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Youssef Nabil

Youssef Nabil, Autoritratto con Botticelli, Firenze, 2009, stampa fotografica alla gelatina d'argento ritoccata ad acquerello
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Data
Data - 18 Ott 2009 until 15 Dic 2009

Luogo
Galleria Poggiali e Forconi

Categoria/e
fotografia

Artista

Curatore

Web:-


Youssef Nabil, Autoritratto con Botticelli, Firenze, 2009, stampa fotografica alla gelatina d'argento ritoccata ad acquerello
18 ottobre – 15 dicembre 2009, Galleria Poggiali e Forconi
La mostra dell’artista egiziano Youssef Nabil (Cairo 1972) raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni dai primi anni Novanta ad oggi. Esposta fino al 15 dicembre 2009 negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze anche una fotografia in anteprima mondiale Self Portrait with Botticelli – Florence, 2009, un autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra.
Le opere di Youssef Nabil sono fotografie ritoccate a mano, due le principali tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte – dalle artiste Tracey Emin e Mona Hatoum fino all’archistar Zaha Hadid – e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro.
Youssef Nabil, Tracey Emin, London 2006, stampa fotografica alla gelatina d'argento colorata a mano
Youssef Nabil  osserva la sua vita come seduto in un cinema, contemplando e vivendo ogni minuto del proprio film. Nabil è affascinato dall’idea che in una storia cinematografica gli attori partecipino ad un gioco in cui nulla è reale e in cui se si muore lo si fa solo nella finzione e non nella realtà. Quando, ancora bambino, capì che molti dei suoi attori Egiziani preferiti se n’erano ormai andati questo pensiero fece nascere in lui il desiderio di incontrare quelli che erano ancora in vita e di immortalarli per sé, prima che morissero o che fosse lui a farlo. Così Nabil ha creato una sorta di realtà immaginaria che rispecchia sia i paradossi del Medio Oriente dei nostri tempi che le fantasie e l’esuberanza delle star del cinema Egiziano nel Cairo cosmopolita degli anni che precedettero la rivoluzione.
La particolarissima tecnica con cui Nabil ritocca ad acquarello le sue stampe fotografiche alla gelatina d’argento pare liberarle dalle imperfezioni della realtà riportando la mente all’epoca d’oro del cinema Egiziano. Nabil sovverte le comuni nozioni di fotografia a colori e pittura e sconvolge l’ordinaria concezione di estetica nell’arte e nella cultura popolare. La particolare natura del suo mezzo espressivo evoca un senso di brama e nostalgia che permette alle sue fotografie di spaziare fra presente e passato.
Il critico Pier Luigi Tazzi, autore dei testi del catalogo della mostra così commenta le immagini dell’artista egiziano:
< Il cinema – non va dimenticata l’importanza per tutto il mondo arabo dell’industria cinematografica egiziana dagli Anni Sessanta del secolo passato nel corso di alcuni decenni – sembra essere stato la sua prima fonte di ispirazione. Le sue sono immagini dichiaratamente glamour di un mondo che la tecnica del ritocco a mano pone come in distanza in una suggestiva e favolistica atmosfera, in una fiction malinconica, manifestazioni di memorie di un passato ormai definitivamente e inesorabilmente trascorso, prodotti anacronistici di una nostalgia senza nome, anche se si tratta di una realtà ancora presente e viva, qual è quella della sua stessa vita o quella dei personaggi che ritrae ancora vigorosamente attivi e determinanti nella cultura più attuale del mondo di oggi. Questa mise-en-distance è dovuta soprattutto a quelle sue tinteggiature manuali e maniacali che si rifanno a tecniche antiche e decisamente obsolete. Come se il mondo a cui guarda, che continua ad affascinarlo e che infine rappresenta, non fosse altro che il ricordo di un mondo che è già stato e di cui lui, come artista, con la propria opera, celebrasse l’inesorabile esser trascorso >.
Nota biografica

Nabil è nato a Il Cairo nel 1972; attualmente vive e lavora a New York.
La carriera di Nabil nel mondo della fotografia inizia nel 1992 quando l’artista realizza alcuni “tableaux vivants” in cui chiede agli amici di interpretare scene melodrammatiche ispirate ai fermo-immagine dell’epoca d’oro del cinema Egiziano. Negli anni che seguono Nabil, impegnato come assistente nei più importanti studi fotografici di New York e Parigi, fotografa amici ed artisti dando vita sia a ritratti più formali che ad opere in cui i soggetti sembrano trovarsi nel regno dei sogni e del sonno, quasi ai margini della coscienza e ben lontani dalla loro consueta immagine pubblica. Fatto ritorno in Egitto nel 1999 il personalissimo approccio di Nabil alla fotografia ritoccata a mano mostra una ulteriore evoluzione grazie a ritratti di scrittori, cantanti e star del cinema del mondo Arabo. Negli ultimi anni, ed in particolare da quando si è stabilito a Parigi e New York, Nabil si è dedicato alla produzione di autoritratti da cui traspare la propria condizione di “esule” dal suo Egitto. In queste ambientazioni alle soglie della percezione, pervase di pulsioni sessuali e di morte, Nabil pare trovarsi sospeso fra realtà terrene e serene atmosfere oniriche, fama e solitudine.

Fra le mostre personali e collettive:
British Museum, Londra; Centro de la Imagen, Città del Messico; North Carolina Museum of Art, North Carolina; BALTIC Centre for Contemporary Art, Newcastle; Michael Stevenson Gallery, Città del Capo; Galeria Leme, San Paolo del Brasile; alla Townhouse Gallery, Il Cairo; FotoFest di Houston, Texas; Centre de Cultura Contemporánea di Barcellona; Institut du Monde Arabe, Parigi; Kunstmuseum, Bonn; The Third Line, Dubai; Volker Diehl Gallery, Berlino; Centro Andaluz de Arte Contemporáneo, Siviglia, Aperture Foundation, New York e Biennale di Venezia.

Due le monografie pubblicate sulle sue opere:
Sleep in My Arms (Autograph ABP and Michael Stevenson, 2007)
I Won’t let you die (Hatje Cantz, 2008)
Youssef Nabil, Autoritratto, Istanbul, 2009, stampa fotografica alla gelatina d'argento
La mostra è accompagnata corredata da un catalogo edito da Poggiali e Forconi con un testo critico di Pier Luigi Tazzi.
INFORMAZIONI UTILI:
Youssef Nabil
18 ottobre – 15 dicembre 2009
Inaugurazione sabato 17 ottobre ore 18.00
Firenze
Galleria Poggiali e Forconi
Via della Scala 35/a
Project Room
Via Benedetta 3/rosso
Tel +39 055 287748
info@poggialieforconi.it
www.poggialieforconi.it
Ingresso libero

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