
“Pathos und Pastos. Christopher Lehmpfuhl nella Collezione Würth” é la prima personale italiana dell’artista berlinese Christopher Lehmpfuhl, che fino alla fine del prossimo aprile riunisce oltre 40 opere che guidano il pubblico attraverso le serie più significative della sua produzione, dalle scultoree rappresentazioni urbane ai luminosi paesaggi naturali nati dai suoi viaggi in India, Islanda e Italia
Lehmpfuhl, nato a Berlino nel 1972 dove vive e lavora, ha dimostrato fin da giovane un talento innato per l’arte, sostenuto dalla famiglia e dal pittore Wolfgang Prehm. La sua formazione all’Università delle Arti di Berlino sotto la guida del rinomato artista Klaus Fußmann è stata arricchita da esperienze di viaggio in Lapponia e Australia che hanno profondamente influenzato la sua visione artistica. Nel 1998, diventato primo allievo di Fußmann, ha vinto il prestigioso premio GASAG ed è entrato a far parte dell’Associazione Artisti di Berlino.
La pratica artistica di Lehmpfuhl affonda le radici in una doppia eredità: da un lato l’Impressionismo, con il suo approccio immersivo al paesaggio – è infatti un pittore en plein air che dipende all’aperto indipendentemente dalle condizioni atmosferiche – dall’altro l’Espressionismo, che trasforma gli spazi della tela in manifestazioni dell’interiorità. I suoi viaggi lo hanno portato in tutto il mondo, dal Giappone all’Egitto, dall’Irlanda alla California, dalla Provenza all’India, seguendo la tradizione impressionista per immergersi completamente nei luoghi che rappresenta.

Ogni creazione dell’artista contiene litri di vernice pastosa, grumi di materia stesi manualmente in un’esecuzione organica che apporta un enorme lirismo alle tele. È proprio da questa caratteristica che deriva il titolo della mostra: “Pastos” rimanda all’impasto materico, mentre “Pathos” richiama il concetto aristotelico di persuasione attraverso l’emozione. Le opere di Lehmpfuhl, infatti, scuotono profondamente lo spettatore, comunicando attraverso un linguaggio viscerale.
La mostra presenta sia paesaggi urbani – tra cui le celebri vedute di Berlino, inesauribile fonte d’ispirazione – che dipinti di viaggio. Le condizioni atmosferiche diventano parte essenziale del processo creativo, influenzando tanto il materiale quanto l’artista stesso. Lontano dall’idillio da cartolina, Lehmpfuhl registra i cambiamenti negli spazi pubblici durante i cantieri: gru edili e rovine incombono nel suo lavoro. Per decenni ha catturato su tela luoghi emblematici come il Castello di Berlino, creando opere che mostrano una situazione e al contempo trasmettono una sensazione. Completa l’esposizione una selezione del ciclo Neue Heimat, di proprietà dell’artista, realizzato in bianco e nero in atelier con il pennello e basato su fotografie del padre, che rappresenta il processo di elaborazione del lutto per la scomparsa dei genitori.














