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Giovanni Frangi si confronta con paraventi giapponesi antichi

Con la mostra “Screens. Paraventi a confronto” la Galleria Gracis inaugura un nuovo percorso esplorativo nel campo dell’arte contemporanea, ponendo al centro dell’esposizione un raffronto di culture attraverso la scelta del paravento, parte integrante dell’arredo giapponese, quale piattaforma concettuale su cui impostare un confronto tra ambiti storico culturali geograficamente lontani (Giappone XX secolo e Italia XXI secolo), tra tecniche pittoriche differenti, e due artisti: Maestro di epoca Taisho e Giovanni Frangi.

Poggiando sul solido patrimonio di conoscenza delle arti decorative tra Otto e Novecento che da sempre ha costituito il fulcro dell’attività di Pier Giorgio e Luca Gracis, il dialogo e la ricerca di punti di contatto tra settori apparentemente diversi rimangono i criteri guida della loro esperienza internazionale. E questa mostra indaga la passione per una forma artistica millenaria con un pubblico di collezionisti e appassionati sempre più ampio.

6766 Greg Baker

I due paraventi a sei ante del periodo Taisho, provenienti dalla nota galleria londinese Gregg Baker Asian Art raffiguranti un acero palmatum in estate e in autunno, sono resi su carta di ampie dimensioni (cm. 375 x 175) mediante la tecnica dell’acquerello, in cui sapienti tratti, talvolta lunghi e talaltra spezzati, descrivono l’andamento dei rami e la volumetria del tronco.

Le foglie sono disegnate una a una e sono colorate, in un caso con un verde pastello intenso nell’altro con due principali tonalità di rosso bruciato. Nella storiografia giapponese l’acero si contende la piazza d’onore con il ciliegio, essendo due importanti simboli delle stagioni in Giappone e il tema autunnale è citato nel Manyoshu, la più antica e famosa raccolta di poesie giapponesi “Collezione delle 10.000 foglie”.

Alle due opere antiche si contrappone il movimento sinuoso del paravento di Giovanni Frangi lungo nove metri e composto da nove pannelli double-face realizzati con la tecnica a olio su tela, di cui un lato è intitolato “Japan” e l’altro”Fragile”; essi si presentano come segmenti autonomi di una composizione unitaria.

I grigi, innumerevoli, sono distribuiti a macchie, addensandosi o rarefacendosi fino al silenzioso bianco della superficie pittorica. La lirica poesia pittorica de pisisiana si effonde nel panteistico naturalismo di Giovanni Frangi dove, in questa opera, sembra esser raggiunto dagli echi lontani degli haiku (di Matsuo Bashõ (probabilmente il massimo maestro giapponese di componimenti poetici).

 Frangi_Fragile 2010

L’allestimento induce lo spettatore a seguirlo fino a giungere frontalmente a quelli giapponesi, in un percorso a ritroso nel tempo che consente di attingere alle origini del manufatto per poi riscoprire, e quindi verificare, gli stimoli della fonte estremo-orientale nel paravento interpretato secondo una sensibilità tutta occidentale dall’artista milanese.

Con Giovanni  Frangi, la caratteristica funzionale e decorativa del paravento, nato per moltiplicare gli spazi interni nelle sale uniche delle case e per conferire un carattere più intimo agli ambienti così divisi, cessa in quanto, pur mantenendo l’idea di schermo, in realtà esso viene tradotto alla dimensione di installazione contemporanea.

 

Screens. Paraventi a confronto
Maestro di epoca Taisho – Giovanni Frangi

Galleria Gracis
piazza Castello 16, Milano

Vernissage: 5 giugno ore 18.00
Periodo: 6 |30 giugno 2014

e-mail: gracis@gracis.com
Orari: Lun.15-19|Mart.Ven.10-13| 15-19

 

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