In sala, Song ’e Napule: in un box office dominato dai blockbusters, un piccolo film partito da Napoli che continua a crescere ed è diventato un piccolo fenomeno nazionale.
oggi. Paco, diplomato al conservatorio, è un pianista di razza ma disoccupato. A Napoli si sente un pesce fuor d’acqua. Non riuscendo a trovare un lavoro che sia nelle sue corde, viene raccomandato al Questore Vitali. Presto, si ritrova agente della Polizia di Stato e, per la sua totale inettitudine, viene relegato a compiere servizio presso il deposito giudiziario.
Un giorno si imbatte nel commissario Cammarota: uomo d’azione dai modi spicci che senza mezzi termini coinvolge Paco in una delicata operazione di polizia volta a rintracciare un boss camorrista che nessuno ha mai visto in faccia. La missione: grazie alle proprie competenze musicali infiltrarsi nella band di Lollo Love, amatissimo cantante neomelodico. Lollo e la sua band suoneranno al matrimonio tra il figlio di O’ Fantasma e la figlia del camorrista “Mazza di Ferro”: l’occasione perfetta per mandare il latitante dietro le sbarre. Paco, vestendo gli improbabili panni del tastierista Pino Dinamite, viene ingaggiato nel gruppo di Lollo Love. La vicinanza del cantante gli farà capire che quella è la missione della vita: Paco si troverà a riconsiderare il suo rapporto con Napoli, complice l’amore segreto per Marianna, la sorella di Lollo, e l’amicizia inaspettata che nasce con lo stesso Lollo. E, in questo modo, diventa un uomo nuovo…
Song ’e Napule è una commedia poliziesca fortemente voluta da Luciano Martino -il più grande produttore italiano di B-movie o di genere tra gli anni ’60 e ’80- che, riallacciandosi ai film di genere che ha prodotto in passato, lancia un soggetto comico e neomelodico ambientato nella sua amata Napoli. I Manetti Bros alla regia stravolgono il connubio fra Napoli e la malavita con l’irriverenza di un personaggio come Lollo Love e la disarmante dolcezza del disoccupato-raccomandato Paco Stillo (Alessandro Roja). Con Song ’e Napule i Manetti Bros tornano al genere che meglio riesce loro: la commedia poliziesca: “Volevamo raccontare Napoli e il fenomeno, unico al mondo, dei cantanti neomelodici. Facendo il film poi ci siamo innamorati della città e abbiamo avuto la presunzione di tornare a raccontarla come oggi non si fa più, con il centro città, la sua bellezza e la sua unicità, come hanno fatto in passato Nanni Loy ed Ettore Scola“. L’idea di questo film nasce dalla voglia di mettere due napoletanità a confronto: quella di via dei Mille o Posillipo, con quella più popolare dei quartieri. Due realtà opposte, che a Napoli convivono a stretto contatto, con la ricca via dei Mille che confina con i vicoli stretti e bui dei quartieri spagnoli.
Tra i più applauditi allo scorso Festival di Roma Song ’e Napule è un film terribilmente divertente e colto allo stesso tempo, che riesce a impastare la materia dei nostri film di genere in un’operazione che rende nuovamente attuale un genere ormai storicizzato (il B-Movie all’italiana, per l’appunto) restituendoci una commedia leggera ma, una volta tanto, coinvolgente: tra cantanti tamarri che sembrano slavi in tuta e questori che nemmeno nei film di Totò; insomma, un po’ come se Peter Bogdanovich avesse girato a Napoli un film sceneggiato da Ernesto Gastaldi.
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