
Dieci artisti per dieci lupe: Spazio Taverna si appropria delle porte delle Mura aureliane cercando di combinare i luoghi di passaggio storici di Roma con un’apertura al contemporaneo e al futuro
Per circa un mese e mezzo, su dieci porte storiche delle Mura aureliane, a Roma, sarà possibile vedere dieci stendardi realizzati da dieci giovani artisti ispirandosi a uno dei simboli più antichi e iconici della Città eterna: la Lupa. Si tratta del secondo progetto ideato da Spazio Taverna appositamente per le porte delle Mura aureliane, in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, cercando di combinare questi luoghi di passaggio storici e carichi di significati per la città con un’apertura al contemporaneo e al futuro.
Gli artisti selezionati, e in un certo senso incaricati di traghettare idealmente questo simbolo romano così antico e potente appunto verso il futuro, sono Ruth Beraha, Namsal Siedlecki, Antonio della Guardia, Agnes Questionmark, Giulia Mangoni, Bekhbaatar Enkhtur, Lucas Memmola, Veronica Bisesti, Camilla Alberti, Valerio Nicolai. Se nella maggior parte delle riletture è la nutrice animale di Romolo e Remo ad essere protagonista – e letta di volta in volta nella sua valenza femminina, ferale, lirica, ancestrale o fondativa di un mondo nuovo – talora sono i due gemelli a essere i protagonisti delle opere, evidenziandone la forza mitica o l’alterità e la doppiezza, ma senza mai andare a toccare l’aspetto più oscuro e violento del mito, legato al sangue, al solco, al fratricidio, che pure in questo periodo storico che stiamo vivendo potrebbe essere terribilmente attuale. A ribadire l’intento di rifondare il simbolo della Lupa radicandolo nel presente, è stato organizzato anche un contest cui sarà possibile votare la lupa preferita sui canali social di Roma Capitale.













