Pare proprio che “Art Basel” confermi l’atmosfera frizzante e “bullish” delle aste di maggio a New York. Tra le vendite effettuate nella fase di preview, un Self-Portrait di Warhol intorno ai 32 milioni di dollari, gli immancabili Hirst (6 milioni) e Koons (5 milioni), poi Julie Mehretu a 4,8 milioni di dollari da White Cube, record assoluto per l’artista, e molti altri. “Art Basel” è il top indiscusso mondiale delle fiere d’arte contemporanea.
Anche nei primi giorni di apertura al pubblico, la città svizzera, posta strategicamente sul Reno al confine con Francia e Germania, pullula di visitatori. Una grande folla densa di collezionisti di livello si accalca in fiera; veramente tanti i pallini rossi in giro. Acquisti rilevanti sui grandi nomi e le opere che “assicurano il capitale”. Atmosfera, comunque, veramente frizzante, che si respira ad ogni passo. “Art Unlimited”, la sezione-mostra di grandi opere (spesso monumentali) che occupa la grande Hall 1, curata da Gianni Jetzer, propone 78 tra sculture, tele, istallazioni, video, e diverte come sempre.
Qualche sorpresa in meno dello scorso anno, a mio parere, ma di certo segnalerei il video+istallazione di Laure Prouvost, vincitrice del Turner Prize nel 2013, opera immaginifica e densa di poesia. Poi l’opera luminosa Sphere Rouge dell’argentino Julio Le Park, l’installazione di stoffa monumentale di Sterling Ruby proposta da Spruth Magers di Berlino. Anche il gruppo scultoreo di Xu Zhen. E c’è anche un grande specchio di Michelangelo Pistoletto.
Tornando ai due padiglioni più commerciali delle circa 300 gallerie, tra gli stand più blasonati ci si ubriaca di pezzi da museo. Alla Galleria Landau di Montreal, di cui riporto un bellissimo Fernand Léger, e anche da Gagosian, pezzi da 90 e bagno di pubblico.
Ma come si fa a fare delle segnalazioni in un oceano così sconfinato di opere interessanti, tra cui una buona percentuale (cioè un numero elevatissimo) di opere eccellenti? Ci vorrebbero almeno 3 giorni per apprezzare e selezionare puntualmente tutto ciò che è più interessante. L’industria commerciale dell’arte si coniuga, a Basilea, con l’alta qualità media e l’abbondanza di capolavori. Una enorme vetrina imperdibile. Le 15 gallerie italiane, buona qualità, promozione di una certa scuola italica, e qualcosa di nuovo e più fresco. Si fanno notare, tra le altre, De Carlo, Minini, Tega, Galleria Continua, Dello Scudo, Stein, Noero, Giò Marconi… non sfigurano, anzi! Ma ci sono anche Artiaco, Raffaella Cortese, Invernizzi, Kaufmann Repetto, Magazzino,Tucci Russo e Zero.
Il pellegrinaggio annuale si conferma quindi pieno di emozione e anche foriero di qualche speranza che -prima o poi- questa atmosfera di crescita faccia cadere qualche briciola in più anche in Italia…
INFO FIERA: www.artbasel.com
di Antonio Mansueto – www.antoh.eu