Dopo il successo di Bookhouse. La Forma del Libro, il museo MARCA di Catanzaro presenta la prima personale di Agostino Bonalumi in uno spazio pubblico dopo la sua scomparsa avvenuta il 18 settembre 2013 all’età di 78 anni.
Curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz insieme al figlio dell’artista Fabrizio Bonalumi, comprende una selezione di 50 opere di grandi dimensioni che spaziano dalle prime esperienze nell’ambito dell’informale (a questo proposito è particolarmente significativo Rosso del 1957) per giungere all’indagine dell’ultimo decennio documentata da Bianco, un trittico del 2009 di oltre tre metri.
“E’ con particolare soddisfazione che il MARCA corona la sua attività realizzando, per primo in Italia, un omaggio ad un grande artista che ha segnato la nostra storia recente”, afferma Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia di Catanzaro.
La rassegna si configura come un’occasione particolarmente significativa per riflettere sul percorso artistico di Bonalumi in un tracciato che si sviluppa dai primissimi esempi di estroflessioni sino alle continue variazioni realizzate nei decenni seguenti, sempre con il medesimo rigore formale e poetico.
La mostra, dunque, è in grado di proporre “il vero e proprio alfabeto bonalumiano”, come ha scritto Gillo Dorfles, che ebbe l’occasione di occuparsi della sua ricerca per la prima volta nel 1958 in occasione di una sua mostra alla galleria Schwarz di Milano.
La rassegna, che delinea un unico percorso al primo piano del museo, presenta Bianco del 1969, una installazione di 13 metri divisa in 13 pannelli esposta una sola volta nel 1973 alla galleria del Naviglio di Milano.
Si tratta, dunque, di un’occasione unica per ammirare uno dei lavori che meglio esprimono l’integrazione tra oggetto e spazialità ambientale.
Come afferma Alberto Fiz “Agostino Bonalumi è una figura centrale nell’arte del secondo dopoguerra ed è particolarmente importante riflettere sull’importanza della sua indagine al di là di ogni classificazione. Le sue opere ribaltano il rapporto con il mondo visibile diventando visioni esse stesse. La realtà non è più esterna ma diventa parte integrante dell’immagine che ne possiede l’essenza.”
Tra i maggiori protagonisti del secondo dopoguerra, Bonalumi, insieme a Piero Manzoni e Enrico Castellani (la loro prima esposizione risale al 1958), ha imposto la Pittura-Oggetto come segno linguistico di riferimento in netta opposizione alle ricerche di carattere espressionista. Pur avendo trovato una posizione di primo piano nell’ambito dello spazialsimo, Bonalumi è un artista eterodosso che non ha mai fatto della sua ricerca un dogma, trovando sempre una via di fuga autenticamente pittorica rispetto a quelli che potevano sembrare i limiti naturali di un’indagine connotata dagli elementi geometrici e percettivi.
Ciò che conta per lui è l’estensione dell’oggetto nello spazio ottenuto attraverso il connubio tra un impianto pittorico che diventa tridimensionale e un’immagine plastica che si pone come trasgressione nei confronti della bidimensionalità.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con una selezione dei testi scritti da Agostino Bonalumi dagli anni sessanta sino a oggi in gran parte mai pubblicati prima d’ora. Accanto ad un saggio di Alberto Fiz, viene proposta un’intervista con Fabrizio Bonalumi.
INFORMAZIONI UTILI
AGOSTINO BONALUMI
a cura di Alberto Fiz e Fabrizio Bonalumi
Museo MARCA, Catanzaro
22 febbraio-31 maggio 2014
da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797
info@museomarca.com; www.museomarca.info