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Venezia – Restaurato il Cortile dello Scamozzi

Lo visitano oltre 250 mila persone ogni anno, si trova in Piazza S. Marco e conserva tesori unici al mondo. Per valorizzare al massimo le sue potenzialità è iniziata una nuova fase che culminerà nei prossimi anni in un nuovo progetto di ordinamento delle collezioni e in un nuovo allestimento. Questo splendido museo di collezionismo di antichità dovrà sapersi rapportare con la contemporaneità delle nuove tecnologie e con i multiformi tipi di pubblico che da tutto il mondo viene a Venezia.

E, in parallelo, sono iniziate attività originali e di particolare coinvolgimento per il pubblico come “il Percorso Museale di Ascolto di Primavera” (5 maggio) la presentazione di avanzatissime attività diagnostiche, di un 3D e un SW di realtà aumentata per il pezzo più importante del Museo, la “Capsella di Samagher” (8 maggio) attività didattiche, altre proposte culturali, nuovi linguaggi, insomma tutto ciò che fa di un museo non solo un luogo di conservazione di reperti, ma un motore culturale per coloro che, locali o di passaggio, intorno ad esso vivono o fluiscono.
Alla fine di questo nuovo percorso, il Museo Nazionale Archeologico di Venezia “sarà uno dei fulcri di interesse assoluto dell’area marciana. Lo dobbiamo alla sua storia, a coloro che con le loro donazioni lo hanno creato e arricchito e ai tesori unici al mondo che conserva”, afferma il Soprintendente Giovanna Damiani.
Un segnale, importante, della volontà di rinnovare in profondità l’Archeologico lo si avrà con la riapertura, dopo restauri, del Cortile cinquecentesco, su Piazzetta San Marco 17, dell’ingresso storico del Museo. L’intervento che verrà presentato il 2 maggio è stato finanziato dal Magistrato alle Acque e dalla Soprintendenza Speciale Polo Museale, eseguito dalla ditta Eikona s.a.s sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Esso ha riguardato la messa in sicurezza e il restauro conservativo dei materiali lapidei e degli intonaci di due prospetti del raffinato cortile di Vincenzo Scamozzi, l’architetto vicentino che con il suo progetto, pervaso di cultura classicistica, risultò vincitore nel 1582 nella prima costruzione delle Procuratie Nuove, le abitazioni dei Procuratori di San Marco.
Il cortile costituiva l’ingresso monumentale per il primo degli appartamenti, partendo dal lato orientale della Piazza: quest’appartamento al primo piano ospita oggi le Sale del Museo Archeologico Nazionale.
Il Cortile è tornato al suo antico splendore almeno su due delle quattro facciate attraverso un restauro accurato e rispettoso anche dello stratificarsi nel tempo di storici interventi di manutenzione, preceduto dalle dovute indagini conoscitive e di diagnostica.
Ora entrando da Piazzetta San Marco, l’imponente facciata con loggia trabeata a tre ordini sovrapposti torna ad accogliere e sorprendere il visitatore, che viene attratto anche dalla bellissima statua, più grande del vero, di Agrippa, genero di Augusto, che circondata dalle coppia di grandi colonne in pietra d’Istria non sembra rimpiangere la sua posizione originale davanti al Pantheon romano da cui probabilmente proviene. La splendida statua-ritratto in nudità eroica è come se guardasse il visitatore con comprensione, come se volesse introdurlo alla visita degli splendidi tesori del Museo, un museo di collezionismo di antichità, uno dei più antichi musei pubblici d’Italia, fondato nel 1587, grazie alla lungimiranza di due raffinati prelati rinascimentali, Domenico e Giovanni Grimani.
“Con la riapertura del Cortile comincia – afferma il Soprintendente Giovanna Damiani – una nuova fase per il Museo Archeologico, che prevede nel prossimo futuro un nuovo ordinamento del percorso di visita, che permetta agli oltre 250.000 visitatori annui di apprezzare al meglio, all’interno del vincente Percorso Integrato dei I Musei di Piazza San Marco, gli oltre 11.000 manufatti, fra statue, ritratti, rilievi, monete, ceramiche, gemme: alcune di queste opere, provenienti dalla Grecia e dall’Asia Minore, da Roma, da Aquileia, sono descritti in tutti i libri di storia dell’arte, trattandosi di veri e propri unica. Il nuovo ordinamento comporterà un nuovo allestimento del Museo che unisca rigorosi criteri scientifici di esposizione alle nuove tecnologie: arte antica e nuove tecnologie saranno un connubio perfetto, ancora più perfetto in una città come Venezia”. Il cortile di ingresso è quindi solo l’inizio di questa nuova primavera.

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