Bottega Luini. Officina di dolcezza
“Da ragazzo, a Milano” agli “Anni del vagabondaggio nel Veneto”. Da “l’ispirazione del soggiorno romano” alla complicatissima eredità lasciata a figli e bottega.
Le decorazioni sacro-profane della Pelucca, le lunette affrescate con 14 profili Sforza della Casa degli Atellani e i Santi affrescati “strappati” da Santa Marta. E’ un Bernardino Luini (1480-1532) al completo quello di Palazzo Reale a Milano che, anzi, comincia 25 anni prima la sua prima Madonna (di Esztergom, 1500) con quella del “patriarca” Foppa del 1475, a tu per tu con la bellezza lunare della Maria del Bergognone (1495) quando ancora Leonardo non era sul pennello di tutti, per finire tra le pale manieriste dei figli circondate dalle Cariatidi bombardate della Sala che porta il loro nome, “drammaturgicamente adatta a segnare la discontinuità di generazione tra Bernardino e i suoi figli”.
Un’intera famiglia di artisti passati rigorosamente al setaccio scientifico-didattico dal duo Agosti-Stoppa.
Una saga familiare quella dei Luini, al secolo Scapi di Dumenza (“ma poi si sa gli artisti prendono il soprannome dalla località d’origine” e Luino è ben più grande di quel borgo a due passi dalla Svizzera sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, noto ai contemporanei locali più per la convenienza del prezzo del carburante che per altro, ed ecco “Luini“), lunga un secolo intero, il Cinquecento, illustrata cronologicamente a partire dal capostipite artistico, Bernardino. Pittore “delicatissimo, vago et onesto nelle figure sue”, uno dei grandi del Rinascimento lombardo nel solco dell’impronta “sfumata” di Leonardo, capace però di una complessità stilistica tutta sua, sperimentale e classicista, purificata dalle ambiguità psicologiche leonardesche.
Grazia, posa e sguardi non cambiano. Stesse delicatezze che si fissano intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento (in meravigliosa sequenza: Susanna e i Vecchioni, 1515, Madonna del Roseto, 1516, Madonna con il Bambino, 1517) quando Bernardino “assesta il suo stile” liquidando “le inquietudini espressive che ne hanno caratterizzato gli esordi”, evitando le bizzarrie del Bramantino e accompagnando soggetti raffaelleschi a paesaggi lombardi.
Quelle terre nelle quali l’esposizione si riversa travalicando le mura di Palazzo Reale alla scoperta delle gioie affrescate del Luini sparse per Lombardia e Ticino.
A cominciare dalla “Cappella Sistina” milanese di San Maurizio al Monastero Maggiore, passando per l’Abbazia di Chiaravalle, la Certosa di Pavia, la Beata Vergine dei Miracoli a Saronno, fino alle Storie della Passione sul tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano (“Il più gran teatro del suo ingegno” lo definì frate Mornatti da Casalzuigno, guardiano del convento). Ritornando in mostra, a Milano, l’esposizione, terza nel giro degli ultimi secoli data anche la tardiva riscoperta novecentesca dell’artista tanto amato da Federico Borromeo, Ruskin e Stendhal, raccoglie più di 200 opere, spesso “ricercate e volutamente scelte” da collezioni private, e si compone di 12 capitoli che si snodano tra una quantità infinita di sale, allestite ad hoc per l’occasione come “fogli di carta giganti e sospesi che si avvicinano alle pareti ma non le toccano mai”, in completo bianco per le opere di Luini, grigio per gli altri pittori, da Piero Lissoni, architetto e designer di fama internazionale. Minimal e moderno quanto scialbo, con lucide poltroncine in pelle bianca discutibili.
A parte ciò, rapiti dalla dolcezza dei visi e dai “capelli che si sciolgono sulle spalle con i boccoli scintillanti di luce” delle Sante dipinte da Bernardino, la grande speranza che i milanesi, e non solo, oltre a conoscere e gustare il gran panzerottaio dietro Duomo, si innamorino del grandissimo pittore dall’omonimo cognome. E le file siano le stesse.
L’esposizione è articolata in dodici sezioni
1. Da ragazzo, a Milano: il contesto in cui Luini si è formato a contatto con la tradizione lombarda, da Foppa a Bergognone.
2. Gli anni di vagabondaggio nel Veneto: i primi lavori a confronto con l’esperienza dei pittori veneti dell’entroterra, alla ricerca di nuove esperienze figurative.
3. Ritorno a Milano: l’ex capitale del ducato, negli anni del dominio francese, caratterizzata dalle astrazioni di Bramantino e dalla sensibilità di Andrea Solario.
4. La Pelucca: la villa di Gerolamo Rabia, il prototipo di una nuova decorazione d’interni dai temi sacri e profani.
5. Le occasioni di Bernardino: relazioni personali e lavorative con un maestro della generazione precedente, Bernardo Zenale.
6. L’invenzione di una formula: la messa a punto di uno stile “definitivo”.
7. Santa Marta: Luini in rapporto con la mistica Arcangela Panigarola e il Circolo dell’Eterna Sapienza che gravita intorno alla chiesa milanese di Santa Marta, un focolaio filofrancese.
8. Volti: l’abilità di Luini ritrattista tra i suoi contemporanei.
9. Dopo Roma: andare nell’Urbe troppo tardi e scoprire che non ti cambia la vita.
10. Invecchiare con successo: le grandi commissioni pubbliche e la riproducibilità delle invenzioni leonardesche.
11. Casa degli Atellani: ricostruita in una sala di Palazzo Reale da Piero Lissoni, questa sezione espone una rassegna di effigi dei duchi di Milano e delle loro consorti.
12. Una complicata eredità: nella Sala delle Cariatidi, dove la mostra trova il suo epilogo nell’ultimo scorcio del Cinquecento, va in scena la carriera di Aurelio Luini, il figlio più dotato di Bernardino, tra gli stimoli e le resistenze della Milano precocemente spagnola.
Attraverso quest’antologia, serrata sul piano della qualità, è possibile seguire l’intero percorso dell’artista e dei suoi figli, dall’anno 1500 circa fino alla soglia del secolo successivo, dalla Francia alla Spagna: quasi cent’anni di vicende figurative attraverso il racconto di una famiglia di pittori.
Le Madonne con Bambino della prima sezione
L’artista
Nato a Dumenza, un piccolo paese sul Lago Maggiore ai confini con il Canton Ticino intorno al 1480, Bernardino Luini fu principalmente pittore di affreschi, realizzati non soltanto nelle chiese di Milano, dove si stabilisce intorno al 1500 e dove verosimilmente muore nel 1532, ma anche in altre località lombarde come Saronno e Como, la Certosa di Pavia, e persino a Lugano.
“I numerosi dipinti di Luini hanno rappresentato per secoli una sorta di identità figurativa della Lombardia”, affermano i curatori della mostra. Luini lascia quasi subito la capitale del Ducato e i suoi linguaggi figurativi (da Bergognone a Leonardo), per recarsi verso Est, in Veneto, e verificare altre scelte d’espressione, in parallelo al crescere di Lorenzo Lotto.
Il rientro a Milano avviene prima del 1512, quando – con la Madonna affrescata all’abbazia di Chiaravalle – sono poste le premesse dello stile che sarà suo per l’intera esistenza. “Luini è stato il rappresentante di un classicismo moderato e comunicabile – spiegano i curatori – alla ricerca di una nuova leggibilità e in sintonia con istanze di rinnovamento della Chiesa. In una manciata d’anni all’alba del Cinquecento, l’artista ha messo a punto, semplificando le inquietudini e le ambiguità sentimentali di Leonardo, una formula espressiva di enorme successo devozionale, che sarà tra l’altro graditissima al cardinale Federico Borromeo. Quante generazioni hanno pregato di fronte alle Madonne di Bernardino Luini; quanti santini sono stati tratti dalle sue creazioni”.
La fama di Luini raggiunge il culmine nel corso dell’Ottocento, quando incontra il gusto dell’Europa romantica: Stendhal, Balzac e Ruskin ne celebrano le qualità in termini entusiastici. Non è andata allo stesso modo nel corso del Novecento, poiché nella prima metà del secolo il “crollo delle azioni” dei pittori leonardeschi trascina inesorabilmente con sé anche Bernardino Luini. Si svolge a Luino nel 1975 la prima significativa mostra che riesce trascinare l’artista fuori dal cono d’ombra in cui era relegato a partire dalla fine dell’Ottocento, ribaltando i cliché critici che avevano caratterizzato la sua figura.
Gli itinerari
Nelle varie sezioni della mostra sarà possibile compiere una visita ‘virtuale’ nei luoghi che ospitano le opere inamovibili di Bernardino Luini, allo scopo di integrare il percorso dell’esposizione e offrire un quadro il più completo possibile del lavoro dell’artista, estendendo i confini della manifestazione ben al di là delle mura del Palazzo.
Attraverso gli schermi posizionati nelle sale si potranno ammirare, tra l’altro, i cicli murali di San Giorgio al Palazzo e di San Maurizio al Monastero Maggiore a Milano, dell’abbazia di Chiaravalle, del santuario di Saronno e di San Magno a Legnano; e ancora della Certosa di Pavia e di Santa Maria degli Angeli a Lugano.
I video sono stati realizzati proprio in occasione della mostra dal CTU (Centro per le tecnologie e la didattica universitaria multimediale e a distanza) dell’Università degli Studi di Milano. La natura del lavoro di Luini e dei suoi figli rende complementari alla mostra di Palazzo Reale le visite alle opere che non possono essere trasferite, realizzate dall’artista e dai suoi figli in diverse località lombarde e del Canton Ticino.
In occasione della mostra, alcuni siti apriranno straordinariamente al pubblico e altri aumenteranno i lori orari di apertura.
I restauri
Sono numerosi gli interventi di restauro sostenuti in occasione della mostra: sei opere della Collezione Borromeo, provenienti dall’Isola Bella, sono state restaurate ad hoc dai Principi Borromeo insieme al Comune di Milano, mentre l’intervento su due importanti opere di Luini provenienti dalla Pinacoteca di Brera – Fucina di Vulcano e Ragazze al bagno – è stato eseguito dal Centro conservazione e restauro ‘La Venaria Reale’ ed è stato possibile grazie al contributo di Fondazione Banca del Monte in Lombardia.
I restauri hanno interessato anche dipinti di musei stranieri, come il Compianto di Budapest, e opere milanesi, come la pala di Aurelio Luini conservata nella chiesa S. Tommaso in Terramara, praticamente sconosciuta ma nel centro della città. Moltissimi, inoltre, gli interventi di conservazione necessari per le opere esposte che, essendo per lo più opere su tavola, sono molto delicate e necessitano di particolari supporti tecnici per l’esposizione, come clima frame e clima box.
L’allestimento
Il progetto dell’architetto Piero Lissoni presenta le opere nella “purezza” della loro matericità e del loro valore storico e artistico, appoggiandole a strutture semplici e neutre che ricordano espressioni dell’arte minimalista americana (Sol LeWitt, Donald Judd), riferimento visivo e concettuale della poetica dello studio.
Nello stesso tempo l’allestimento rispetta, senza nasconderlo, il “contenitore” (Palazzo Reale) nella sua valenza di monumento, lasciando fluttuare le opere d’arte nello spazio delle sale espositive.
Le qualità materiche di tutte le opere sono esaltate da una corretta fonte di luce, differenziata a seconda della tipologia del materiale esposto e prodotta da un sistema di illuminazione messo a punto apposta per la mostra da Flos su disegno di Lissoni. Il visitatore è orientato a una lettura chiara e inequivocabile della narrazione espositiva attraverso l’uso di due codici cromatici che distinguono Bernardino Luini dagli altri autori portati a confronto.
Materiali e arredi che completano l’allestimento sono offerti da Cassina, Cleaf, Glas Italia, Pilkington, Sacchi Elettroforniture e MPS modern promotion service.
Il catalogo
L’esposizione è accompagnata da un catalogo di 440 pagine, 170 tavole e 159 figure e da un volume di itinerari di 260 pagine, 343 figure che presenta schede accurate di trenta località lombarde, piemontesi e ticinesi in cui si trovano opere di Bernardino Luini e dei suoi figli, illustrate grazie a una campagna fotografica realizzata ad hoc da Mauro Magliani.
Il volume dedicato agli itinerari, accompagnato dall’introduzione dei curatori, propone i testi realizzati – sempre sotto la guida di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Rossana Sacchi – da studenti, specializzandi e dottorandi dell’Università degli Studi di Milano.
Le ricerche messe a punto per la realizzazione del volume hanno fatto emergere numerose novità storico-critiche di cui si dà conto nel libro stesso. Entrambi i libri sono editi da Officina Libraria. L’immagine coordinata e la grafica di allestimento sono curate dallo Studio Dondina Associati.
INFORMAZIONI UTILI
BERNARDINO LUINI E I SUOI FIGLI
10 aprile – 13 luglio 2014
Palazzo Reale di Milano
Orari e biglietti
Orari
Lunedì 14.30-19.30
da Martedì a Domenica 9.30-19.30
Giovedì e Sabato 9.30-22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Prezzi biglietti con audioguida in omaggio
Intero € 11,00
Ridotto € 9,50
Gruppi € 9,50
Scuole € 5,50
Biglietto famiglia
1 o 2 adulti + bambini dai 6 ai 14 anni | Adulto € 9,50 – Bambini € 5,50
www.facebook.com/MostraLuini
www.facebook.com/palazzorealemilano
2 Commenti
Per favore mi puo`dire se esisti il catalogo in française della mostra Luini a Milano ne 2014 ?
E dove poco comprarlo ?
Grazie mille.
Existe-t’il le catalogue en français de l’exposition Luini de 2014 à Milan ?
Si oui, merci de me dire où l’acheter.
Meilleurs sentiments,
Claude Bunodière