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Data
Data - 3 Mag 2012 until 17 Mag 2012
Luogo
Galleria Gabriele Cappelletti
Categoria/e
contemporanea
Artista
Fabio Sironi
Curatore
Luca Pietro Nicoletti
Web:-www.gabrielecappelletti.com
Galleria Gabriele Cappelletti, dal 3 al 17 maggio 2012
La raffigurazione artistica degli animali ci ricorda che le presenze bestiali non sono mai empiriche o casuali. Non lo sono nemmeno nel bestiario proposto da Fabio Sironi in questa mostra. Qui, però, l’allusione metaforica è del tutto evidente. Con un pensiero a Ionesco –e forse anche con un occhio a Savinio- Sironi ha messo in atto una metamorfosi, tirando fuori il carattere di bufali, rinoceronti e grizzly che nascondono, dietro la facciata delle più rispettabili apparenze, i caratteri umani più impietosi. È quasi inevitabile, di fronte a queste immagini, pensare alla Fattoria degli animali di Orwell.
Fabio Sironi viene dal mondo dell’illustrazione: da oltre vent’anni, per esempio, la sua firma compare in calce ai disegni per il “Corriere della Sera”. Giova ricordare questa esperienza soprattutto perché il lavoro dell’illustratore ha acuito le sue qualità di invenzione compositiva, ideativa e le attitudini di versatilità tecnica indispensabili nel lavoro su commissione, molto utili anche quando si riversano nel lavoro creativo più libero.
Queste attitudini, però, trovano un comun denominatore nel disegno come momento primario dell’invenzione e come strumento di indagine. Per Sironi è pratica abituale girare con un taccuino e una penna ed annotare volti e situazioni. Lo faceva anche Leonardo da Vinci: pensando a questa mostra Sironi aveva in mente proprio il maestro toscano e le sue caricature chiedendosi se non potessero essere state delle persone reali, ed ha pensato di fare qualcosa di analogo con i tempi moderni.
Per non apparire didascalico, egli ha scelto soprattutto animali che non fossero legati a metafore troppo facili: rinoceronti, bufali e orsi, animali in cui c’è qualcosa di non detto, che non siano gravati dai contenuti edificanti delle favole di Esopo o di Lafontaine. Non ci sono corrispondenze immediate fra figura animale e caratteri umani. Rimane chiara la percezione che si è cercato un carattere che li distogliesse da quell’aura olografica e buonista, disneyana il più delle volte, in cui sono stati relegati dall’immaginario collettivo.
Per questo motivo Sironi ha pensato un doppio livello per la sua mostra: al primo piano della galleria si vedranno “ Lor signori” trasformatisi in maiali, in orsi e in bufali, quasi vittime di un’epidemia analoga a quella de Il rinoceronte di Jonesco. Al piano inferiore, invece, come in una cripta, Sironi ha ritratto una teoria di teschi dei medesimi animali, che costituiscono una sorta di avvertimento: dietro quegli animali cui la pubblicità e il cinema di animazione hanno dato aspetto affettuoso ci sono denti aguzzi e zanne capaci di trasformare il più mite dei pachidermi in un pericoloso strumento di distruzione. Metafore cupe, dunque, in cui affiora senza retorica la giusta dimensione ferina del mondo naturale. Eppure, come ricordava Mario Luzi, «Tutto / anche la cupa eternità animale / che geme in noi può farsi santa. Basta / poco, quel poco taglia come spada ».
Fabio Sironi viene dal mondo dell’illustrazione: da oltre vent’anni, per esempio, la sua firma compare in calce ai disegni per il “Corriere della Sera”. Giova ricordare questa esperienza soprattutto perché il lavoro dell’illustratore ha acuito le sue qualità di invenzione compositiva, ideativa e le attitudini di versatilità tecnica indispensabili nel lavoro su commissione, molto utili anche quando si riversano nel lavoro creativo più libero.
Queste attitudini, però, trovano un comun denominatore nel disegno come momento primario dell’invenzione e come strumento di indagine. Per Sironi è pratica abituale girare con un taccuino e una penna ed annotare volti e situazioni. Lo faceva anche Leonardo da Vinci: pensando a questa mostra Sironi aveva in mente proprio il maestro toscano e le sue caricature chiedendosi se non potessero essere state delle persone reali, ed ha pensato di fare qualcosa di analogo con i tempi moderni.
Per non apparire didascalico, egli ha scelto soprattutto animali che non fossero legati a metafore troppo facili: rinoceronti, bufali e orsi, animali in cui c’è qualcosa di non detto, che non siano gravati dai contenuti edificanti delle favole di Esopo o di Lafontaine. Non ci sono corrispondenze immediate fra figura animale e caratteri umani. Rimane chiara la percezione che si è cercato un carattere che li distogliesse da quell’aura olografica e buonista, disneyana il più delle volte, in cui sono stati relegati dall’immaginario collettivo.
Per questo motivo Sironi ha pensato un doppio livello per la sua mostra: al primo piano della galleria si vedranno “ Lor signori” trasformatisi in maiali, in orsi e in bufali, quasi vittime di un’epidemia analoga a quella de Il rinoceronte di Jonesco. Al piano inferiore, invece, come in una cripta, Sironi ha ritratto una teoria di teschi dei medesimi animali, che costituiscono una sorta di avvertimento: dietro quegli animali cui la pubblicità e il cinema di animazione hanno dato aspetto affettuoso ci sono denti aguzzi e zanne capaci di trasformare il più mite dei pachidermi in un pericoloso strumento di distruzione. Metafore cupe, dunque, in cui affiora senza retorica la giusta dimensione ferina del mondo naturale. Eppure, come ricordava Mario Luzi, «Tutto / anche la cupa eternità animale / che geme in noi può farsi santa. Basta / poco, quel poco taglia come spada ».
Luca Pietro Nicoletti
Dipinti ad acrilico e olio su tela e tavola e
acrilici su carta. Per raccontare, con un pensiero
a Ionesco e a Orwell, come sotto le più rispettabili
apparenze si celino i caratteri umani più impietosi
utilizzando, con la metamorfosi, le fattezze
di rinoceronti, bufali, cinghiali e altri animali .
acrilici su carta. Per raccontare, con un pensiero
a Ionesco e a Orwell, come sotto le più rispettabili
apparenze si celino i caratteri umani più impietosi
utilizzando, con la metamorfosi, le fattezze
di rinoceronti, bufali, cinghiali e altri animali .
Informazioni utili:
Galleria Gabriele Cappelletti
Via Brera, 4 – 20121 Milano
Tel. 0286466120 – Fax 0248303488
www.gabrielecappelletti.com
Orari: dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19
Tutti i giorni tranne Domenica e Lunedì.
Ingresso libero.
Orario del vernissage: ore 18.30.
Curatore: Luca Pietro Nicoletti.
Artista: Fabio Sironi.
Testo di presentazione/critico.
Galleria Gabriele Cappelletti
Via Brera, 4 – 20121 Milano
Tel. 0286466120 – Fax 0248303488
www.gabrielecappelletti.com
Orari: dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19
Tutti i giorni tranne Domenica e Lunedì.
Ingresso libero.
Orario del vernissage: ore 18.30.
Curatore: Luca Pietro Nicoletti.
Artista: Fabio Sironi.
Testo di presentazione/critico.