
CORRADO CAGLI
TRA SPERIMENTAZIONE E PIACERE DELL’IMMAGINE
Una mostra virtuale firmata da Bertolami Fine Art Casa d’Aste e Galleria Emmeotto
di
Rossella Ariosto
Corrado Cagli (1910-1976) fu un vero dominatore del contesto culturale italiano tra il 1930 e il 1970. Pensando alla sua personalità di caposcuola capace di influenzare più di una generazione di artisti del secondo Novecento Bertolami Fine Art Casa d’Aste, in collaborazione con Galleria EMMEOTTO, ha scelto di dedicargli la prima di una serie di mostre virtuali, per lo più di carattere monografico, assistite da un sistema di acquisto del tutto nuovo per il mercato dell’arte italiano: la Buy or Bid Sale.
Cos’è una Buy or Bid Sale
Giuseppe Bertolami, che con un gruppo di informatici ha messo a punto il nuovo format per la vendita di opere e oggetti d’arte, spiega che la Buy or Bid Sale offre al compratore la possibilità di scegliere tra due opzioni di acquisto: l’opzione Buy e l’opzione Bid: “L’opzione Buy attiva un acquisto immediato a vendita diretta al prezzo indicato nella scheda pubblicata sul catalogo online. Il sistema prevede però anche la possibilità di effettuare un’offerta al ribasso avvalendosi dell’opzione Bid. Scegliendo l’opzione Bid si attiverà una gara d’asta a busta chiusa, vale a dire un’asta in cui ciascuno dei partecipanti fa un’offerta segreta e, al termine della mostra online, l’opera viene aggiudicata all’autore dell’offerta più alta”. Semplice e divertente. Possiamo facilmente prevedere che ai collezionisti stranieri l’esperimento piacerà, ma come reagiranno i collezionisti italiani, notoriamente molto affezionati alla comfort zone della tradizionale asta al rialzo?

La mostra
Certo è che a Corrado Cagli l’idea di tenere a battesimo una mostra sperimentale progettata da un team di mercanti d’arte e informatici sarebbe certamente piaciuta. Sperimentatore vulcanico e appassionato esploratore di ogni novità generata dagli anni in cui si consumò la sua febbrile vicenda artistica ed esistenziale (anni votati al culto della modernità), Corrado Cagli ha dato prova di un sorprendente talento nei più disparati campi dell’espressione artistica. Nominato nel 1930 direttore artistico della manifattura Rometti di ceramiche d’arte, si è ritrovato – a soli vent’anni! – a rinnovarne la produzione con soggetti di assoluta modernità che hanno lasciato il segno nella storia della ceramica italiana del ‘900. Altrettanto determinante e precoce il suo apporto al dibattito internazionale sulla pittura muralista, sia in termini di produzione artistica che di contribuzione teorica. Pittore sapiente di tutte le tecniche e disegnatore eccelso – “Fu senza dubbio uno dei nostri maggiori disegnatori” scrisse di lui Lorenza Trucchi – Cagli si è espresso anche nel campo dell’illustrazione, dell’arazzo e della scultura. Di primaria importanza il suo lavoro per il teatro, un campo che lo ha visto cimentarsi sia nel settore della scenografia che in quello dell’elaborazione di costumi di scena.
Senza nessuna pretesa di carattere antologico del polifonico percorso espressivo di Cagli, la mostra di Bertolami Fine Art ed Emmeotto propone, con il titolo di “Corrado Cagli. Tra sperimentazione e piacere dell’immagine”, un focus essenzialmente concentrato sulla produzione pittorica da cavalletto elaborata dall’artista tra il 1950 e il 1976, l’anno della sua morte. Le quarantatré opere selezionate documentano come il pittore non si facesse scrupolo di praticare in parallelo la pittura astratta e quella figurativa, considerate semplicemente due generi dello stesso linguaggio e non due modalità confliggenti e alternative di parlare quella lingua. Emerge anche quell’incessante processo di assimilazione e personale rielaborazione di stili, tecniche e suggestioni che ha indotto lo storico dell’arte Raffaele Bedarida a definire Cagli un caso di schizofrenia stilistica.

Le ragioni di un magistero incompreso
“Cagli resta […] un caso a parte, unico ed inclassificabile, nel panorama della nostra pittura”
Le parole scritte da Lorenza Trucchi in occasione della morte di Cagli, un artista di cui aveva compreso la grandezza, introducono al tema centrale della sottovalutazione sia della sua opera che del ruolo di fondamentale magistero da lui esercitato anche su artisti del calibro di Afro e Mirko, Guttuso, Capogrossi, Scialoja e tanti altri. Troppo in anticipo rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi e non classificabile in una precisa tendenza artistica, Cagli ha spesso spiazzato critica e pubblico apparendo ostico e incompatibile con quella esigenza di immediata riconoscibilità che il mondo dell’arte spesso avverte e premia.
Lui stesso ne era d’altronde pienamente consapevole e mai si sarebbe piegato ad accomodamenti di alcun tipo. Lo dimostra una illuminante intervista resa all’Europeo il 14 febbraio del 1965, spesso ricordata dai suoi commentatori più autorevoli per la risposta data al giornalista che gli ricordava la difficoltà incontrata dai collezionisti d’arte nel classificare le sue opere: “Mi auguro di riuscire a evitare sempre le etichette. Non mi sento farfalla da entomologhi.”

Una vita immersa nella storia
L’esigenza di totale immersione nell’evoluzione della storia dell’arte, di vivere in prima persona i cambiamenti afferrando e smontando ogni novità per poi rimontarla in modo del tutto personale, caratterizza anche la vicenda biografica di Cagli, resa eccezionale dalla sua presenza sui principali teatri della storia del suo tempo, nonché dal coacervo di apparenti contraddizioni che in lui si concentrano.
Ebreo e omosessuale, Cagli è però anche un fascista della prima ora, uno di quei giovani italiani che nel nuovo rivoluzionario regime vedono una possibilità di redenzione per la Nazione. La sua fede viene subito messa a dura prova dalle correnti più retrive del PNF che lo accusano di produrre un’arte degenerata, decadente e disfattista. La promulgazione delle leggi razziali del 1938 lo costringe, a soli 29 anni, all’esilio negli Stati Uniti, il paese che ai talenti emigrati dall’Europa prossima al disastro della guerra sta facendo ponti d’oro. Subito inserito e operativo negli ambienti artistici e intellettuali di New York, ritorna in Europa nel 1944 come ufficiale della Prima Armata Statunitense impegnato prima nello sbarco di Normandia e poi nelle campagne di Francia, Belgio, Ardenne e Germania, dove è uno dei primi a varcare i cancelli del campo di concentramento di Buchenwald. Nel 1947, lasciatasi alle spalle l’America divoratrice di uomini, ritorna in Italia divenendo subito uno dei protagonisti dell’effervescente dibattito culturale in corso negli anni della ricostruzione prima e del boom economico poi, sino al 1976, l’anno di una morte del tutto inaspettata.
Per visitare la mostra virtuale sul sito di Bertolami Fine Art, e magari tentare di assicurarsi una delle opere in vendita, c’è tempo sino al 30 dicembre.

Didascalia foto di apertura: Corrado Cagli © (1910 – 1976), L’attesa, 1950, olio su carta intelata, 50,5 x 68,5 cm, numero 10 in catalogo
Buy or Bid Sale 356
CORRADO CAGLI
(1910-1976)
Tra sperimentazione e piacere dell’immagine
Sino al 30 dicembre 2025
su
https://bit.ly/BFA-BB-356-CorradoCagli
Ufficio stampa:
Scarlett Matassi
+39 345 0825223 – info@scarlettmatassi.com














