Gli amori saffici e i nudi erotici di Tamara de Lempicka accanto alla Sacra Sindone. Dal prossimo marzo le due “esposizioni” si contenderanno le città. L’eccentrica “peccatrice” de Lempicka che andava dicendo che “per sopravvivere bisogna usare corpo e sessualità” sarà la protagonista di una grande retrospettiva nel recuperato Palazzo Chiablese in scomodissima concomitanza con l’Ostensione del lenzuolo di lino a milioni di pellegrini che arriveranno in città da ogni parte del mondo. Coincidenza diabolica. La città è in subbuglio, la quiete sabauda vacilla, infervora la polemica in Piazza Castello.
C’è chi grida allo scandalo. Come si possono esporre le nudità lesbiche della bella Rafaela Fano, amante e musa italo-americana diciassettenne della principessa Art Déco, con relativa gigantografia “scabrosa” penzolante sul piazzale antistante sventolata in faccia ai fedeli, a così poca distanza dal Duomo che conserva l’immagine sacra con impressa i tragici momenti della Passione di Gesù Cristo? “Passioni” troppo differenti per andar d’accordo.
Si “riaccende” così la secolare e ciclica disfida sacro/profano. Un divertente “classico all’italiana” con probabile e “papabile” risoluzione “all’italiana”. Gianduiotti, moscato (o vin “santo”) e un bel compromesso che metta d’accordo tutti: va bene la mostra ma le immagini non “escano” dalle sale. Niente locandine svergognate, niente giovani tentatrici che guardano ambigue le folle di fedeli.