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Forlì celebra l’arte intermediale, con Ibrida Festival e Anatomie Digitali

Debora Vrizzi, Family Portrait, 2012 - frame da video
Debora Vrizzi, Family Portrait, 2012 – frame da video. Courtesy Ibrida Festival
Ibrida Festival Internazionale delle Arti Intermediali torna a Forlì per la sua decima edizione, in programma dal 25 al 28 settembre, anticipata dal prologo della mostra Anatomie Digitali, che apre oggi alla Fondazione Dino Zoli

Intitolata Moltitudine, questa edizione del festival propone un percorso ampio e multidisciplinare, che spazia dalla videoarte alla performance, dalle installazioni interattive alla musica, dai workshop ai talk, con l’obiettivo di offrire una panoramica sulle tendenze più innovative della ricerca artistica contemporanea. Tra gli ospiti più attesi c’è Gary Hill, Leone d’oro alla Biennale di Venezia e pioniere dell’arte intermediale, presente a Forlì con un’installazione e un incontro pubblico.

La mostra-prologo raccoglie opere di artisti internazionali (tra cui Gary Hill, Robert Cahen, Elena Bellantoni, Regina José Galindo, Filippo Berta, Donato Piccolo, Sara Bonaventura) che nel corso degli anni hanno segnato la storia del festival, esplorando il rapporto tra corpo, tecnologia, immagine e linguaggi visivi. Cinquanta creazioni selezionate tra videoarte, animazioni sperimentali e installazioni interattive costituiscono un quadro dell’evoluzione delle arti intermediali nell’ultimo decennio, mettendo in evidenza come il gesto artistico e la sperimentazione tecnologica possano dialogare tra loro.

Regina José Galindo, Tierra, 2013 – frame da video. Courtesy Fondazione Dino Zoli.

Il cuore del festival si sviluppa nella Fabbrica delle Candele di Forlì, dove performance, proiezioni, installazioni e musica dal vivo si alternano in un programma denso e composito. Cinque premi nazionali e internazionali saranno assegnati da una giuria di esperti e critici, a testimonianza della vocazione del festival a riconoscere e valorizzare la qualità della ricerca artistica.

La direzione artistica, affidata a Francesca Leoni e Davide Mastrangelo di Vertov Project, interpreta il titolo Moltitudine come un organismo composito, dove convivono pluralità di linguaggi e forme espressive e si intrecciano esperienza individuale e condivisione collettiva. Il festival diventa così un luogo di dialogo tra artisti e pubblico, capace di accogliere il gesto più intimo dell’artista e allo stesso tempo la potenza dell’esperienza collettiva. Ogni edizione è concepita come un organismo vivo, in continua evoluzione, che riflette sulla trasformazione dei codici visivi, della performance e delle nuove tecnologie applicate all’arte.

Gianluca Abbate, Supermarket, 2018 – frame da video. Courtesy Ibrida Festival

Con Moltitudine, Ibrida Festival conferma il suo ruolo di piattaforma internazionale, capace di portare in Romagna alcuni dei nomi più significativi della scena contemporanea e di offrire al pubblico una visione organica e stratificata delle arti intermediali. La mostra e le attività del festival non si limitano a esporre opere, ma creano spazi di confronto e partecipazione, dove il pubblico può osservare, sperimentare e interagire con la produzione artistica più avanzata.

Il festival si conferma un luogo di dialogo tra culture, discipline e generazioni diverse, una finestra aperta sulle tendenze internazionali e sui linguaggi emergenti, capace di stimolare riflessione e confronto sulle pratiche artistiche più innovative. La decima edizione rappresenta quindi un’occasione di celebrazione del percorso del festival e della vitalità delle arti intermediali, consolidando la sua posizione come appuntamento di riferimento per la scena contemporanea italiana e internazionale.

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