8 marzo-20 luglio 2014, Firenze – Palazzo Strozzi
In modo inusuale iniziamo dall’uscita: sono così numerosi gli spunti e le emozioni che questa mostra suscita, attraverso l’accostamento delle opere di Jacopo Carucci, detto il Pontormo (1494-1557) e Giovanni Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino (1494-1540), che giunti al termine della sua visita si prova il desiderio e l’esigenza di rivederla.
Oltre fare il percorso a ritroso, ancora meglio sarà visitarla una seconda volta, anche a distanza di tempo, facendo sedimentare le suggestioni che ha provocato. L’elemento distintivo della mostra, circa 90 opere in sequenza cronologica (il 70% della loro produzione), è la rara occasione di ammirare, nella stessa sala, le opere dei due artisti provenienti da diverse sedi (musei, altari etc.).
Pittori dal diverso linguaggio artistico, benché toscani e coetanei, formati alla scuola di Andrea del Sarto, loro maestro già a 23 anni. Hanno in comune: la “maniera moderna”, come la definiva il Vasari, l’anticonformismo, la spinta alla ricerca e all’innovazione. Elementi che, ben presto, determinano la loro distanza dall’equilibrata pittura “senza errori” (Vasari) del loro maestro Andrea del Sarto.
La prima sala con gli affreschi del Chiostrino dei voti dell’Annunziata dei tre artisti, poco più che ventenni, è una lezione di storia dell’arte: il Viaggio dei magi (1511) di Andrea del Sarto, l’Assunzione (1513) di Rosso Fiorentino e la Visitazione (1514-16) del Pontormo.
Le tre lunette, grazie al restauro per l’occasione, restituiscono la straordinaria forza cromatica dei due artisti. L’inclinazione naturalistica del Pontormo è diversa dalla pittura del Rosso, legata, invece, alla tradizione figurativa fiorentina quattrocentesca. Il diario del Pontormo (esposto, in questo periodo, a Madrid insieme a 70 disegni del Carucci alla Fundación Mapfre) testimonia, oltre i suoi pasti, dolori e aneddoti, anche le sue ossessioni, la sua paura della morte, la sua intensa spiritualità, il desiderio di ritirarsi per dedicarsi al disegno: ne eseguì molti per la Chiesa di San Lorenzo a Firenze, i cui lavori lo tennero impegnato dal 1545 al 1557 (anno della morte).
Rimase a Firenze e lavorò prevalentemente per i Medici, diversamente dal Rosso che viaggiò molto e i suoi committenti furono le famiglie aristocratiche repubblicane antagoniste dei Medici e vicine al Savonarola. Vasari nelle sue Vite (1568) racconta come Pontormo non andava a feste o luoghi dove si radunassero genti e fu oltre ogni credenza solitario, mentre il Rosso, ‘di pelo rosso conforme al nome… era dotato di bellissima presenza… era bonissimo musico… et un bellissimo compositore di figure’. Quest’ultimo, dedito alle discipline esoteriche, magia e Cabala, era lontano dal clima austero savonaroliano e trascorse, come pittore prediletto di Francesco I di Valois, i suoi ultimi 10 anni al castello di Fontainebleau.
Altro proficuo confronto, possibile solo grazie a questa mostra, quello tra, le pressoché coeve, Madonna della Arpie (1517) di Andrea del Sarto, la Pala dello Spedalingo (1518) del Rosso e la Pala Pucci (1518) del Pontormo.
Ampio spazio è dedicato alla ritrattistica e una sezione ai disegni dei due pittori. Gli anni della Riforma lasciano il loro segno anche nell’arte, Pontormo durante il suo soggiorno alla Certosa del Galluzzo dimostra di conoscere le stampe del Dürer, si ispira alla maniera tedesca e sviluppa uno stile astraente più congeniale alla sua tensione spirituale. Rosso, a Roma, entra in contatto con l’arte classica e resta coinvolto nel sacco del 1527.
In questi anni di guerre e capovolgimenti Pontormo esegue la Visitazione di Carmignano (1528), pala d’altare eseguita per la famiglia Pinadori, fornitori di colori per pittori.
L’intensità cromatica dei panneggi rigonfi è brillante e potente, grazie al recente restauro, l’atmosfera straniante e metafisica del dipinto, a cui contribuisce la sproporzione delle architetture sullo sfondo, lascia nel mistero lo sdoppiamento dei personaggi: le due figure femminili in secondo piano sembrano due alter ego delle protagoniste in primo piano, Maria ed Elisabetta. Nel 1530 i Medici tornano a Firenze, Pontormo continuerà a lavorare per loro, sia in città che nelle ville dei dintorni, mentre il Rosso non vi farà più ritorno. Esposti anche due arazzi, uno su disegno del Pontormo per Palazzo Vecchio e l’altro tratto dalla decorazione del Rosso della Galleria di Fontainebleau. Degne di interesse le numerose attività collaterali in programma, le aperture straordinarie di siti e il ‘passaporto’ con l’indicazione di itinerari toscani attraverso cui è possibile completare la conoscenza dei due artisti.
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Informazioni utili:
Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera”
Firenze, Palazzo Strozzi
Orario: Tutti i giorni 9.00-20.00, Giovedì 9.00-23.00. Accesso in mostra consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Biglietti: intero € 10,00; ridotto € 8,50; € 8,00, € 4,00 (Scuole)
Congiunto mostre Piano Nobile e CCC Strozzina € 10,00; gruppi € 9,50, scuole € 5,00
Biglietto Famiglia € 20,00; Biglietto Palazzo € 20,00.
Per possessori biglietto della Galleria degli Uffizi, ingresso mostra Pontormo e Rosso Fiorentino e Questioni di famiglia € 5,00
Informazioni: T. +39 055 2645155 www.palazzostrozzi.org
Informazioni su tutti i luoghi dove sono le opere dei due artisti: www.palazzostrozzi.org/pontormoerosso-intoscana
Prenotazioni e attività didattiche: T. +39 055 2469600 F. +39 055 244145 prenotazioni@palazzostrozzi.org
Una descrizione ammirevole per competenza e concisione. Dopo averla letta come non precipitarsi a questa mostra, che appare per molti versi unica e difficilmente ripetibile. Un salto subito dopo a Volterra per vedere una delle più belle opere del Rosso, stranamente negata alla mostra, non guasterà.