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Addio a Alain Resnais

Alain v on the set of Last Year at Marienbad
Alain Resnais on the set of Last Year at Marienbad

È morto ieri all’età di 91 anni Alain Resnais, il regista francese esponente di spicco della Rive Gauche.

Dopo una lunga carriera di documentarista nel 1959 il regista chiama la scrittrice Marguerite Duras per il soggetto e la sceneggiatura di un film: da questa collaborazione nascerà Hiroshima mon amour, il film apprezzato da critica e pubblico è talmente innovativo che si cambia la storia del cinema. La storia d’amore fra un’attrice francese (Emmanuelle Riva) e un architetto giapponese sullo sfondo del Giappone post-bomba atomica diventa il MacGuffin perfetto per rompere la vecchia tradizione del linguaggio filmico e imporne una completamente nuova che interseca dialoghi e monologhi, documentari e poesie, doppie realtà fra etnie e culture diverse ma che concorrono a un lungo discorso sulla memoria. La poetica di Resnais mette in discussione i codici della narrazione cinematografica e abolisce l’intreccio del racconto per esplorare le combinazioni narrative, le analogie, le realtà aleatorie e non lineari. Un processo che permette a Resnais di abbattare la narrazione per illustrare il caos di esistenze fatte di immagini contraddittorie, frammenti di ricordi, avvenimenti vissuti o immaginati. Questa costruzione unisce in sè il “tempo sensibile” caro a Proust con una composizione filmica vicina alla musica sinfonica.

Nel 1961 con L’anno scorso a Marienbad vince un Leone d’Oro mentre, con Providence (1977) si aggiudica il César per il miglior film e miglior regia; nel 1997 vince il Leone d’Oro alla carriera in occasione della presentazione di Parole, Parole, Parole con il quale vince anche un altro César. Nel 2006, ancora, un Leone d’Argento e l’Orso d’Oro a Berlino per Cuori.

Alain Resnais è stato uno tra gli autori più raffinati e colti del cinema francese, riuscendo in opere complesse e strutturate, solide e affascinanti, sempre sorrette dal delicato filo della memoria.

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