Interlinea festeggia gli 85 anni del critico d’arte e docente universitario novarese Marco Rosci con Le frontiere dell’arte, un prezioso volume illustrato in grande formato a cura di Francesco Gonzales che raccoglie, assieme a una serie di testi di importanti studiosi, una selezione di scritti scelti dall’autore stesso e divisi fra saggi e articoli nei suoi decenni d’attività, fra gli anni ’70 e ’90. Le frontiere dell’arte, testimonianza di una vita donata alla cultura, sarà presentata giovedì 19 dicembre 2013, alle ore 17, presso l’Auditorium della Banca Popolare di Novara, in via Negroni 11 a Novara con intervento di Filippo M. Ferro.
Le frontiere dell’arte
Una raccolta di testi di MARCO ROSCI
con saggi in suo onore a cura di Francesco Gonzales
con tavole d’arte a colori
E studi di Giulio Bora, Federico Cavalieri, Elena De Filippis, Marina Dell’Omo, Filippo Maria Ferro, Francesco Frangi, Francesco Gonzales, Andreina Griseri, Rosanna Maggio Serra, Alessandro Morandotti, Franco Moro, Antonello Negri, Marco Riccomini, Giovanni Romano, Aurora Scotti, Stefania Stefani Perrone, Jacopo Stoppa, Edoardo Testori, Edoardo Villata, Nancy Ward Neilson
Interlinea, pp. 400, euro 25
collana “Edizioni illustrate e d’arte”
Delineare un profilo di Marco Rosci non è semplice per la complessità dei suoi interessi e per la varietà dei suoi interventi: docente, giornalista, critico d’arte, ha curato mostre d’arte moderna e contemporanea, ha delineato mirabili profili di critica d’arte, ha coordinato gruppi di lavoro, ha ispirato colleghi e amici e le sue intuizioni restano pietre miliari nella storia dell’arte.
È per questo motivo che si è deciso di pubblicare, insieme a una serie di testi in suo onore a firma di valenti studiosi, un’antologia di scritti selezionati da Marco Rosci stesso e divisa in due sezioni: una prima parte dedicata ai saggi e alla critica di storia dell’arte e una seconda parte con un corposo inserto di articoli e recensioni apparsi sulla “Stampa” di Torino dal 1974 al 1999.
In questo formato, diciamo non comune, abbiamo voluto non solo rendere omaggio allo storico dell’arte, ma anche fornire uno strumento utile a studiosi, giornalisti, curiosi, insomma a coloro che volessero approfondire la personalità complessa di Marco Rosci ed avere, in un unico volume, una selezione di testi fondamentali del suo lavoro oggi rari o introvabili e che qui sono riportati con alcune immagini di corredo.
Marco Rosci è nato a Novara il 17 aprile del 1928. Dopo gli studi liceali nella sua città si iscrive all’Università Statale di Milano. Si laurea nel 1951 con Paolo D’Ancona con una tesi intitolataManierismo ed Accademismo dal Rinascimento all’età neoclassica che viene poi rielaborata e pubblicata col titolo Maniera e Accademia nel pensiero critico del Cinquecento in ACME nel 1956. Dal 1952 è assistente volontario presso la cattedra di storia dell’arte dell’Università Statale di Milano. Dal ’52 al ’56 insegna lettere in alcune scuole ed istituti della provincia di Novara; nell’anno scolastico 1956-57 insegna storia dell’arte al liceo classico Carlo Alberto di Novara, cattedra che lascia appunto nel 1957 diventando assistente incaricato all’Università di Milano mentre l’anno successivo vince il concorso per assistente ordinario di Anna Maria Brizio. Questa prima parte di carriera e di studi è dedicata in particolare allo storia dell’architettura: del 1953 è il saggio su Benedetto Alfieri (che qui pubblichiamo), sempre del ’53 la partecipazione al VIII Congresso di storia dell’architettura di Caserta dove argomenta le connessioni tra Juvarra e Vanvitelli. Nel 1961 consegue il perfezionamento in storia dell’arte antica, medioevale e moderna all’Università di Milano.Riprendendo la traccia di un curriculum dattiloscritto di Rosci risalente agli anni sessanta e riferendosi al periodo milanese: «[…] ciò mi ha permesso negli ultimi anni e sotto sicura guida di svolgere un’attività scientifica più ampia […] ho concentrato l’interesse sull’arte della mia zona d’origine e di residenza, posta a cavallo, storicamente e geograficamente, fra Piemonte e Lombardia, inserendomi in un momento, come quello attuale, particolarmente fruttuoso per gli studi sull’arte lombarda e piemontese del Cinquecento e Seicento». Una traccia netta per quella che sarà la sua storia professionale: il riordino della Pinacoteca di Varallo e il relativo catalogo del 1960, la mostra di C. Borsetti e di opere d’arte antica nella parrocchia di Boccioleto del 1961, la mostra del Pianca a Varallo del 1962, la partecipazione all’organizzazione della mostra varesina del Morazzone del ’62, la grande mostra novarese del Cerano del ’64. Nel 1965 diventa docente di storia della critica d’arte all’Università Statale di Milano. è del 1973 il trasferimento all’Università di Torino. Dopo la pensione è chiamato a insegnare storia dell’arte contemporanea all’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli, da cui prende congedo nel 1999. Come è stato ricordato in altre occasioni, sta tutto nelle dediche a margine di due impegni fondamentali della sua carriera il programma del suo fare: nel catalogo della mostra novarese del Cerano dedicato a Paolo D’Ancona e nella monografia del Cerano del 2000: ad Anna Maria Brizio e Giovanni Testori. Se dal professor D’Ancona nasce l’imprinting metodologico, l’attenzione verso le fonti documentarie e lo sconfinare nel campo dell’arte contemporanea, da Anna Maria Brizio è il rigore scientifico, gli studi su Leonardo da Vinci e il legame all’arte piemontese-lombarda, mentre dall’amico Giovanni Testori la comune passione per la pittura lombarda, per la Valsesia, in cui si conobbero nel 1960 in occasione della presentazione del catalogo della Pinacoteca di Varallo (primo intenso lavoro di riordino della Pinacoteca sfociato poi nel 1962 con la mostra dedicata a G.A. Pianca)