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Caravaggeschi in mostra a Parigi

Anonimo toscano attivo a Roma (?), 1615-20, Ganimede, olio su tela, cm 150,5 x 214

Parigi. 11 aprile 2013. Una mostra in galleria che dura tre mesi. “Proprio come fanno i musei”, afferma Giovanni Sarti con quel giusto tocco di autoironia. Ha inaugurato ieri sera alla Galerie G. Sarti di Feuburg Saint Honorè la rassegna dal titolo “Peintres Caravagesques Italiens. Peintre de la Réalité” che resterà aperta fino al 12 luglio (dal lunedì al venerdì 9.30-13, 14.-18.30, 137 rie du Fuaburg Sant-Honoré, Parigi, tel. 0142893366 info: www.sarti-gallery.com).

Se i tre mesi canonici per le mostre nei musei sono solitamente legati a limiti ragionevoli per i prestiti, in questa caso la scelta è suggerita dalla stagione favorevole, la primavera parigina, per accogliere visitatori da fuori con un proposta allettante dal punto di vista delle qualità e delle novità. I collezionisti e i conoscitori che martedì hanno presenziato all’apertura del Salon du Dessin alla Bourse si riversano da oggi vedere la selezione di 22 dipinti che propone l’antiquario italiano Giovanni Sarti, all’estero da oltre quarant’anni, con una prima galleria a Londra nel 1976 e poi l’apertura di quella di Parigi, nel 1996, in un bel hôtel particulier nel quartiere più chic della Ville Lumiére.

La mostra propone una selezione di tele dipinte quasi tutte nel primo quarto del XVII secolo, dunque a ridosso dell’attività di Caravaggio e subito dopo la sua morte, nel 1610. Nelle capitali del caravaggismo, a Roma e Napoli cioè, con opere di Battistello Caracciolo, Jusepe Ribera e Luca Giordano, per esempio, assai sugose e veraci. Ma anche nelle altre città d’Italia, come Firenze, Milano e Firenze. E’ qui che si declina il verbo del Merisi con accenti diversi, ben riconoscibili, pur sempre allineati a quella tendenza forte impregnata di verismo.

Ecco dunque l’eleganza sorniona di un Re Clodoveo di Orazio Riminaldi, presente anche con un Ercole assai scenografico, cui giova l’impatto dimensionale della tela. Tra i toscani, anche Antiveduto Gramatica, più noioso, certo, ma di qualità.

Orazio Riminaldi (Pisa 1593-1630), Ercole e Acheloo, olio su tela, cm 168 x 225

Occupa con prepotenza la scena milanese un Cristo flagelato di Daniele Crespi, intenso e procaccinesco al massimo.

E per Genova l’opera da vedere è la Pietà di Bernardo Strozzi che il museo di Cleveland qualche anno fa ha dismesso stranamente, senza preoccuparsi cioè di restaurarlo prima e constatare così, sotto lo strato di sporcizia e le ridipinture, il valore di quelle pennellate esuberanti che fanno del Cappuccino genovese uno dei grandi del Seicento.

Bernardo Strozzi (Genova 1581/82 – Venezia 1644), Pietà, olio su tela, cm 95 x 132

Bello anche il nucleo dei seguaci più vicini al maestro, in diretto rapporto con lui e quindi ricettori immediati dell’impatto violento della sua arte dirompente. Un San Sebastiano di Bartolomeo Manfredi, due opere di Bartolomeo Cavarozzi, una di figura e una natura morta arcaica, di quelle che un tempo erano date all’anonimo Maestro della Natura Morta Acquavella e che oggi la critica riconosce al viterbese Cavarozzi.

L’aspetto più intrigante della mostra però, per collezionisti, è la presenza di alcuni quadri anonimi di assoluta qualità. Il San Giovanni Battista  del Maestro di Baranello, vicino a Mao Salini senza però essere suo; una tela del “Monogrammista DCI” vicino a Giovanni Martinelli. Sono vere e proprie sfida per l’occhio del conoscitore che hanno messo alla prova anche i molti visitatori colti e navigati della materia che hanno visto alcuni di queste dipinti già a Maastricht, qualche settimana fa. Che dire per esempio del bellissimo Ganimede ? Personalmente ci leggo un’inflessione napoletana, di un naturalismo misto al classicismo come si può avere per esempio in Andrea Vaccaro. Ma la tesi che ha predominato tra gli studiosi interpellati è quella di un maestro toscano attivo a Roma. Ma, giustamente, nel catalogo che accompagna la mostra (con contributi di Claudio Strinati, Francesca Baldassari, Riccardo Lattuada, Daniele Benati, e altri), Sarti ha voluto lasciare un grande punto interrogativo.

Maestro di Baranello, 1620-30 ca., San Giovanni Battista, olio su tela, cm 100 x 136,5

Indice di serietà. Per un settore come quello del collezionismo di antico in cui ci si affanna a cercare certezze, dimenticandosi di quanto sia seducente, invece, convivere col mistero.

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Informazioni utili:

«PEINTRES CARAVAGESQUES ITALIENS, PEINTRES DE LA RÉALITÉ»

GALERIE G. SARTI,
137 RUE DU FAUBOURG SAINT-HONORÉ, 75008 PARIS
01 42 89 33 66.
www.sarti-gallery.com

L’exposition  est ouverte du 11 avril au 12 juillet 2013, du lundi au vendredi de 9h30 à 13h et de 14h à 18h30.

Possibilité de visites commentées gratuites, sur réservation.

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