Data
Data - 23 Ott 2010 until 27 Feb 2011
Luogo
Lugano
Categoria/e
fotografia
Artista
Curatore
Tra mito e realtà: arte e cultura dal Paese del Sol Levante
Museo Cantonale d’Arte e Parco di Villa Ciani
23 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
A cura del Museo delle Culture
Villa Ciani
23 ottobre 2010 – 27 febbraio 2011
Museo delle Culture, Heleneum
23 ottobre 2010 – 27 febbraio 2011Attività collaterali
Il Ciani
30 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Gli spettacoli
Palazzo dei Congressi, Nuovostudiofoce, Teatro Cittadella
9 ottobre, 21 ottobre, 26 ottobre, 29 novembre, 7 dicembre 2010
Museo d’Arte, Villa Malpensata, 23 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
La fotografia di Nobuyoshi Araki esprime e riattualizza molti dei temi che più strettamente si legano alla cultura giapponese. L’esposizione documenta l’opera dell’artista nelle sue diverse declinazioni: oltre alle celebri serie autobiografiche, come ad esempio Sentimental Journey/ Winter Journey che narra la relazione fra Araki e la moglie Yoko dal giorno del loro matrimonio fino alla malattia e prematura scomparsa di lei nel 1990, sono documentati i paesaggi urbani, le evocative immagini di fiori e di cibo, le poetiche serie dedicate al cielo e naturalmente le serie di nudi femminili e bondage cui, più che a ogni altro soggetto, si lega la fama dell’artista.
Da questo essenziale elenco emerge fino a che punto l’opera di Araki esprima la cultura giapponese, nell’esaltazione del mutare delle stagioni, della bellezza caduca dei fiori e della sensualità femminile. Le fotografie dell’artista non si limitano a una semplice registrazione di questi soggetti, ma rendono evidente e quasi tangibile anche agli occhi di un occidentale il carattere conturbante che essi assumono nella cultura nipponica.
La mostra riflette l’urgenza dell’artista di catturare il continuo mutare della realtà attraverso una documentazione fotografica serrata: accanto a quasi duemila scatti di medio o grande formato, sono presentate in una fittissima disposizione a mosaico tremila delle polaroid scattate dall’artista nel corso degli anni. Il visitatore viene dunque investito, e disorientato, da un impatto visivo generato non solo dai singoli scatti ma dall’insieme delle immagini. A rendere unica la mostra di
Lugano è infine la presentazione degli ultimissimi lavori di Araki fra cui le serie dedicate all’adorata gatta Chiro e, in anteprima mondiale, una serie di fotografie di grande formato sulle quali l’artista interviene con segni calligrafici, pittura e collages.
Museo Cantonale d’Arte, 23 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Il gruppo Gutai si costituisce nel 1954 a Ashiya, presso Osaka, su iniziativa del pittore Jiro Yoshihara insieme ai giovani artisti Shozo Shimamoto, Chiyu Uemae e Tsuruko Yamazaki. Gutai, che negli anni vedrà accrescere il numero dei suoi membri, sarà attivo fino al 1972, data della morte del venerato fondatore Jiro Yoshihara. L’attività del gruppo è caratterizzata da happening, installazioni all’aperto (da qui la denominazione “avanguardia sotto il cielo”), mostre di un giorno, action painting e performance di carattere teatrale.
La mostra al Museo Cantonale d’Arte intende focalizzare l’attenzione sul primo e secondo periodo Gutai (1954-1960 e 1961-1964 ca.), le fasi più intense e significative nella ricerca di nuovi linguaggi. L’intento è quello di approfondire la portata e l’eredità del gruppo a quasi quarant’anni dal suo scioglimento. Alla luce del crescente interesse (Biennale di Venezia 2009), la mostra si focalizza non solo sulla pittura gestuale Gutai, ma specialmente sugli esordi caratterizzati da performance e installazioni. Le opere esposte all’interno del museo permettono di apprezzare dal vivo lavori, abitualmente conservati in istituzioni nipponiche, di figure ormai leggendarie e di cogliere le peculiarità dell’arte astratta nel Paese del Sol Levante, mentre le installazioni all’aperto sono oggetto di un’autonoma sezione allestita nel Parco di Villa Ciani.
Coerentemente con la cultura giapponese, l’opera degli artisti appartenenti a Gutai non si serve dei materiali dell’arte per esprimere individualità artistiche, come avviene nella prassi occidentale. Nell’opera del gruppo ciò che presiede alla creazione è il desiderio di dare vita alla materia per rivelarne le qualità intrinseche. Il rapporto fra artista e materia appare dunque rovesciato: sono gli artisti a porsi al servizio dell’opera, anziché piegarla alla propria sensibilità.
Parco di Villa Ciani, 23 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
A cura del Museo delle Culture, Villa Ciani, 23 ottobre 2010 – 27 febbraio 2011
Il visitatore è introdotto, passo dopo passo, a una visione più matura dell’incontro tra il Giappone e l’Occidente. I temi principali sono la rappresentazione del paesaggio e la natura “educata” dalla cultura, l’importanza del mezzo fotografico nel definire l’immagine del Giappone, il gusto dell’esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le stampe del ukiyo-e.
L’esposizione presenta un’approfondita analisi dell’opera e degli stili dei principali fotografi, giapponesi e europei, attivi nel periodo in questione con una sorprendente esplorazione delle dinamiche storiche e antropologiche del “viaggio in Oriente” e dell’ “estetica del souvenir”.
Gli album di fotografie in mostra presentano coperte finemente laccate e scolpite che sono, a loro volta, un genere artistico di grande interesse. Il percorso espositivo presenta un apparato scenografico particolarmente suggestivo, come in una sorta di passeggiata all’interno di un giardino giapponese.
L’esposizione è completata dalla presenza di una cinquantina di opere d’arte e di raffinati oggetti di cultura materiale provenienti da alcune prestigiose collezioni private. Fra questi, una magnifica armatura di samurai del XV secolo, preziose sculture di carattere religioso, una raffinatissima selezione di abiti maschili e femminili e una scelta di straordinarie maschere del teatro Nō.
Museo delle Culture, Heleneum, 23 ottobre 2010 – 27 febbraio 2011
In estrema sintesi, gli shunga costituiscono una delle più vivaci manifestazioni di una riflessione etica ed estetica sulla brevità e transitorietà della vita, riflessione che esprime i valori del ceto borghese delle grandi città di quel tempo. Mercanti, artigiani, medici e artisti erano esclusi dal potere politico, ma, economicamente fiorenti, affermavano una concezione edonistica della vita, in aperto contrasto con la rigida morale neoconfuciana dei samurai che reggevano il paese. In definitiva, gli shunga materializzano la visione del mondo di coloro che irridevano il conservatorismo del potere politico, raffigurando il lusso, le feste, gli spettacoli teatrali e la vita delle case di piacere, dove i borghesi trovavano la compagnia di donne esperte nell’arte dell’intrattenimento e dell’amore.
L’esposizione, frutto di una ricerca condotta dal Museo delle Culture e dai suoi partner, intende guidare il visitatore alla scoperta di un genere artistico inusuale, ma che esprime un profondo legame con la vita e la cultura giapponese del suo tempo e, più in generale, con le filosofie e la visione del mondo delle civiltà dell’Oriente. La selezione presenta opere degli autori più importanti dell’evoluzione del genere degli shunga, da Koryusai a Kunimori, e comprende gran parte degli artisti più noti, come Kiyonaga, Utamaro, Hokusai e Hiroshige.
Il Ciani, 30 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Per tutto il periodo, una serie di iniziative collaterali favoriranno l’incontro del pubblico con la cultura giapponese attraverso molte sue affascinanti forme d’espressione.
Il Ciani ospiterà una serie di eventi e attività, a cura delle associazioni culturali Giappone in Italia e Giappone in Ticino, che permetteranno di osservare da vicino o prendere parte in prima persona ad alcuni momenti rituali e culturali della vita nipponica, realizzati e condotti da esperti conoscitori di ognuna delle discipline proposte. In particolare, vi sarà l’opportunità di assistere alla vestizione del kimono e della geisha, o alla cerimonia del tè, rito che in Giappone trascende la dimensione privata per assumere un significato sociale e spirituale.
Inoltre, si terranno ulteriori appuntamenti con la Cultura del Giappone, come dimostrazioni di ikebana, di arti marziali, oltre a proposte di corsi di origami e impacchettatura, potatura del bonsai, performance di calligrafia e canto.
Palazzo dei Congressi, 9 e 21 ottobre 2010
Nuovostudiofoce, 26 ottobre 2010
Teatro Cittadella, 29 novembre e 7 dicembre 2010
Il progetto Nippon contempla anche una serie di spettacoli a partire già da sabato 9 ottobre 2010, quando al Palazzo dei Congressi andrà in scena Kodo in concerto: un’eccezionale esibizione dei 13 musicisti-danzatori del più spettacolare e famoso gruppo giapponese di percussioni taiko – la Compagnia Kodo – in tournée mondiale e in esclusiva svizzera e unica data vicino all’Italia.
Giovedì 21 ottobre 2010, sempre al Palazzo dei Congressi, sarà la volta della Martha Graham Dance Company con uno straordinario spettacolo di danza articolato in 5 coreografie firmate dalla grande Martha Graham e le affascinanti scene dello scultore giapponese Isamu Noguchi.
Martedì 26 ottobre 2010 al Nuovostudiofoce, andrà in scena Nô e Kabuki, particolarissima conferenza danzata di e con Shiro Daïmon, uno dei massimi esperti e interpreti dell’arte gestuale tradizionale giapponese (in collaborazione con il Festival Internazionale del Teatro).
Lunedì 29 novembre 2010 al Teatro Cittadella, Teatro Kyôgen è una serata teatrale che mette in scena delle storie comiche giapponesi che richiamano situazioni, personaggi e tecniche della nostra Commedia dell’Arte. E per finire, martedì 7 dicembre 2010 al Teatro Cittadella, Madame de Sade di Yukio Mishima (con la Compagnia Teatroaperto/Teatro Dehon Teatro Stabile dell’Emilia Romagna e la regia di Piero Ferrarini) propone una visione al femminile della figura del Divin Marchese su un testo teatrale centrale nella produzione scenica dello celebre scrittore giapponese che è anche una straordinaria sintesi di elementi culturali europei e nipponici.