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Addio Pippo Baudo. L’uomo che riuscì a trascinare Alighiero Boetti alla tv

Pippo Baudo
Pippo Baudo
Pippo Baudo, storico volto della televisione italiana, è morto all’età di 89 anni presso un ospedale romano

Nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, Baudo ha segnato profondamente la storia dello spettacolo italiano. La sua carriera decollò con programmi cult come “Settevoci” (1966-1970) e “Canzonissima” (1972-1973), ma è soprattutto al Festival di Sanremo che legò indissolubilmente il suo nome, avendolo presentato per ben 13 edizioni tra il 1968 e il 2008.

Fu proprio durante la kermesse sanremese che nel 1993 scoprì Laura Pausini, da lui sempre considerata come una figlia artistica. La cantante, profondamente scossa dalla scomparsa, ha scritto sui social: “Trentadue anni fa cambiò la mia vita scegliendomi tra le nuove voci a soli 18 anni. Il mio dolore oggi è indicibile“.

Oltre alla carriera televisiva, Baudo ricoprì importanti incarichi istituzionali: fu direttore artistico del Teatro Stabile di Catania dal 1989 al 1997 e della Rai tra il 1994 e il 1996. Nel 2021 ricevette il prestigioso riconoscimento di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

La premier Giorgia Meloni lo ha ricordato come “uno dei più grandi protagonisti della tv italiana“, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha definito “un gigante che ha raccontato l’Italia dagli anni Sessanta in poi“. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca per lo spettacolo italiano.

Alighiero Boetti, Mappa, 1983-84
Alighiero Boetti, Mappa, 1983-84
Cultura e arte visiva

Non si può certo affermare che in Baudo ruggisse una speciale passione per le arti visive: tuttavia non mancano episodi che l’hanno visto grande protagonista anche in questo. Come nel 1990, quando riuscì a portare a una puntata di Domenica In il grande Alighiero Boetti, che assieme a lui presentò le sue celebri mappe ricamate. Una rarissima occasione di dialogo tra l’artista dell’arte povera – notoriamente non troppo incline alle liturgie popolari – e il pubblico televisivo generalista.

Achille Bonito Oliva intervenne più volte in trasmissioni speciali legate alla cultura e all’arte visiva, dialogando con Baudo sulla contaminazione dei linguaggi. E personaggi come Piero Dorazio e Renato Guttuso furono invitati a trasmissioni di approfondimento culturale negli anni ’70, quando Baudo volle aprire Canzonissima e Senza Rete anche a temi extramusicali.

Anche l’allestimento scenografico assumeva spesso tono artistico nei suoi show. Un esempio emblematico? In una delle edizioni di Domenica In, la scenografia si ispirava esplicitamente al celebre dipinto Une dimanche à la Grande Jatte di Georges Seurat. Un richiamo esplicito al movimento puntinista e all’arte moderna, inserito in un format televisivo di massa.

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