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La Scultura interroga la Pittura #1

Per Pablo Picasso «la scultura è il miglior commento che un pittore possa fare sulla pittura», Barnett Newman definiva invece la scultura come «quella cosa su cui inciampi quando indietreggi per guardare bene un quadro». Ma cosa accadrebbe se l’inciampo diventasse il fruitore delle opere che l’attorniano? Cosa accadrebbe cioè se scultura e pittura si trovassero a contrapporsi, sponendosi l’una alla presenza dell’altra? Il sarcastico Salvador Dalí affermava che «il meno che i possa chiedere a una scultura è che stia ferma», nulla vieta di poterle però accordare la facoltà di guardare la propria “nemesi”.
Il ciclo La scultura interroga la pittura cercherà di instaurare dei momenti dialettici in cui unascultura possa colloquiare con un dipinto, creando così un legame tra un maestro del passato e unartista contemporaneo. Ogni scultura – figurativa e a grandezza reale – sarà posizionata di fronte a un quadro della collezione permanente, dando l’idea che le sculture siano esse stesse dei connoiseurs d’arte, assorti nella suadente allure della pittura. Le prime opere che instaureranno tra loro un rapporto di affinità elettiva sono la Marmaraviglia II di Piero Dorazio (1963, olio su tela, 196×111 cm) e I forgot how the prayer ends di Gehard Demetz (2010, legno, 182x46x32 cm).
Piero Dorazio è stato l’erede della pittura astratta e concreta delle avanguardie storiche. Nel dipinto Marmaraviglia II assistiamo alla stratificazione di trame coloristiche che si intersecano sino a creare una sorta di saturazione visiva. Organizzati sottoforma di linee-forza autonome, gli Città di Lissone Provincia di Monza e della Brianza Settore Servizi Culturali Servizio Museo e Attività Museali elementi del quadro sono scanditi in modo armonico e strutturati secondo rapporti cromatici.
Fermamente convinto del valore simbolico dei colori, Dorazio ha spinto la sua ricerca sino a dar vita a dipinti che producono nel percipiente una fortissima tensione psicologica. Tensione che sembra recepita dal fanciullo di Gehard Demetz, costretto a serrare le proprie palpebre. Il rigore geometrico del colore pare inoltre irraggiarsi dal quadro verso la scultura, imbevendo la maschera
antigas che il ragazzo stringe nella mano sinistra. Come fosse inebriato dai reticoli del maestro aniconico, l’intervento pittorico tradisce così la vera “pelle” del legno.
Se la ricerca di Dorazio è sempre stata diretta verso la definizione di un’immagine plastica, l’effetto volumetrico di Demetz si muove sotto il segno di uno scarto rispetto alla tradizione e di un respiro nel climax della contemporaneità; l’artista ridona attualità alla poetica del legno, materiale che trova nuova linfa vitale nelle figure di adolescenti (che non sono altro che forme di-segnate dalla
forza espressiva dello scalpello). Le due opere diventano quindi parti inscindibili di un dialogo tanto ineffabile quanto serrato: un intreccio di trame-colori nel caso di Dorazio e di legni-tasselli nel caso di Demetz. E poiché il fanciullo dichiara di aver “dimenticato come finisce la preghiera”, siamo indotti a identificare Marmaraviglia II con i “sacri rettangoli”, ossia le icone che un tempo adornavano le chiese e che oggi invadono la nostra vita – la più quotidiana, sin dall’infanzia.
Piero Dorazio è nato a Roma nel 1927. Muore a Perugia nel 2005.
Gehard Demetz è nato a Bolzano nel 1972, vive e lavora a Selva di Val Gardena.
Museo d’Arte Contemporanea
Viale Padania 6 (fronte stazione FS)
20851 Lissone – MB
PIANO INTERRATO
14 marzo – 28 aprile 2013
LA SCULTURA INTERROGA LA PITTURA #1
GEHARD DEMETZ & PIERO DORAZIO
a cura di Alberto Zanchetta
inaugurazione giovedì 14 marzo ore 19:00
INFORMAZIONI
www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 – 039 2145174
ORARI
Martedì, Mercoledì e Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23; Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
INGRESSO LIBERO

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