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Intervista ad Andrea Bruciati, direttore artistico di ArtVerona

andrea bruciati

Per il decimo anniversario, ArtVerona proseguirà l’indirizzo di indagine e sperimentazione che la caratterizza grazie anche alla direzione artistica affidata ad Andrea Bruciati, curatore indipendente attento alla promozione dei giovani artisti e galleristi, già ideatore per ArtVerona di format innovativi. ArtsLife gli ha rivolto alcune domande in attesa della fiera, che si svolgerà dal 9 al 13 ottobre 2014.

Può spiegare ai lettori di ArtsLife tutte le novità della prossima edizione di ArtVerona, giunta al decimo anno? Quali sono le prospettive per l’edizione 2014?
Veronafiere, acquisendo con questa decima edizione 2014 il marchio ArtVerona, sta concretizzando una serie di iniziative, rese possibili dalla propria esperienza in campo fieristico, nonché dal proprio peso specifico nel tessuto nazionale e internazionale, oltre che regionale e cittadino. Iniziative rivolte soprattutto a potenziare la qualità ed il numero di visitatori, instaurare con i galleristi un dialogo costruttivo per individuare un percorso di crescita condiviso, gratificare gli espositori con un programma di premi acquisto. In questa direzione: Adriana Polveroni, direttrice di Exibart, sarà l’animatrice degli incontri nello spazio ArtVeronaTalk, che quest’anno porrà l’attenzione su esperienze di imprenditori e collezionisti, invitati in fiera, che hanno fatto della loro passione per l’Arte anche uno strumento di rafforzamento e rinnovamento della loro azienda (tema che sarà affrontato anche nel convegno inaugurale del 9 ottobre con Symbola, Unioncamere, Fondazione Fitzcarraldo e Arte e Imprese de Il Giornale dell’Arte). Inoltre H-FARM, acceleratore di imprese tra i più innovativi in Italia, ha messo a disposizione la propria esperienza nel progetto ArtVeronaLab, un’occasione di dialogo e confronto tra operatori, professionisti del mondo dell’arte e appassionati, per individuare insieme nuove strade attraverso cui attuare un percorso di crescita e sviluppo della manifestazione.

Non da ultimo, grazie a Veronafiere è nato un Fondo Acquisizioni che vede il supporto di Fondazione Domus, ente strumentale di Cariverona per la gestione del patrimonio artistico.

Quali vantaggi, soprattutto a lungo termine, comporterà per la fiera l’acquisizione da parte di Veronafiere?
Credo che il know-how e la credibilità internazionale di Veronafiere siano un volano imprescindibile per la collocazione di ArtVerona nel segmento europeo delle manifestazioni fieristiche d’arte moderna e contemporanea. Progetti che hanno avuto un buon riscontro lo scorso anno (mi riferisco a Level 0 e Raw Zone) sono stati confermati e potenziati con nuovi focus (Enrico Castellani, 2000Maniacs) e questo è un primo segno di lungimiranza e consolidamento del percorso sinora effettuato.

Quali sono i punti di forza del format 2014? Permetterà ad ArtVerona di conquistare una posizione sempre maggiore sulla scena italiana rispetto alle altre fiere?
I punti di forza rimangono quelli che ho ipotizzato già nel 2008, anno della mia prima collaborazione con ArtVerona e cioè identità in nome di una qualità sempre più elevata delle partecipazioni e delle proposte, con un’attenzione alla ricerca e alla sperimentazione, culturale innanzitutto. Credo nelle forze propulsive di eccellenza della Penisola e ritengo che la manifestazione debba divenire una vetrina internazionale per le realtà italiane in fermento o che propongono e credono nell’arte che qui viene formulata. Il posizionamento di ArtVerona non può che migliorare e lo stanno dimostrando le adesioni attuali delle gallerie che stanno rispondendo con grande ottimismo.

Quali sono gli ingredienti fondamentali per il successo di una fiera? Quanto contano gli eventi collaterali?
Per quanto mi riguarda una fiera d’arte contemporanea è anche un momento di sensibilizzazione culturale importante che riesce a condensare energie economiche e dinamiche altrimenti impensabili. Gli eventi collaterali testimoniano la vivacità e l’investimento proiettivo nonché sociale da cui una realtà come ArtVerona non può prescindere: costituiscono l’ossatura per una maggiore capillarizzazione dell’iniziativa sul territorio e rappresentano il termometro di salute della manifestazione. Detto questo, il successo è indice di un lavoro di squadra, di tenacia e serietà professionale, di un gruppo di lavoro che ha creato un network che ha funzionato da ogni punto di vista, ovviamente anche economico.

Ci può spiegare in cosa consiste e come funziona il Fondo Acquisizioni 2014?
Si tratta di un fondo dell’importo di 100.000 euro che prevede l’acquisto di opere che coinvolge entrambi i settori, contemporaneo e moderno, reso possibile grazie al prezioso supporto della Fondazione Domus di Verona. Il progetto è stato fortemente sostenuto da Luca Massimo Barbero, direttore artistico della Fondazione e della Galleria d’Arte Moderna A. Forti, che ha visto nella forza propositiva e nelle ambizioni innovative di ArtVerona un fattore di leva anche per la città scaligera.

Cosa ci può dire riguardo al progetto “2000Maniacs – The Big Instant Painting Show”? Come è nata l’idea? Qual è il target di artisti a cui è indirizzato?
Il progetto nasce dalla volontà di presentare progetti innovativi ad ArtVerona e discutendone siamo approdati a questa iniziativa sulla pittura, assolutamente inedita per il panorama fieristico internazionale. Ci piaceva infatti sviluppare un confronto autentico fra artisti e nel contempo sensibilizzare il pubblico in un intervallo di tempo breve, che permettesse un coinvolgimento ad alta intensità: il display sperimentale e trasversale di ArtVerona era perfetto. Per quanto riguarda il target dei pittori coinvolti, accanto a 10 autori riconosciuti  – come Paola Angelini, Matteo Antonini, Marco Cingolani, Alberto Di Fabio, Andrea Di Marco, Aldo Mondino, Federico Pietrella, Lucio Pozzi, David Salle e Julian Schnabel – rappresentati da gallerie in fiera, non abbiamo indicato alcun limite di età o di linguaggio: nella open call chiedevamo solo di essere presenti con un’opera di ridotte dimensioni (70 x 70 cm massimo) e ne sono stati selezionati 50 su oltre cento iscritti.

Che cosa pensa dello stato di salute del mercato dell’arte in Italia, soprattutto da un punto di vista delle gallerie?
Avrei voglia di affermare che il peggio è passato, ma servono riforme strutturali forti soprattutto dal punto di vista fiscale. Poi credo parimenti che il gallerista debba investire nella ricerca e nell’innovazione, puntando alla qualità, che viene sempre riconosciuta.

Libere considerazioni.
Siamo una fiera dinamica e che non ha paura delle sfide pur avendo i piedi ben radicati in un sano pragmatismo.

www.artverona.it

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