
Nel 1969, nel cuore pulsante di New York, John Giorno ha inventato qualcosa di “semplice” e straordinario: componi un numero di telefono e ascolti una poesia. Un’idea che ha subito catturato l’immaginazione, fino a entrare nella storica mostra Information del MoMA del 1970, dedicata all’arte concettuale nell’era dei mass media. Dial-A-Poem non era solo arte: era gioco, provocazione, rivoluzione. Talmente radicale che l’FBI si fermò un giorno intero a “spiare” le chiamate.
Oggi il progetto si evolve e si fa globale: grazie a Giorno Poetry Systems, basta un click su un vecchio telefono virtuale per ascoltare letture casuali, da poesie storiche a creazioni più recenti. Ci sono voci leggendarie come Laurie Anderson, William S. Burroughs, Amiri Baraka, John Ashbery e i poeti della scena contemporanea internazionale. E non solo in inglese: Francia, Messico, Thailandia, Italia, Hong Kong, Svizzera, Brasile… Ogni poesia nella lingua originale, con sottotitoli, pronta a raggiungerti ovunque tu sia, dalla città più frenetica fino alla giungla amazzonica.
È poesia da toccare, sentire, vivere. Una poesia che ti chiama al telefono… e adesso ti chiama online. Come dice Pedro Barbosa, sostenitore del progetto: “Qualcuno nel mezzo della foresta amazzonica può comporre il numero e avere accesso a una poesia.”
Dial-A-Poem non è solo ascoltare versi: è entrare in un mondo dove l’arte diventa esperienza, partecipazione, sorpresa. E la sorpresa è appena cominciata.













