Sembrano militari che studiano un piano d’assalto o dei giovani agenti 007 che entrano in passaggi vietati e nei depositi nelle stazioni delle metropolitane, scavalcano muri e si arrampicano in luoghi proibiti. Sono tre e sono organizzati. Ma non sono un commandos, sono solo writer che realizzano sopralluoghi su dove colpiranno a colpi di bombolette. E filmano tutto.
Sono Utah, Ether e Boris. Tre star per i fan dei graffitari. Arrivano dagli Stati Uniti (la coppia ormai nota Utah & Ether, mentre sembra che Boris sia ungherese) e portano le loro tag in giro per il mondo. L’altra faccia della medaglia, ovviamente, è quanto questa performance costerà alle casse dell’Atm. Probabilmente decine di migliaia di euro. Questo video è stato prodotto nei primi giorni di luglio e sta già spopolando sul web.
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C’è da chiedersi cosa ci sia dietro a questi raid, che hanno un vero e proprio sistema alla spalle che permette ai tre graffitari di creare dei filmati che sembrano promozionali. Come dei piccoli “corti” che porteranno un riscontro economico: più saranno diffusi i video delle loro “prodezze” più la loro visibilità sarà maggiore, più venderanno i gadget legati ai loro nomi.
Chiudiamo con la dichiarazione di Fabiola Minoletti, segretario generale dell’Associazione nazionale antigraffiti: «Ci troviamo di fronte a un graffitismo che non ha più connotati politici o di disagio sociale. Siamo arrivati a un writing puramente vandalico, in qualche caso con interessi commerciali, che continua a creare danni economici e degrado urbano».