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Seletti-Scarsella, clessidre creative

Lui è Stefano Seletti, al timone dell’azienda di design che porta il suo cognome, fondata dal padre Romano, nel 1965, a Cicognara, in provincia di Mantova. Lei è Claudia Scarsella, artista e designer, nota per i suoi collage, sia tradizionali che digitali che fondono illustrazioni, foto, disegni a mano (a volte da lei stessa realizzati), con trame grafiche e tonalità cangianti.

Dal loro incontro nasce l’idea delle clessidre illustrate:  quattro oggetti “segna tempo”, finemente decorati, con  forma a doppio diamante (il formato grande, da un’ ora, è stato progettato ad hoc) che esprimono un estro decisamente fuori dagli schemi. Il prodotto realizzato piace- prima in Italia e poi all’estero- e inizia a fare il giro del mondo, tra le fiere di New York, Parigi e Londra.

Seletti, del resto, è abituata a continue ed entusiasmanti avventure, da sempre investe su giovani designer, italiani e internazionali, «con la volontà di creare un gruppo, per crescere ed evolvere insieme. Una sfida che sta portando a grandi risultati». «Sto collaborando anche con personaggi estranei al mondo del design: artisti e visionari, con i quali vorrei scavalcare alcune barriere – afferma Stefano Seletti dalle pagine del sito aziendale- la mia inusuale formazione, non propriamente accademica, mi porta a essere ‘trasversale’ e viaggiare nell’idea di una nuova bellezza».

«Conoscevo il brand Seletti da molto tempo, mi è sempre piaciuta la loro leggerezza, l’ironia, la capacità di fondere qualità, ispirazione, creatività e l’accessibilità dei prezzi» dichiara Claudia Scarsella, laurea in fashion design al Central Saint Martins College di Londra e in architettura al Politecnico di Milano, un nutrito portafoglio di esperienze professionali, tra cui quelle con Alexander McQueen, Boudicca, Riccardo Tisci, Premio Arte Mondadori, Targa Oro, sezione Grafica, nel 2010 e l’inserimento, nel 2013, nell’elenco dei 150 artisti italiani contemporanei “da seguire” e su cui investire, stilato dal “Corriere della Sera”.

«Stefano Seletti è una persona molto garbata, disponibile e curiosa di intraprendere nuovi percorsi. La prima volta ci siamo incontrati nella loro sede, io avevo parte dei miei lavori con me e gli mostrato la mia capacità di interagire con progetti di design, anche andando oltre i risultati della mia traiettoria artistica. L’idea che io intervenissi con delle illustrazioni su La clessidra è nata immediatamente. Il resto è stato un percorso agevole e nutriente: tutte, proprio tutte, le persone dell’azienda Seletti con cui sono entrata in contatto hanno dimostrato gentilezza, disponibilità e professionalità eccellenti. Non mi era mai capitato di lavorare con una realtà che avesse tutte queste qualità».

«Abbiamo chiesto a Claudia Scarsella, giovane artista che propone interferenze tra arte e design, di interpretare La clessidra- dichiara Stefano Seletti-  un oggetto molto richiesto e apprezzato, in quanto l’abbinamento tra forma e movimento è molto attraente. Esattamente come le fontane nei giardini giapponesi, anche la clessidra è un prodotto con un’anima ‘che si muove’, bella da vedere e l’arte di Claudia Scarsella è perfettamente in linea con questa filosofia».

Presentate al Macef di Milano, con packaging personalizzato che reca il nome e i testi di Claudia Scarsella, le clessidre hanno fatto la spola tra le principali fiere internazionali di design, da Home di Londra a NYIGF di New York, passando per Maison & Objet di Parigi e hanno ricevuto apprezzamenti dalle principali riviste del settore. «Spero che questo sia soltanto l’inizio di una fantastica avventura e di una bellissima collaborazione» afferma Claudia Scarsella che definisce i suoi collage «strati di storia, emozioni sciolte e scolpite, racconto aggraziato di sentimenti e, al tempo stesso, ripetizione e disciplina che danza, imperativo di perfezione».

A legare Claudia Scarsella al design italiano è anche l’instancabile amore per il proprio Paese e per le sue mille sfaccettature: «dell’Italia amo i dettagli e gli strati di storia che si sovrappongono. L’amo perché è antica e nelle sue proporzioni antiche, vi trovo armonia contemporanea. In fondo la amo perché è un collage».

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