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Quando arte, gioco e formazione si incontrano: “A che gioco giochiamo” a Fabriano

“A che gioco giochiamo”, la conversazione aperta al pubblico organizzata lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano dalla Fondazione Ermanno Casoli “A che gioco giochiamo”, la conversazione aperta al pubblico organizzata lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano dalla Fondazione Ermanno Casoli
“A che gioco giochiamo”, la conversazione aperta al pubblico organizzata lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano dalla Fondazione Ermanno Casoli
“A che gioco giochiamo”, la conversazione aperta al pubblico organizzata lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano dalla Fondazione Ermanno Casoli
La Fondazione Ermanno Casoli porta in scena il valore del gioco tra arte e formazione, in un evento tenutosi lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano
Fabriano. Cosa accade quando arte, educazione e impresa decidono di giocare insieme? È questa la riflessione al centro di “A che gioco giochiamo”, la conversazione aperta al pubblico organizzata lo scorso 29 ottobre presso l’Auditorium Elica a Fabriano dalla Fondazione Ermanno Casoli. Un talk dinamico e interdisciplinare per esplorare il potere del gioco come strumento educativo, creativo e sociale.
Moderata da Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione, la serata ha coinvolto figure provenienti da mondi differenti, tessendo insieme visioni sull’arte, la formazione e il mondo aziendale. Tra gli ospiti: Alfio Albani (Presidente della Fondazione Chiaravalle Montessori) che ha portato la prospettiva montessoriana sul gioco come processo consapevole della crescita; Manuela Alessandrini (responsabile Educazione del Museo Tattile Statale Omero) che ha mostrato il gioco come esperienza sensoriale e inclusiva; Deborah Carè (Chief Human Resources Officer di Elica) che ha illustrato come nella formazione aziendale la metafora del gioco diventi trasformativa; l’artista Patrick Tuttofuoco, che trasforma spazi in esperienze collettive vicine all’immaginario del videogioco; e Saverio Verini (Direttore dei Musei Civici di Spoleto) che ha riflettuto sull’infanzia come territorio di scoperta, creatività e regole da reinventare.
Il titolo dell’evento richiama il celebre saggio di Eric Berne e sottolinea come il gioco possa essere un dispositivo capace di svelare dinamiche relazionali, stimolare consapevolezze, espandere la creatività. Nella prospettiva di Johan Huizinga – autore di Homo Ludens – la cultura stessa nasce dal gioco, e l’arte, in questa visione, ne è una delle manifestazioni più alte: implicando regole, rituali, cornici simboliche e una sospensione del reale che «permette di dire l’indicibile, di mostrare l’invisibile».
Durante l’incontro è stato presentato anche il video dell’XI edizione di E‑STRAORDINARIO for Kids, realizzato nel settembre 2025 con l’artista Giovanni Termini. L’opera collettiva “Dietro ai miei occhi” racconta il passaggio, la scoperta e la possibilità di guardare oltre ciò che è visibile. Il progetto, ideato da Smarrelli per la Fondazione e realizzato in collaborazione con Elica, è dedicato ai figli dei dipendenti dell’azienda marchigiana e li avvicina all’arte contemporanea attraverso workshop creativi con artisti internazionali.
La Fondazione Ermanno Casoli, nata nel 2007 a Fabriano in memoria di Ermanno Casoli – fondatore di Elica – promuove iniziative in cui l’arte contemporanea diventa uno strumento didattico e metodologico capace di migliorare gli ambienti di lavoro e innescare processi innovativi. Pioniera nel dialogo tra arte e impresa, la Fondazione si è affermata in Italia come modello d’avanguardia nella formazione aziendale attraverso l’arte.
Il progetto E-STRAORDINARIO for Kids – sostenuto nell’ambito dell’Accordo per la Coesione della Regione Marche 2021-2027 (Delibera Cipess n. 24/2024) – Fondo di Rotazione – offre ai più giovani la possibilità di partecipare attivamente alla creazione di un’opera d’arte collettiva, stimolando creatività e immaginazione e rafforzando il legame tra impresa, cultura e comunità.
Grazie alla sua capacità di connettere mondi diversi – arte, educazione, impresa e comunità – l’iniziativa si configura come un modello innovativo di welfare culturale, in grado di generare valore sociale, promuovere cittadinanza attiva e diffondere l’arte contemporanea nelle Marche.

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