Basta, per favore, abbiate pietà! Non passa giorno che il tormentone Cattelan a Milano non si arricchisca di nuovi esilaranti episodi: il dito sì, il dito no… per tutta la durata della mostra, no per dieci giorni… e poi il Papa offende ma va bene lo stesso… il manifesto con su Hitler? nooo! è troppo signora mia, qui non si rispetta più nessuno!
E giù commenti (pure il nostro), interviste, dotte opinioni, curiose proposte. La più bella: gli incassi della mostra (quali?) saranno devoluti per finanziare un prossimo museo della Shoah (ma quando mai!), però la mostra avrà orario ridotto. Ottimo ma, coup de théàtre, pare che il pupazzo del Führer, solo rappresentato nel manifesto contestato e non in esposizione, sia stato acquistato, secondo quanto dichiarato dallo stesso Cattelan, da tre collezionisti ebrei. Fantastico!
Intanto l’assessore Massimiliano Finazzer Flory, d’ora in avanti per noi confidenzialmenteFlo, minaccia dimissione ma anche no. Poi ci si mette pure Oliviero Toscani, il profeta della provocazione, dichiarando che se l’arte non offende che arte è? Fedele al mantra: se non c’è provocazione non c’è arte! Cribbio!!!
Bene, chapeau! ancora una volta il mago Silvan dell’arte ha messo tutti nel sacco ottenendo l’effetto desiderato, oltretutto ricicciando opere vecchie dal contenuto polemico ormai spompato, riammantandole però di nuovi significati psicanalitici confessati ad inginocchiate intervistatrici, ubbidienti “Vestaglie” dell’Arte e del Verbo.
Bene così! un tempo non lontano nel mondo delle idee contava la primogenitura, ora nell’era iper comunicativa vale la regola dell’ultimo, cosicché questo De Dominicis delle consierges, con la sua scatoletta da piccolo prestigiatore, incanta le platee di mezzo mondo, il mezzo che “conta” naturalmente. Del resto citando Uno che ci capiva, si potrebbe dire: “beati gli ultimi perché saranno i primi”.
A questo punto non ci rimane altro che un gran bel grido liberatorio: per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!
in punta di pennino