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Michelangelo torna a Roma. Ai Musei Capitolini per il 450° anniversario della morte

1564-2014 MICHELANGELO
Incontrare un artista universale

Michelangelo Studi per la testa della “Leda” 1530 circa Pietra rossa, su carta; mm 355 x 269 Firenze, Casa Buonarroti, inv. 7 F
Michelangelo
Studi per la testa della “Leda”
1530 circa
Pietra rossa, su carta; mm 355 x 269
Firenze, Casa Buonarroti, inv. 7 F

27 maggio – 14 settembre 2014, Roma

La città di Roma rende omaggio al genio di Michelangelo Buonarroti, in occasione del 450° anniversario della sua morte, ospitando ai Musei Capitolini, nella piazza del Campidoglio da lui progettata, una mostra con il maggior numero dei suoi capolavori mai ottenuti per un’esposizione, una settantina.

Accostarsi a un artista ‘universale’ come Michelangelo (scultore, architetto, pittore e poeta) incute soggezione ma immaginare una mostra con le sue opere rappresenta una sfida tra le più audaci, soprattutto per la difficoltà di considerare opere intrasportabili (come per es. gli affreschi della Sistina o della cappella Paolina). Siamo grati alla curatrice, Cristina Acidini (Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze), di aver portato a termine tale impresa.

Il confronto di Michelangelo con la scultura antica è subito evidente grazie all’accostamento dei frammenti di sculture classiche, posti nel cortile d’ingresso, con la copia del suo gigantesco David che accoglie i visitatori. Il David (1501-1504), eseguito a Firenze riutilizzando un blocco di marmo già sbozzato, fu collocato davanti a Palazzo Vecchio per la sua bellezza e l’identificazione con le virtù repubblicane.

Michelangelo  Studio per alzato di San Pietro 1548-1551 Carboncino, penna e inchiostro, su carta; mm 257 x 259  Lille, Palais des Beaux-Arts, Cabinet des Dessins, Collection Wicar, inv. 93-94
Michelangelo
Studio per alzato di San Pietro
1548-1551
Carboncino, penna e inchiostro, su carta; mm 257 x 259
Lille, Palais des Beaux-Arts, Cabinet des Dessins, Collection Wicar, inv. 93-94

La passione di Michelangelo per la scultura, che considerava l’arte per eccellenza perché si fa “per via di levare” materia, permea la biografia scritta da Irving Stone (Il tormento e l’estasi) in cui sono narrati i suoi primi anni trascorsi con una famiglia di scalpellini invece che a studiare legge come avrebbe voluto il padre. Gli piaceva girare per le cave all’alba quando il marmo era bagnato dalla rugiada per vederne, attraverso i riflessi, le venature e le imperfezioni. Fu “una vena che si scoperse nel marmo della faccia”, apparsa durante la lavorazione, di una statua del “Christo ignudo con la Croce” che lo indusse ad abbandonare l’opera (commissionata da Metello Vari e destinata alla chiesa della Minerva), oggi identificata con quella di Bassano Romano: il Cristo Giustiniani 1514-1516. Con questa opera imponente, portata a termine da un ignoto scultore del sec. XVII (ora nella chiesa di San Vincenzo Martire), inizia, nella sala Orazi e Curiazi, il percorso espositivo. Nella stessa sala desta meraviglia la piccola, ma monumentale, Madonna della scala (1490 c.), una prima riflessione sulla maternità dell’adolescente Michelangelo, che supera presto il classicismo di Donatello.

Michelangelo Madonna della scala 1490 circa Marmo; cm 56,7 x 40,1 Firenze, Casa Buonarroti, inv. 190
Michelangelo
Madonna della scala
1490 circa
Marmo; cm 56,7 x 40,1
Firenze, Casa Buonarroti, inv. 190

Famoso per il suo carattere ‘rude e selvatico’ fu accolto, dopo essere stato per un breve periodo a bottega del Ghirlandaio, nel giardino di San Marco di Lorenzo il Magnifico, dove gli scultori più promettenti si esercitavano a copiare le opere antiche sotto la supervisione di Bertoldo di Giovanni, ultimo allievo di Donatello. Tale formazione fu completata da Michelangelo a Roma con l’osservazione diretta delle sculture antiche (tra cui il Laocoonte scoperto nel 1506). In questa occasione è possibile confrontare il Bruto Capitolino (bronzo), il Ritratto di Caracalla con il suo Bruto (completato da Tiberio Calcagni), che ben esprime la tensione morale del tirannicida.

È attribuito a Michelangelo il piccolo e raffinato Crocifisso ligneo della chiesa di Santo Spirito, eseguito per il priore che consentì all’artista di studiare anatomia sezionando cadaveri, probabilmente nell’annesso ospedale. Il modello ligneo della facciata di San Lorenzo commissionata da Leone X Medici, e mai realizzata per il sopraggiunto incarico alla Sagrestia Nuova, restituisce all’odierna facciata, incompleta, la sua progettata eleganza.

Scultore fiorentino, Michelangelo (?) (attivo nell’ultimo decennio del XV secolo) Crocifisso 1495 circa Legno (tiglio?) policromato; cm 44,3 x 42,8  Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures, inv. RF 2013.04 (Dono M.me Kathleen Onorato - M. Peter Silverman, 2013)
Scultore fiorentino, Michelangelo (?)
(attivo nell’ultimo decennio del XV secolo)
Crocifisso
1495 circa
Legno (tiglio?) policromato; cm 44,3 x 42,8
Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures, inv. RF 2013.04
(Dono M.me Kathleen Onorato – M. Peter Silverman, 2013)

Straordinari i disegni: Studi per la testa della Leda, Madonna col Bambino, Studio per la testa della Sibilla Cumana, i Progetti di facciata per San Lorenzo, le stravaganti Teste grottesche etc. L’opera pittorica intrasportabile del maestro è evocata nei video in mostra, così come alcune sculture sono presenti attraverso calchi in gesso. Prigioni e Schiavi rappresentano la difficoltà dell’umanità a liberarsi dalla materia e dai sensi.

Michelangelo Teste grottesche 1525 circa Pietra rossa, su carta; mm 254 x 348 Londra, British Museum, Department of Prints and Drawings, inv. 1859,0625.557
Michelangelo
Teste grottesche
1525 circa
Pietra rossa, su carta; mm 254 x 348
Londra, British Museum, Department of Prints and Drawings, inv. 1859,0625.557

 

La tematica filosofica dell’amor celeste (che purifica ed eleva) e l’eros terreno (che travolge) era vissuta in modo struggente dall’artista, una tensione incessante tra anima e corpo (“Amor con le sue man gli occhi m’asciuga”). Nutrì profonda stima e affetto per Tommaso de’ Cavalieri, colto gentiluomo romano destinatario (“per amore non per obrigo”) di allegorici disegni sulla lotta tra vizi e virtù (il Ratto di Ganimede, la Punizione di Tizio, la Caduta di Fetonte), e per la marchesa Vittoria Colonna, chiusa nel suo rigore vedovile e sua guida spirituale, destinataria di lettere e sonetti (presenti in mostra).

Dopo aver servito sei papi Michelangelo morì, a ottantanove anni, a Macel de’ Corvi, dove ora c’è l’Altare della Patria, a pochi passi dalla piazza del Campidoglio di cui progettò la trasformazione (urbanistica, architettonica e museografica) con la sistemazione, al centro di una straordinaria pavimentazione, della statua equestre di Marco Aurelio. La mostra, che si sviluppa per contrapposti tematici (il moderno e l’antico; la vita e la morte; la battaglia, vincitori e vinti; la regola e la libertà; la notte e il giorno; l’amore celeste, amore terreno), è dislocata su piani diversi, fatto che rende poco agevole rivedere alcune opere. Il catalogo (Giunti Editore) è particolarmente curato nei suoi apparati testuali e iconografici.

Jacopino del Conte  (Firenze 1510-Roma 1598)  Ritratto di Michelangelo  1535 circa  Tavola, cm 98,5 x 68  Firenze, Casa Buonarroti, inv. Gallerie 1890, n. 1708
Jacopino del Conte
(Firenze 1510-Roma 1598)
Ritratto di Michelangelo
1535 circa
Tavola, cm 98,5 x 68
Firenze, Casa Buonarroti, inv. Gallerie 1890, n. 1708

1564-2014 MICHELANGELO Incontrare un artista universale
Musei Capitolini Palazzo Caffarelli e Palazzo dei Conservatori Piazza del Campidoglio Roma
Orario: da martedì a domenica dalle ore 9.00 alle 20.00; l’ingresso è consentito fino un’ora
prima l’orario di chiusura; Chiuso lunedì
Biglietti: € 13 biglietto integrato Mostra + Museo intero; € 11 biglietto integrato Mostra + Museo ridotto;
Info: 060608 (dalle 9.00 alle 21.00)
www.museicapitolini.org; www.museiincomuneroma.it
#michelangelo450

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