
La Whitney Biennial, la più longeva rassegna d’arte contemporanea negli Stati Uniti, ha svelato i 56 artisti selezionati per la sua 82.ma edizione, in programma dall’8 marzo 2026. Curata da Marcela Guerrero, curatrice del Whitney Museum, e Drew Sawyer, curatore della sezione fotografia, la mostra promette di essere una “ricerca atmosferica” sull’arte americana odierna, plasmata da un momento di profonda transizione.
Il tema centrale della Biennale sarà l’esplorazione delle “varie forme di relazionalità”, come annunciato dal museo. I curatori indagheranno le connessioni tra specie, i legami familiari, gli intricati rapporti geopolitici, le affinità tecnologiche, le mitologie condivise e i sostegni infrastrutturali che definiscono il nostro tempo. “Più che offrire una risposta definitiva alla vita odierna, questa edizione mette in primo piano l’atmosfera e la tessitura, invitando i visitatori in ambienti che evocano tensione, tenerezza, umorismo e disagio“, si legge nel comunicato di presentazione.
Il percorso curatoriale è il risultato di un anno intenso di ricerche, durante il quale Guerrero e Sawyer hanno visitato oltre 300 studi d’artista in tutto il mondo. “Ci saranno nuove scoperte, anche per gli addetti ai lavori”, ha affermato Sawyer al New York Times, sottolineando come molti degli artisti selezionati siano raramente stati esposti a New York. Tra i nomi annunciati figurano il duo palestinese Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme, Kamrooz Aram (Iran/Stati Uniti), Joshua Citarella (Stati Uniti) e Sung Tieu (Vietnam/Germania).
Marcela Guerrero ha spiegato che la Biennale interrogherà temi come la parentela e le infrastrutture per far luce sul modo in cui gli artisti si connettono con il mondo, ma a volte lo rifiutano. L’evento metterà anche in discussione il ruolo degli Stati Uniti negli affari globali. “Ampliare la nozione di cosa sia l’arte americana – o addirittura di cosa sia l’America – è stato stimolante e non fa tipicamente parte di ciò che facciamo”, ha dichiarato Guerrero.
Il direttore del Whitney Museum, Scott Rothkopf, ha elogiato la selezione, definendola una scelta che “non cerca di semplificare la stranezza dei nostri tempi…ma permetterà ai visitatori di incontrare il mondo così come gli artisti lo percepiscono: strutturalmente instabile e carico emotivamente, ma anche pieno di possibilità“.
Il profilo degli artisti riflette un panorama generazionale e identitario in evoluzione: la maggior parte sono millennial (sotto i 45 anni), circa un terzo si auto-identifica come queer, e molti operano tra New York e la California.
Ecco la lista degli artisti e collettivi alla prossima Whitney Biennale
Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme (1983 / 1983); Kelly Akashi (1983); Kamrooz Aram (1978); Ash Arder (1988); Teresa Baker (1985); Sula Bermudez-Silverman (1993); Zach Blas (1981); Enzo Camacho & Ami Lien (1985 / 1987); Leo Castañeda (1988); CFGNY (Fondato 2016); Nani Chacon (1980); Maia Chao (1991); Joshua Citarella (1987); Mo Costello (1989); Taína H. Cruz (1998); Carmen de Monteflores (1933); Ali Eyal (1994); Andrea Fraser (1965); Mariah Garnett (1980); Ignacio Gatica (1988); Jonathan González (1991); Emilie Louise Gossiaux (1989); Kainoa Gruspe (1995); Martine Gutierrez (1989); Samia Halaby (1936); Raven Halfmoon (1991); Nile Harris with Dyer Rhoads (1995 / 1996); Aziz Hazara (1992); Margaret Honda (1961); Akira Ikezoe (1979); Mao Ishikawa (1953); Cooper Jacoby (1989); David L. Johnson (1993); kekahi wahi (Fondato 2020); Young Joon Kwak (1984); Michelle Lopez (1970); José Maceda (1917); Agosto Machado; Oswaldo Maciá (1960); Emilio Martínez Poppe (1993); Isabelle Frances McGuire (1994); Kimowan Metchewais (1963); Nour Mobarak (1985); Erin Jane Nelson (1989); Precious Okoyomon (1993); Aki Onda (1967); Pat Oleszko (1947); Malcolm Peacock (1994); Sarah M. Rodriguez (1984); Gabriela Ruiz (1991); Jasmin Sian (1969); Jordan Strafer (1990); Sung Tieu (1987); Julio Torres (1987); Anna Tsouhlarakis (1977); Johanna Unzueta (1974)











