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REPORT ART BASEL 2022: le vendite milionarie, le opere migliori, le cose da non perdere a Basilea

ART BASEL 2022 (Vedova alla Galleria dello Scudo)
ART BASEL 2022 (Vedova alla Galleria dello Scudo)
ART BASEL 2022 (Vedova alla Galleria dello Scudo)

No, non è come i vecchi tempi. Ma ci stiamo avvicinando, forse. Circoscrivendo a eiaculazione precoce da preview i sibili di giubilo (“It’s just like the old days”) di alcuni mega galleristi durante l’anteprima (martedì e mercoledì), Art Basel è comunque tornata a pieno regime nella sua consueta finestra pre-estiva (16-19 giugno): 289 gallerie (erano 272 nell’edizione necessariamente sottotono settembrina dell’anno scorso, 290 nel 2019) da 40 Paesi, 7 sezioni, 70 installazioni di grandi dimensioni “fuori scala” nella sezione Unlimited, 20 progetti site-specific disseminati per la città nella sezione Parcours (domani, sabato, ci sarà la Parcours Night fino alle 11 di sera). Siamo in una delle settimane clou del mercato mondiale, ma l’aria non è quella piacevolmente magnetico schizofrenica del pre-pandemia. Sventolano e svolazzano le bandiere multicolore sulle rive del Reno. Sotto, si fa il bagno nel fiume appollaiati ai palloni galleggianti quando non si sguazza per le fontane pubbliche del centro storico, con vista buyers con shopper Basel. Sudati. Del resto ci sono 35 gradi costanti, e l’unico respiro di conforto è tra i padiglioni espositivi e le mostre aperte per l’occasione (su tutte segnaliamo Picasso/El Greco e Brice Marden al Kunstmuseum, Ruth Buchanan al Gegenwart, Michael Armitage alla Kunsthalle e Latifa Echakch + Zineb Sedira alla Kunsthaus, oltre alle sempiterne Vitra e Beyeler con Mondrian da capottarsi nel campi di granoturco che corrono fuori dalle vetrate di Renzo Piano). Ci si trascina felicemente a forza dalla Messeplatz, cuore pulsante della settimana dove all’ombra delle scaglie d’argento di Herzog & de Meuron gravitano Art Basel e Design Miami, alle collaterali Liste, Volta, Photobasel. La sera appuntamento fisso festante alla Kunsthalle di fronte alla folle Fontana teatrante di Tinguely, per poi perdersi nei party di collezionisti e galleristi tra rooftop e ex-dock industriali (tra gli eventi, martedì si è tenuto il concerto delle Pussy Riot per la causa Ucraina). Appunto, i famigerati collezionisti. Finalmente di ritorno dagli Stati Uniti e dall’Asia in toto, Cina esclusa. Chi può si è concesso un godibile grand tour nel cuore dell’Europa di un paio di settimane. Il giro è presto fatto: Salone del Mobile a Milano, Biennale di Venezia, Zurich Art Weekend, Basilea. Poi dritti verso Brafa, Tefaf e Masterpiece con tappa a Kassel per Documenta. A luglio Nomad a Capri e Art Montecarlo per chiudere la stagione al meglio, al mare. Latitanti i russi, come logico che sia. Il clima generale internazionale a dir poco complicato non aiuta. Anzi. Guerra, crollo della borsa e caduta verticale delle criptovalute comportano instabilità e incertezza e gravano sul volume di affari del settore. Situazione vendite infatti più tiepida rispetto ai fasti del passato. Anche se il botto di Hauser & Wirth martedì pomeriggio ha infuocato la Messe Basel: i 3 metri di bronzo dello Spider (1996) di Louise Bourgeois hanno trovato nuova casa-ragnatela per 40 milioni di dollari. 75 milioni in totale le vendite della multinazionale d’arte nel solo primo giorno di apertura. Con conseguente rinnovamento di pezzi e di stand per i giorni a seguire. Tra i capolavori offerti, magnifico il disegno del 1948 di Arshile Gorky, The Betrothal, venduto per 5 milioni e mezzo di dollari.

Non hanno ancora trovato un nuovo proprietario invece gli altri due top price della fiera: il Cy Twombly sempre da 40 milioni (Untitled) del 1955 da Gagosian e la Giovane con camicia a righe offerta da Nahmad a 35 milioni. Venduti e presto tolti dalla parete del booth i due pezzi più belli visti in questa 52esima edizione: il meraviglioso Peinture arancio-nero da oltre 2 metri di altezza di Soulages del 1961 (prezzo sui 20 milioni di dollari, prontamente rimpiazzato da un altro Soulages blu-nero da 15 milioni) da LGDR (nuova mega galleria formata dai mercanti Dominique Lévy, Brett Gorvy, Amalia Dayan e Jeanne Greenberg Rohatyn – che ha venduto anche un De Kooning anni 70 per 2,9 milioni); e il maestoso Bergerie (1961-62) di Joan Mitchell offerto da Pace e acquistato per 16,5 milioni (la galleria ha venduto anche una delle ultime produzioni di Adrian Ghenie –Self-Portrait, 1,8 milioni- e un Rauschenberg del 87 per 1,2 milioni. Sempre della Mitchell citazione per l’astrazione colante color girasole di Cheim & Read, Allo Amelie del 73, da 8 milioni. Due i Bacon -forti dell’onda della super mostra alla Royal Academy e del fresco annuncio di un’opera da record da Sotheby’s- materializzatisi tra gli stand: un Papa spettrale sempre da Nahmad (richiesta 15 milioni) e uno Studio di Ritratto da 22 milioni portato da Acquavella. Una decina di milioni in meno per le lampadine pulsanti –Untitled (Tim Hotel) del 1992- di Felix Gonzalez-Torres, scultura luminosa cuore dello stand di David Zwirner venduta per 12,5 milioni a una collezione asiatica, forte anche della mostra in corso alla Bourse de Commerce di Parigi. A una collezione statunitense invece è andata Elizabeth (1984) di Alice Neel per la cifra di 3,5 milioni.

“Lo vedi a Venezia, lo compri a Basilea”: mantra sempre valido che si riverbera per i corridoi e le pareti delle gallerie. E non solo sul fronte Biennale (da Simone Leigh a Leonor Fini, da Chiara Enzo a Jadé Fadojutimi e Paula Rego, e così via), ma anche delle mostre collaterali alla rassegna lagunare. Vedi Marlene Dumas, in esposizione a Palazzo Grassi. Vendute da Zwirner subito il primo giorno sia la tela storica del 1994 (8,5 milioni) che quella del 2013 (2,6 milioni). Ovunque la pittura figurativa, come di norma negli ultimi anni. Bellissimo lo stand di Victoria Miro, popolato di figurazione storica e contemporanea (da Maria Berrio a Celia Paul, da Chantal Joffe a Hernan Bas), oltre dieci le vendite in mezza giornata di apertura. Ricercato quello di Xavier Hufkens che ha venduto un Milton Avery (presente anche da Miro) del 62 (Bikini Bather) per 2,5 milioni. Stesso prezzo della potente installazione di Francis Alÿs ad Unlimited (presentato da Peter Kilchmann e Zwirner), una delle cose più interessanti viste nella sezione fuori scala. A seguire nella top five extra large, la torsione metallico vellutata di Kennedy Yanko (portata da Vielmetter, prodotta in residenza alla Rubell di Miami pochi mesi fa, e richiesta di 700 mila dollari); la greco-ghetto scultura black di Thomas J Price con tanto di Air Max ai piedi (Moments Contained, Hauser & Wirth) e due presenze italiane: Magazzino e Continua. La prima con Francesca Leone, autrice di Si può illuminare un cielo melmoso e nero?, una installazione a soffitto dal valore di 120 mila euro che rilegge il concetto tradizionale di dipinto. La seconda, venduta subito per 850 mila, con Isla (elegía) di Yoan Capote, ispirata a The Monk by the Sea di Caspar Friedrich. La sezione più riuscita risulta comunque Feature, spaccati storici monografici curati in maniera elegantissima. Tra le proposte migliori: Kasmin, che ha dedicato uno stand ai pannelli dipinti e alle sculture di William Copley prodotti durante il soggiorno parigino nel Dopoguerra (prezzi compresi tra 300 e 425 mila); Giorgio Morandi da Galleria d’Arte Maggiore (valori da 15 mila per le acqueforti a salire verso il milione per gli oli); Sol Lewitt da Mignoni, un allestimento coi crismi, pulito e minimale.

Nutrita la compagine italiana, che ha portato 22 gallerie tra stand e progetti dedicati. Tra queste Galleria dello Scudo di Verona, con uno stand museale che corre da un burrascoso Balla (Linee forze di mare del 1919, 1,2 milioni di euro) a uno spettacolare Tumulto del 1960 (875 mila) di Vedova, venduto. E ancora: Carla Accardi, Afro, Leoncillo, Severini, Marca-Relli. Anche Cardi ha scelto la linea tricolore, con una selezione che spazia da Agnetti a Burri e Castellani. Il tutto capeggiato da un capolavoro in ferro di Kounellis da 750 mila euro. Fa eco Tornabuoni: Accardi, De Chirico, Fontana, Pistoletto, sui quali svettano un raro Boetti bianco cesellato di massime argentee (Titoli, 6-9 milioni) e un focus dedicato a Emilio Isgrò. Menzione d’obbligo per gli stand di Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, Invernizzi, Lia Rumma, Gió Marconi, Tucci Russo, Alfonso Artiaco e Franco Noero. “Italiani” all’estero? Un Achrome di 2 metri di Manzoni del 61 in fosforo fluorescente da Michael Werner (12 milioni di euro); il “solito” bellissimo Morandi di Karsten Greve (Natura morta, 1942) da 3,6 milioni; e l’imponente Fontana bianco (passato in Biennale) del 1966 (Concetto Spaziale, Attese, 9 milioni) di Ben Brown; poesia pura il Magnelli (Esplosione lirica) del 1918 offerto da Applicat-Prazan, esposto alla Biennale del 1950. Gli stand migliori per raffinatezza, curatela e proposta? Susan Sheenan in primis (una grazia dialettica satura di corrispondenze, da Marden a LeWitt); poi Sikkema Jenkins; Michael Werner (sfilata di materia, da Per Kirkeby a Hurvin Anderson fino a Lupertz e Leroy, un compendio di densità pittorica); Paula Cooper (dialogo geometrico spaziale tra Carl Andre e LeWitt). Fotografia? L’algido e colossale Bauhaus di Andreas Gursky del 2020 (500 mila euro) da Sprueth Magers; la Strip di Gerhard Richter del 2013 lunga esattamente 10 metri (Marian Goodman, 4,8 milioni) e lo stand seppia illuminato dalle luci elettriche parigine di Edwynn Houk, da Weston a Kertesz. Ma andiamo in fiera, calandoci tra gli stand attraverso il meglio visto in questa edizione.

Doppio Soulages – Peinture 1961 e 1956 (LGDR)

il meraviglioso Peinture arancio-nero da oltre 2 metri di altezza di Soulages del 1961
Il meraviglioso Peinture arancio-nero da oltre 2 metri di altezza di Soulages del 1961
Il Soulages che ha rimpiazzato la Peinture del 61
Il Soulages del 1956 che ha rimpiazzato la Peinture del 61

Joan Mitchell, Bergerie, 1961-62 (PACE)

il maestoso Bergerie (1961-62) di Joan Mitchell offerto da Pace e acquistato per 16,5 milioni
Il maestoso Bergerie (1961-62) di Joan Mitchell offerto da Pace e acquistato per 16,5 milioni
Il maestoso Bergerie (1961-62) di Joan Mitchell offerto da Pace e acquistato per 16,5 milioni

Esplosione lirica di Magnelli, 1918 (APPLICAT-PRAZAN)

Esplosione lirica di Magnelli del 1918
Esplosione lirica di Magnelli del 1918

Tumulto di Vedova, 1960 (GALLERIA DELLO SCUDO)

Tumulto di Vedova (Galleria dello Scudo)
Tumulto di Vedova del 1960 (Galleria dello Scudo), 875 mila euro

Tom Wesselmann, Smoker #10, 1973 (VAN DE VEGHE)

Tom Wesselmann, Smoker #10, 1973 (VAN DE VEGHE)
Tom Wesselmann, Smoker #10, 1973 (VAN DE VEGHE), richiesta 4,7 milioni di dollari

Untitled di Cy Twombly, 1955 (GAGOSIAN)

Untitled di Cy Twombly (GAGOSIAN)
Untitled di Cy Twombly (GAGOSIAN) – 40 milioni di dollari

Capolavori su carta della Hartung-Bergman Foundation, 1935-38 (PERROTIN)

Capolavori su carta della Hartung-Bergman Foundation, 1935-38 (PERROTIN)
Capolavori su carta della Hartung-Bergman Foundation, 1935-38 (PERROTIN)
Capolavori su carta della Hartung-Bergman Foundation, 1935-38 (PERROTIN)
Capolavori su carta della Hartung-Bergman Foundation, 1935-38 (PERROTIN)

Text (After Vermeer) di Eric Fischl, 2011 (SKARSTEDT)

Text (After Vermeer) di Fisch, 2011 (SKARSTEDT)
Text (After Vermeer) di Fisch, 2011 (SKARSTEDT)

Bauhaus di Gursky, 2020 (SPRUETH MAGERS)

Bauhaus di Gursky, 2020, prezzo 500 mila euro (SPRUETH MAGERS)
Bauhaus di Gursky, 2020, prezzo 500 mila euro (SPRUETH MAGERS)

Spider di Louise Bourgeois (HAUSER & WIRTH)

Spider, Louise Bourgeois, Hauser & Wirth
Spider, Louise Bourgeois, Hauser & Wirth venduto a 40 milioni di dollari

Balancement di Kandinsky, 1942 (NAHMAD)

Balancement di Kandinsky, 1942, 14 milioni di dollari, NAHMAD
Balancement di Kandinsky, 1942, 14 milioni di dollari, NAHMAD

Kennedy Yanko ad Unlimited, 2022 (VIELMETTER)

Kennedy Yanko ad Unlimited
Kennedy Yanko ad Unlimited – 700 mila dollari

TOP STAND
Susan Sheenan

TOP STAND Susan Sheenan
TOP STAND
Susan Sheenan
TOP STAND Susan Sheenan
TOP STAND
Susan Sheenan

Le strutture elementari di Pierre Alechinsky, 1962 (LELONG)

Le strutture elementari di Alechinsky, 1962 (LELONG) - 750 mila euro

Le strutture elementari di Alechinsky, 1962 (LELONG) – 750 mila euro

Linee forze di mare di Giacomo Balla del 1919 (GALLERIA DELLO SCUDO)

Linee forze di mare di Giacomo Balla del 1919 (GALLERIA DELLO SCUDO)
Linee forze di mare di Giacomo Balla del 1919 (GALLERIA DELLO SCUDO)

Modigliani, Giovane con camicia a righe, 1917 – 35 milioni di dollari (NAHMAD)

Giovane con camicia a righe - 35 milioni di dollari (NAHMAD)
Giovane con camicia a righe – 35 milioni di dollari (NAHMAD)

Jewel di Robert Cottingham del 1986 (VALLOIS)

Jewel di Robert Cottingham del 1986 (VALLOIS)
Jewel di Robert Cottingham del 1986 (VALLOIS)

Francis Alys

Francis Alys
Francis Alys (Zwirner)
Francis Alys
Francis Alys (Klinchmann)

Amoako Boafo da Marianne Ibrahim

Amoako Boafo da Marianne Ibrahim
Amoako Boafo da Marianne Ibrahim

Kehinde Wiley da Sean Kelly

Kehinde Wiley da Sean Kelly
Kehinde Wiley da Sean Kelly

FEATURE Sol LeWitt da Mignoni

FEATURE Sol Lewitt da Mignoni
FEATURE Sol LeWitt da Mignoni

FEATURE William Copley da Kasmin

FEATURE William Copley da Kasmin
FEATURE William Copley da Kasmin

Felix Gonzalez-Torres da Zwirner

Felix Gonzales Torres da Zwirner
Felix Gonzalez-Torres da Zwirner venduto a 12,5 milioni di dollari

Titoli di Boetti (TORNABUONI)

Titoli di Boetti (TORNABUONI) – richiesta 6-9 milioni di euro

James Rosenquist, Beach Call 5 Minutes Later, 1079 (ACQUAVELLA)

James Rosenquist, Beach Call 5 Minutes Later, 1079 (ACQUAVELLA)
James Rosenquist, Beach Call 5 Minutes Later, 1079 (ACQUAVELLA)

Mickalene Thomas, NUS Exotiques #1, 2022 (LGDR)

Mickalene Thomas, NUS Exotiques, 2022
Mickalene Thomas, NUS Exotiques, 2022

930-2 Strip di Richter del 2013 (MARIAN GOODMAN)

930-2 Strip di Richter del 2013 (MARIAN GOODMAN)
930-2 Strip di Richter del 2013 (MARIAN GOODMAN) – 4,8 milioni di dollari

Da Paula Rego a Milton Avery: lo stand di Victoria Miro 

Lo stand di Victoria Miro ad Art Basel 2022
Lo stand di Victoria Miro ad Art Basel 2022

Empty di Sam Gilliam del 1972 (PACE)

Empty di Sam Gilliam del 1972 (PACE)
Empty di Sam Gilliam del 1972 (PACE)

Kounellis (CARDI)

Il capolavoro in ferro di Kounellis da 750 mila euro (CARDI)
Il capolavoro in ferro di Kounellis da 750 mila euro (CARDI)

The Fountain di Pousette-Dart del 1960 (PACE)

The Fountain di Pousete-Dart del 1960 (PACE)
The Fountain di Pousette-Dart del 1960 (PACE)

Mark Tansey, Xing, 2021 (GAGOSIAN)

Mark Tansey, Xing, 2021 (GAGOSIAN)
Mark Tansey, Xing, 2021 (GAGOSIAN)

Lo stand di Paula Cooper

Lo stand di Paula Cooper
Lo stand di Paula Cooper

Lo stand di Michael Werner

Lo stand di Michael Werner
Lo stand di Michael Werner

Il Manzoni di Michael Werner

Il Manzoni di Michael Werner
Il Manzoni di Michael Werner

Il Fontana di Ben Brown

Il Fontana di Ben Brown
Il Fontana di Ben Brown – 9 milioni

Doppio Boetti da Ben Brown

Doppio Boetti da Ben Brown
Doppio Boetti da Ben Brown

 

 

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