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L’osservatorio del presente. Roma caput artis

UNAROMA. Installation view of the exhibition at MACRO, Roma, 2025 © photo: Ela Bialkowska OKNO studio
UNAROMA. Installation view of the exhibition at MACRO, Roma, 2025 © photo: Ela Bialkowska OKNO studio
Per l’arte l’ultimo mese del 2025 a Roma è stato dinamico e promettente, tanto da far sperare alla città un 2026 luminoso. Dopo anni non propriamente splendidi possiamo registrare i sintomi di un certo risveglio, a partire dalla riapertura del Macro, con la nuova direzione di una professionista di valore come Cristiana Perrella. Un’affollatissima inaugurazione ha salutato il nuovo corso dell’istituzione, annunciata dalla collettiva “UNAROMA”, ritratto firmato a quattro mani dalla direttrice con l’ex direttore Luca Lo Pinto: un display scenografico, una fitta programmazione di eventi live sia nel museo che in diversi spazi cittadini e una selezione di artisti non sempre convincente ma nel complesso di qualità.

La stessa qualità, sia allestitiva che di contenuti, riscontrabile nelle mostre “collaterali”: le prime due, curate da Perrella, sono One Day You’ll Understand. 25 anni da Dissonanze”, che ripercorre i 25 anni di vita del festival di musica elettronica Dissonanze e “Jonathas de Andrade. Sorelle senza nome”, dedicata ad un video dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade, dal forte valore politico. La terza esposizione è “Abitare le rovine del presente”, un’incursione originale ed interessante – ma un filo troppo affollata – sulle emergenze dell’abitare nelle periferie di Roma, documentate dallo sguardo attento e partecipato dei curatori Giulia Fiocca e Lorenzo Romito, fondatore del gruppo Stalker.

One Day You’ll Understand. 25 anni da Dissonanze. Installation view of the exhibition at MACRO, Roma, 2025, © photo: Ela Bialkowska OKNO studio

Programmazione di buona qualità anche per il MAXXI, con tre mostre: oltre alla retrospettiva “1+1 L’arte relazionale”, curata da Nicholas Bourriaud (il teorico del movimento), da non mancare la spettacolare antologica dell’artista italiana Rosa Barba “Frame Time Open” e “Roma nel mondo, una comparazione urbanistica e sociologica tra la città eterna e altre 17 capitali internazionali, raccontata da Ricky Burdett. Infine, al MAXXI Corner, spicca la collettiva “Quanto Buio Serve Per Vedere”, un progetto che coinvolge dieci artisti – da Leandro Erlich a Elisabetta Benassi, da Lucia Cantò a Friedrich Andreoni – proposto dal Collettivo Curatoriale del Master in Art Management della Luiss Business School. Un rigoroso spaccato del contemporaneo delle ultime generazioni, allestito in maniera assai efficace con diverse opere significative, in un intelligente e raffinato equilibrio tra scultura, fotografia e video, a dimostrazione dell’efficacia del Master proposto dalla prestigiosa università.

Un’altra storica istituzione romana, l’Accademia di San Luca, propone una piccola ma assai accurata mostra, “Fausto Pirandello. La magia del quotidiano”, curata da Fabio Benzi e Flavia Matitti. Una cinquantina di opere, tra dipinti e disegni, documentano la traiettoria di una delle figure più interessanti e originali della prima metà del Ventesimo Secolo, tra espressionismo e Scuola Romana, realismo e astrazione. Molti i capolavori, tra i quali spiccano “Nudo in prospettiva” (1923), “Donne con salamandra” (1928-1930), “La tempesta” (1938) e “Bagnanti” (1939), oltre alle opere più tarde ma interessanti, come “Mezzogiorno” (1955) e “Bagnanti sulla spiaggia” (1961 ca.), mentre nella sezione dedicata alle opere su carta troviamo “La sarta” (1928 ca.) e “Quattro figure (Soldati)” (1940-44 ca.). Un artista da riscoprire, anche per la sua capacità di riprendere il corpo femminile in maniera cruda e sofferente, come farà, alcuni decenni dopo, il grande Lucien Freud.

Diverse novità anche nel settore delle gallerie private: riapre T293 nella nuova sede di piazza del Catalone, in un angolo fascinoso e nascosto di Borgo Pio, con “Sacred Hair”, la personale della giovane artista spagnola Nieves González, dedicata alla figura di Maria Maddalena, autrice di una serie di tele figurative pervase da una drammaticità barocca e sontuosa, accompagnate da un testo di Victoria Rivers. La galleria Continua presenta i grandi disegni dell’artista franco-algerino Adel Abdessemed, caratterizzati da un tratto profondo a carboncino: tra le opere riunite nella mostra “Primavera romana” si distingue senz’altro “Politics of the Studio, Pope”, che rappresenta la scena di Papa Francesco solo in Piazza San Pietro durante il lockdown del 2020, restituendo la forza drammatica della ricerca di Abdessemed.

Primavera Romana 2025, exhibition view Galleria Continua, Roma. © Adel Abdessemed, Paris ADAGP 2025. Photo: Giorgio Benni

Infine, anche nel settore dell’arte pubblica Roma da segni di rinascita: oltre a “Tools”, il progetto di Elisabetta Benassi per Murales, dove i silos di piazza Venezia della Metro C si trasformano in supporti per le gigantesche mani degli operai del cantiere che reggono gli utensili, è senz’altro significativo il progetto “Benu” di Eugenio Tibaldi, che ha realizzato due fenici luminose per la Casa Circondariale Femminile di Roma, ispirate dai disegni di un gruppo di detenute. Curato da Marcello Smarrelli e promosso dalla Fondazione Severino in accordo con la Fondazione Pastificio Cerere, il progetto restituisce all’arte contemporanea la capacità di rendersi necessaria per aiutare i più deboli ad immaginare un futuro migliore. E in una città come Roma, tradizionalmente legata all’archeologia e al barocco in maniera quasi ossessiva, questi segnali non sono da sottovalutare.

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