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Bernard Arnault contro la tassa sui super-ricchi in Francia

Bernard Arnault. Photo Chesnot/Getty Images
Bernard Arnault. Creditys: Chesnot/Getty Images
Il magnate del lusso e collezionista d’arte Bernard Arnault, tra gli uomini più ricchi al mondo, ha attaccato duramente il progetto di una tassa sulla grande ricchezza in Francia, definendolo “offensivo” e “letale per la nostra economia”.

La proposta, firmata dall’economista Gabriel Zucman, prevede un’imposta annuale del 2% sui patrimoni ultra-elevati, con l’obiettivo di raccogliere circa 20 miliardi di euro (27 miliardi di dollari). Secondo Zucman, l’enorme concentrazione di ricchezza sta “distorcendo la democrazia e alimentando tensioni sociali ed economiche”.

Arnault, che secondo Forbes possiede un patrimonio di circa 156 miliardi di dollari, ha rivendicato di essere “probabilmente il maggiore contribuente individuale e tra i maggiori contribuenti aziendali” grazie al colosso del lusso LVMH (Louis Vuitton, Givenchy, Tiffany & Co., Sephora). Il miliardario ha anche attaccato personalmente Zucman, definendolo “un attivista di estrema sinistra” con “pseudo-competenze accademiche”. Zucman, professore alla Paris School of Economics, ha replicato invitandolo a “rispettare verità e fatti”, denunciando una retorica simile a quella del “trumpismo” americano.

L’economista Thomas Piketty, ex docente di Zucman, è intervenuto in sua difesa: “Tra il 2010 e il 2025 oltre 500 tra le maggiori fortune mondiali sono cresciute del 500%. Con una tassa del 2% l’anno servirebbe un secolo per tornare ai livelli del 2010, ammesso che non generino altri redditi. È questo che dovrebbe far crollare l’economia francese?”.

Il dibattito resta acceso, mentre il governo valuta se trasformare la proposta in legge.

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