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Fabergé, dagli zar al magnate del tech. Il marchio da sogno cambia padrone

mostra Fabergé a Milano, milanoguida
Mostra Fabergé a Milano, milanoguida
Il gioiello dei gioielli, il nome che evoca uova tempestate di gemme e fasti imperiali, apre un nuovo capitolo. Fabergé, la maison russa che tra Ottocento e Novecento creò capolavori per i Romanov, è stata venduta per 50 milioni di dollari al venture capitalist russo Sergei Mosunov, oggi basato in Gran Bretagna.

A cedere il marchio è stata Gemfields, colosso minerario specializzato in rubini e smeraldi, che lo aveva acquisito nel 2013. I motivi? Tornare a concentrarsi sull’estrazione, dopo un 2024 chiuso in rosso, e investire in nuovi impianti in Africa.

L’accordo prevede 45 milioni cash e altri 5 milioni in royalty legate alle vendite. Mosunov, ex enfant prodige della tecnologia, promette di rilanciare Fabergé portandola verso nuovi mercati del lusso, senza tradirne le radici.

Oggi nel mondo esistono circa 50 uova imperiali originali, create per la famiglia degli zar: oggetti unici, dal valore inestimabile, che continuano a far sognare collezionisti e appassionati.

Con questo passaggio di mano, la leggenda di Fabergé si prepara a un ritorno in grande stile: dalla corte di San Pietroburgo ai grattacieli globali del lusso, il viaggio continua.

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