In sala dal 3 aprile, I Corpi Estranei, il nuovo film di Mirko Locatelli (Il primo giorno d’inverno) con Filippo Timi (Vincere, Un castello in Italia).
“Come raccontare la malattia di un bambino e il dolore di un padre? Con quali immagini? Ecco le prime domande che mi sono posto scrivendo I corpi estranei” racconta il regista, Mirko Locatelli.
Antonio (Filippo Timi) è solo a Milano con Pietro, il suo bambino affetto da una grave malattia: sono arrivati al nord per cercare uno spiraglio di salvezza.
Jaber (Jaouher Brahim), quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali: è migrato in Europa da poco, in fuga dal Nord Africa. L’ospedale è una città nella città dove entrambi sono costretti a sostare: Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef.
La malattia è l’occasione per l’incontro tra due anime sole e impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore.
“Siamo voluti partire da due parole chiave: dignità e pudore –risponde il regista- la dignità di Antonio, eroe silenzioso, lontano dalla famiglia per proteggere suo figlio; quella di Jaber, poco più che un ragazzino, che si muove quasi sempre nel buio […]; e quella di tutti gli uomini e le donne che lottano per la sopravvivenza, propria o dei propri cari, nella corsia dell’ospedale come tra i bancali di un mercato notturno“.
I Corpi Estranei un film fatto di non luoghi, di non vite, di situazioni di transito, di momenti di attesa e di intersezioni tra percorsi lontani e diversi tra loro, come quelli dei protagonisti: da una parte l’affermato Filippo Timi, che ormai da anni si divide con successo tra cinema e teatro, e dall’altra Jaouher Brahim, nato in Tunisia nel 1996, qui alla sua prima esperienza cinematografica.
“Durante le interviste -osserva il regista- capita spesso che mi chiedano se, e come, la mia condizione fisica influenzi il mio lavoro di regista. Ma ciò che per molti sembra essere il centro della questione, per me, mia moglie – co-sceneggiatrice e co-produttrice dei miei film – e i miei collaboratori è un dato trascurabile. Forse perché sono tetraplegico da oltre vent’anni, faccio il regista da dodici e non mi sono mai domandato come avrei fatto a diventarlo con i miei limiti fisici. Il centro della questione è sempre stato, piuttosto, se avessi o meno le capacità per essere riconosciuto come tale“.
I corpi estranei, secondo lungometraggio di Mirko Locatelli, è stato presentato in concorso al Festval Internazionale del Film di Roma.