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Due opere inedite di Antoine de Lonhy a Palazzo Madama, Torino

Un importante intervento di restauro è l’occasione per presentare mercoledì 25 giugno a Palazzo Madama due opere inedite di Antoine de Lonhy, la Morte della Vergine e Sant’Agostino in cattedra, entrambe provenienti da una collezione privata. 

Antoine de Lonhy, la  Morte della Vergine
Antoine de Lonhy, la Morte della Vergine

Insieme ad Enrica Pagella, direttore di Palazzo Madama, all’incontro interverranno Giovanni Romano, professore emerito dell’Università degli Studi di Torino e i restauratori Anna Rosa Nicola e Cesare Pagliero.

Il nome di Antoine de Lonhy è entrato con forza da più di vent’anni negli studi sulla pittura rinascimentale piemontese: un nome storicamente accertato ha sostituito quello convenzionale attribuito all’artista proprio a partire da un’opera delle collezioni civiche torinesi, il “Maestro della Trinità di Torino”.

Formatosi intorno alla metà del Quattrocento in Borgogna, nello straordinario ambiente in cui interagivano e si confrontavano le più alte innovazioni della cultura figurativa fiamminga e francese, Antoine de Lonhy si è dimostrato artista multiforme: pittore su tavola e ad affresco, miniatore e pittore di vetrate. I documenti attestano il suo passaggio nei territori del ducato sabaudo e questo spiega il ruolo che egli ebbe nella cultura figurativa piemontese, ben documentato nelle collezioni di Palazzo Madama.

La Morte della Vergine, opera concessa in comodato al museo, non si vede in pubblico dal 1938, anno della mostra torinese dedicata a Gotico Rinascimento in Piemonte. L’occasione straordinaria è data dalla conclusione del lungo e impegnativo restauro, seguito dalla struttura scientifica del Museo insieme alla Soprintendenza.

L’altro dipinto presentato al pubblico è il Sant’Agostino in cattedra, in passato in una collezione bolognese e ora tornato in Piemonte grazie all’acquisto effettuato da parte di un collezionista privato. La tavola è ora al centro delle attenzioni dei ricercatori che tentano di verificare il rapporto del pittore con le principali chiese torinesi del periodo, oltre che con il Duomo cittadino.


Ingresso libero all’incontro fino ad esaurimento posti disponibili

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