Gallery abbassa le serrande. La chiusura riguarda sia la sede di New York che quella di Los Angeles, ponendo fine a un percorso iniziato nel 2011 a Brooklyn e culminato con il trasferimento, nel 2023, in un ampio spazio su tre piani a Bowery.

Si tratta della quarta galleria newyorkese a chiudere in poche settimane, dopo altre realtà di spicco che hanno deciso di cessare l’attività o di trasformarsi in nuove entità. Un segnale che conferma la fase di turbolenza del mercato e del tessuto culturale della città.
Nel corso degli anni, Clearing ha ospitato installazioni monumentali, sculture e dipinti di artisti oggi presenti nelle più grandi gallerie internazionali, oltre a mostre personali di nomi destinati a lasciare il segno. La programmazione recente includeva esposizioni di Coco Young e Henry Curchod, concluse tra giugno e luglio di quest’anno.

Il fondatore, Olivier Babin, in una dichiarazione pubblicata sui social, ha parlato di una decisione “non facile” e dell’impossibilità di mantenere gli standard qualitativi che hanno sempre guidato la galleria. “Fino all’ultimo abbiamo sperato di voltare pagina – ha scritto – ma oggi chiudiamo perché non possiamo più operare secondo i criteri che ci siamo imposti, per gli artisti, i nostri team e la comunità”.

Clearing aveva allargato i propri confini nel 2012, aprendo a Bruxelles, e nel 2020 a Los Angeles. Ma nel 2024, una separazione tra le attività statunitensi ed europee ha segnato una svolta: la sede belga è passata sotto una nuova gestione autonoma, mentre il marchio Clearing è rimasto attivo solo negli Stati Uniti fino a oggi.

Con il messaggio di addio, la galleria ha voluto ringraziare artisti, curatori, istituzioni, collezionisti e tutti i membri dello staff che hanno contribuito a scrivere questa storia, definendola “un’avventura condivisa” il cui successo “appartiene a tutti”.

 

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