Sì, salvate il soldato Angiola, Angiola Tremonti, dalle bordate di fuoco sparatele contro, già al solo annuncio della sua prossima, anzi imminente, mostra alla Villa Reale di Milano.
Non stropicciatevi gli occhi, non sto assumendo la difesa d’ufficio della signora e del suo lavoro che trovo, a mio personalissimo giudizio, privo di qualsiasi interesse ed anche un poco dilettantesco. Gli è che non amo il tiro al piccione, soprattutto se gli si spara per colpire l’aquila, meglio, le aquile, nelle persone del Ministro fratello, del Sindaco Letizia Moratti e della sua giunta.
Con questo non voglio dire che la location non sia sproporzionata rispetto ai meriti artistici della Signora Angiola, né che non vi sia un conflittuccio di interessi, peraltro da Lei stessa invocato per la nota vicenda di Largo Mahler. Voglio solo dire che è troppo facile colpire la debolezza personale ed il legittimo desiderio di esporre il proprio lavoro tralasciando invece, per esempio, di rimarcare l’involontaria ironia di alcuni commenti critici costretti alla più lirica astrazione per trovare un senso a quel che senso non ha, se non per l’autore. Se poi il recensore capo sta pure sempre con il ditino alzato a stigmatizzare altrui comportamenti, dimostra di avere la lingua versatile oltre che la penna facile. Va be’ che fra Mobiles e Mabilia ci corre il mare, va però detto che mostre del genere sono sempre esistite e chi ha uso di mondo sicuramente ricorda per esempio i “padiglioni delle fidanzate” alle Biennali, quindi scandalo sì, ma non esageriamo! E poi, in fondo, va bene anche questa mostra anzi, è giusto così, rispecchia una Milano incapace ormai da molti anni di riappropriarsi di un ruolo e di una posizione nel contesto europeo che un tempo le è appartenuto e che goffamente cerca di riconquistare oscillando ora tra provinciali tentativi internazionalisti e ora tra melanconiche proposte strapaesane. Inutile invocare altri destini per l’amata Milano, non è il suo momento, gli Dei le hanno riservato un’altra sorte per ora, come le tormentate vicissitudini legate all’Expo dimostrano. A scanso di equivoci, in ultimo vorrei ricordare alla popolazione tutta (scherzo ovviamente) che fummo gli unici a sfottere la politica culturale della giunta meneghina in occasione della presentazione alla stampa -sempre a Palazzo Reale mannaggia!- del “Monumento al Mediterraneo” e al cui commento vi rimandiamo.
E per non smentir quel che ormai è una tradizion vi propongo ‘sto bel video dedicato agli scribi tutti che guardan le pagliuzze altrui senza curarsi delle travi proprie…
in punta di pennino