
Si sa, i media sono crudeli e c’è stata, in fondo, un po’ di perversa ironia nel raccontare le vicende che hanno colpito il Louvre dal 19 ottobre scorso, data del furto dei gioielli dell’Imperatrice Eugenia, dal valore stimato di 88 milioni di euro. Sì, perché in fondo un colpo così nemmeno in un episodio di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo abile nell’arte del travestimento che, sarà un caso?, fu creato proprio dalla fantasia del francese Maurice Leblanc, nel 1905. Pochi anni dopo, nel 1911, Vincenzo Peruggia rubò dal Louvre la Monna Lisa, in uno dei colpi più celebri del mondo.
E più di cent’anni dopo, ancora il Louvre e ancora un furto (anche se la serie Netflix Lupin, con Omar Sy, era già stata lanciata nel 2021), trasformano la cronaca in quella che è sicuramente la notizia dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle, e che come oggi accade, è diventata “virale”: all’impazzata è girato sul web il breve video dei ladri che fuggono sullo scooter, minuti dopo aver fatto irruzione alle Gallerie d’Apollo. Virali sono diventati i meme, e curioso è il fatto che – quasi per empatia e perché ben sappiamo di come vanno le cose ai vertici, abbiamo quasi tifato per i malviventi, visto che quello che si è succeduto nelle settimane successive, e che puntualmente vi abbiamo riportato, ha avuto dell’incredibile: la perdita d’acqua che ha colpito la Biblioteca egittologica, l’aumento del biglietto per gli extra-europei (un modo come un altro per fare cassa?) e ovviamente le diatribe tra Laurence Des Cars, la direttrice del museo, e il Ministro della Cultura insieme al Senato francese, proprio su una questione sicurezza che sembra essere stato ripetutamente ignorato, anche a livello informatico: le password degli accessi dei dipendenti, fake news o verità, pare fossero impostate come “Louvre”. Un museo, insomma, colabrodo, corso a stanziare 80 milioni per aumentare la sicurezza soltanto settimane dopo l’assalto.
Insomma, certamente il Louvre ci ha dato una mano, anche a livello di contenuti editoriali, e ora ci regala la perla di questi ultimi giorni dell’anno: una serie di sbarre sono state installate, proprio negli ultimi giorni, alla finestra da cui i ladri erano entrati a ottobre. Francis Steinbock, vice-amministratore del museo, ha dichiarato all’AFP che le sbarre sono uno dei passi in questa direzione, facendo il pari con la des Cars che aveva promesso di installare le sbarre “prima di Natale”. Se non fosse il Louvre sembrerebbe uno spot elettorale. Auguri!









