
Ancora un piccolo centro alla ribalta, Fortunago, in provincia di Pavia. Ultimo giorno per la mostra collettiva Esserci
L’avanguardia destrutturata
Oggi sembra che l’idea di avanguardia sia sprofondata in una sorta di latenza. Il perché lo spiega il curatore Jelo sostenendo che il nostro è un tempo che reclama la figura di un cerchio in cui ogni punto della circonferenza è ugualmente rilevante, senza vertici né gerarchie. Le opere selezionate, una sintesi della poetica contemporanea non esclusiva che si esprime attraverso l’astratto l’informale il realismo il surreale il concettuale l’installazione, dovrebbero dimostrarlo. Chiamando in causa l’ esserci per chi non si limita ad osservare. Prospettando lavori che parlano di paure, di ansie latenti, ma anche di speranze e possibilità; danno voce all’urgenza di comprendere, di sentire, di raccontare. Passiamoli in rassegna allora gli oltre cinquanta autori che scandiscono la collettiva.
Le opere. Né vertici né gerarchie.
Matteo Amato, Fotografo e reporter professionista, vuole dare voce a ciò che spesso rimane invisibile. Il suggerimento di Valentina Angeloni è guardare oltre la superficie, cogliere la bellezza nei dettagli. La ricerca espressiva di Alberto Baio si nutre di linguaggi diversi, oscillando tra astrazione e rappresentazione. Alberto Barbieri arriva alla sua pittura evocativa dopo le altre esperienze nella fotografia, nel teatro, nella scenografia. In Mario Bellucci mira all’ equilibrio tra influssi orientali e sensibilità occidentali. Il linguaggio privilegiato di Margherita Benassi è l’acquerello, strumento esemplare per raccontare un’idea intima della realtà. La poetica di Davide Benati sfiora l’astrazione senza mai perdere il contatto con il referente. Le opere di Corrado Bonomi utilizzano l’arte concettuale, il pop, il kitsch e il ready-made per dire storie servendosi di oggetti comuni rendendo l’ordinario, straordinario. Adalberto Borioli ha incominciato con una pittura astratta, raffinata e lirica.
In Fabrizio Breschi le concordanze astratte rimandano ad una struttura geometrica dell’universo. Le creazioni di Narciso Bresciani, sculture rilievi installazioni, si fondano sulla continua metamorfosi. La poetica ironica di Dario Brevi trasforma oggetti quotidiani come tazzine, docce o automobili in icone colorate, che implicano significati simbolici. L’emotività della pittura figurativa di Sofia Cacciapaglia agisce nel sogno e nel simbolo. Usando il cartone d’imballaggio come supporto. Cesare Callegari ricorre al gesso, al filo di ferro, alla carta, alla resina per modellare racconti visivi ed esperienze reali. Loriana Castano dall’iniziale figurazione arriva alla non mimesi scegliendo materiali per il loro impatto evocativo. Usando le antiche pergamene, che ricrea in modo poetico. Gianni Cella incrementa una propria ricerca intrecciando cultura pop, fumetto, pubblicità, mitologia contemporanea. La figurazione di Mino Ceretti, è continuamente contaminata da elementi astratti. Nella sua produzione Francesco Ceriani privilegia il legno. Materia grezza che si trasforma in visione interiore. Ancora legno in Pietro Coletta che dialoga con lo spazio. Oltre al ferro e al vetro in cui si specchia la luce. Le opere di Francesco Correggia sono dense, visionarie, cariche di colore.

I corpi dipinti di Marta Dell’Angelo non dicono storie, ma evocano presenze archetipiche, sospese tra il quotidiano e il mitico. Intrecciando pittura e scultura Pino Deodato ha ideato un universo visivo che oscilla tra sogno e riflessione. L’agire di Cosimo Di Leo Ricatto attinge alla Nuova Figurazione, alla Pop Art, al Concettualismo e all’ Astrazione Geometrica. In Gretel Fehr la materia rimanda al pensiero e la forma si fa esperienza sensibile. La materia più congeniale a Giuliano Ferla è l ’acciaio che diventa elemento a cui ispirarsi per dare corpo a domande e dubbi esistenziali. Ancora ferro legno oggetti di recupero in Mavi Ferrando con cui realizza sculture e installazioni sospese, capaci di sorprendere per la loro leggerezza. Renato Galbusera, si esprime attraverso una poetica legata all’impegno civile e alla memoria storica. Luciano Gatti configura forme ossessive che, come insetti, si infiltrano nella nostra memoria.
La ricerca in Giannantonio Gennari si traduce in una tecnica mista tridimensionale: osso legno metallo vetro. In Gaetano Grillo convivono figurazione e astrazione in un dinamico equilibrio. In Marco Grimaldi la produzione ondeggia tra rigore compositivo e spontaneità creativa. Ale Guzzetti realizza sculture sonore e robotiche che reagiscono davanti allo spettatore. Maria Jannelli adotta un linguaggio visivo che lega il rigore formale alla tensione narrativa. Pino Jelo fa affiorare dal tempo sedimentazioni emotive. In Pino Lia prevale il continuo interesse per la natura. In Antonio Miano il ritratto veicola la memoria e la riflessione esistenziale. Ayako Nakamiya insegue la spiritualità giapponese e la gestualità occidentale. Pietro Pasquali lavora sull’interdipendenza tra spazio, luce e colore. La pittura figurativa di Bruno Pellegrini, emotivamente delineata, diventa strumento per indagare l’esistere. Lucia Pescador si serve di carte usate, fotografie, scarti per trasformarli in opere intime.
Le masserie pugliesi di Ercole Pignatelli si configurano come luoghi ideali. Stefano Pizzi riflette sulla funzione dell’immagine e dell’arte nel sociale. Le cortecce degli alberi in Giancarlo Pozzi testimoniano la materia che resiste. Antonella Prota Giurleo trasforma materiali umili, carta, fili, tessuti e terre, in qualcosa di vitale. Giovanni Sabatini fa dell’arte una soglia: un varco aperto sull’introspezione, sull’ascolto. In Tetsuro Shimizu le superfici pittoriche sono incise da dense pennellate. Le tele liriche di Maria Luisa Simone sono ispirate dalla natura. Gli oli di Antonio Sormani trasudano tensioni personali. Il lavoro di Valdi Spagnulo fonde scultura, architettura e pittura. Franco Tripodi fa del cerchio una figura archetipica e spirituale. La ricerca di Giorgia Vian si muove tra installazione, disegno e performance con un’ attenzione alla dimensione del corpo in azione.
Esserci
Curatore: Pino Jelo collaborazione Luigi Cavallo, Oretta Nicolini
Sede: Fortunago (PV), Auditorium Giovanni Azzaretti
Fino al 14 settembre 2025














