“Per occuparsi di gossip e trash bisogna essere colti!” afferma lapidario un garrulo Carlo Rossella al sontuoso rinfresco ospitato due giorni fa nell’aereo cortile del Museo del Bargello a Firenze in occasione del quindicesimo anniversario della rivista “Chi” del gruppo Mondadori.
Non così al corrente del mondo altrettanto “in” dell’arte sposata a moda e finanza, invece, il Soprintendente che obbliga a dismettere la scultura di Aaron Young dall’ancor più aereo sito dove fu collocata alcuni giorni fa. Trattasi di una carrozza dorata “impalata con esplicita allusione sessuale” – come confida l’autore – sopra una colonna in resina in fronte al romano Teatro Marcello. Tralasciando il giudizio su opera e provocazione, concentriamoci sul burocrate capitolino, il quale, per giustificare l’impopolare provvedimento che tosto gli mise contro il bel mondo suddetto, adduceva trattarsi di “ammasso di ferraglie da rimuovere”.
Diversi modi – nell’Italia delle mille teste dal pensiero debolissimo – di intendere lo sfruttamento dei nostri monumenti. Forse sarà il caso di seguire l’insegnamento del giornalista glam e adattarlo alla bisogna: “per occuparsi di cultura bisogna conoscere gossip e trash”.