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Dalla Via della Seta al contemporaneo: la prima Bukhara Biennial

Safar (Viaggio), 2025 di Kamruzzaman Shadhin Bangladesh in collaborazione con Zavkiddin Yodgorov Uzbekistan. Foto di Felix Odell per gentile concessione della Uzbekistan Art and Culture Development Foundation.
Safar (Viaggio), 2025 di Kamruzzaman Shadhin Bangladesh in collaborazione con Zavkiddin Yodgorov Uzbekistan. Credits: Felix Odell. Courtesy Uzbekistan Art and Culture Development Foundation.
La prima edizione della Bukhara Biennial, intitolata “Recipes for Broken Hearts”, ha aperto i battenti e porta l’Uzbekistan sulla scena culturale internazionale. Per dieci settimane, Bukhara, città simbolo della Via della Seta, diventa teatro di oltre 70 progetti site-specific realizzati da più di 200 artisti e collettivi provenienti da 39 paesi e sei continenti.

Ideata dalla Uzbekistan Art and Culture Development Foundation (ACDF), guidata da Gayane Umerova, e curata dalla direttrice artistica Diana Campbell, la biennale intreccia tradizioni artigianali secolari e linguaggi contemporanei. Opere, performance e installazioni nascono dall’incontro tra artisti internazionali e maestri locali, trasformando la città in un laboratorio a cielo aperto.
I luoghi espositivi seguono il tracciato dello storico Shakhrud Canal nella città vecchia: caravanserragli, moschee e madrase restaurati che diventano spazi per la creazione e l’incontro. La biennale è il primo passo di un più ampio Cultural District, un progetto a lungo termine di ACDF che punta a coniugare il restauro del patrimonio architettonico e artigianale con la produzione artistica contemporanea, mantenendo vivi i siti anche oltre l’evento.

Tra i lavori in mostra: Arc of Arrival, 2024–2025 di Kei Imazu (Japan) con Pavel Makarov e Rustam Muzaffarov (Uzbekistan); Untitled, 2024–2025 di Marina Perez Simão (Brazil) con Bakhtiyar Babamuradov (Uzbekistan); Safar (Journey), 2025 di Kamruzzaman Shadhin (Bangladesh) con Zavkiddin Yodgorov (Uzbekistan).

Senza titolo, 2024–2025 di Marina Perez Simão, Brasile, in collaborazione con Bakhtiyar Babamuradov, Uzbekistan. Credits: Felix Odell. Courtesy Uzbekistan Art and Culture Development Foundation.

“La Bukhara Biennial è un’occasione per la città e per l’intero paese di dialogare con il mondo contemporaneo” afferma Gayane Umerova, sottolineando il ruolo della comunità artigiana e la necessità di una visione culturale condivisa per lo sviluppo futuro.

Il programma spazia da una ragnatela olfattiva di Delcy Morelos al labirinto di corpi scultorei di Antony Gormley, dai mosaici organici di Oyjon Khayrullaeva a un arazzo ikat lungo chilometri di Hylozoic/Desires, animato da performance notturne. Ci sono i paesaggi onirici di Aziza Kadyri, e i banchetti di Subodh Gupta sotto una scultura monumentale.

Con questa prima edizione, Bukhara si propone come punto di incontro tra memoria e futuro, tradizione e sperimentazione, aprendo un nuovo capitolo nella mappa culturale globale.

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