La casa d’aste Bolaffi presenta a Torino il 4 e 5 dicembre un importante insieme di dieci aurei romani appartenuti al Metropolitan Museum of Art di New York e prima ancora a tre importanti collezioni di fine Ottocento.
I dieci esemplari, estremamente ricercati e in ottimo stato di conservazione, appartenevano all’imponente raccolta che il museo vendette all’asta a Zurigo agli inizi degli anni Settanta e che ora, dopo più di quarant’anni, ricompaiono contemporaneamente sul mercato. Nell’insieme, che da solo raggiunge una base d’asta complessiva di 160 mila euro, si ritrovano i profili di Augusto, Tiberio, Claudio, Aureliano, Antonino Pio, Probo, e quello di Galeria Valeria, figlia di Diocleziano, fiore all’occhiello della vendita.
- Con una base d’asta di 50 mila euro, oltre ad essere estremamente rara ha una qualità così elevata che nel 1938 si meritò sul prestigioso bollettino del Met il titolo di ‘mint state’, come fosse appena stata coniata.
Nell’arco di due secoli le monete sono passate tra le mani dei più rinomati collezionisti di numismatica. Prima di finire al Met, a fine Ottocento appartenevano al diplomatico statunitense Joseph H. Durkee, che a sua volta aveva ampliato la sua raccolta acquistando nelle aste di Parigi e Londra le monete delle più importanti collezioni dell’epoca: Gustave de Ponton d’Amécourt, Edward H. Bunbury e Hyman Montagu. Durkee perì tragicamente nel naufragio di un piroscafo nel 1898 e la sua eredità fu donata al museo newyorkese.
Maurizio Piumatti, ad delle Aste Bolaffi: «Nel collezionismo d’arte e antiquariato il pedigree è di fondamentale importanza e questo vale ancor più per il mercato numismatico. Sotto quest’aspetto gli aurei del Metropolitan Museum of Art rappresentano una sintesi perfetta: uno storico pedigree a cui si unisce una splendida qualità».
L’ad del gruppo Bolaffi, Giulio Filippo Bolaffi, ha aggiunto: «In Italia non è facile vedere monete di questo livello ed è per noi un grande motivo di orgoglio che questo avvenga nella nostra casa d’aste». «Molto probabilmente – ha proseguito – queste monete saranno vendute tutte all’estero, dove esiste ancora il mecenatismo. Lo stesso che un tempo le fece arrivare al Met e che oggi potrebbe farle tornare nelle mani di una grande istituzione».
Oltre agli aurei di questa raccolta e ad altre monete di pregio dell’antichità, il catalogo della vendita si presenta ricco e variegato con 1.700 lotti e una base d’asta complessiva da 1,3 milioni di euro.
L’altro nucleo principale della vendita include cinquanta oselle d’argento della repubblica di Venezia, fatte coniare dai Dogi tra il 1646 e il 1796. Molto rare e di splendida fattura, portano le testimonianze della storia, della politica e della grandiosità della Serenissima.
Torneranno protagoniste anche casa Savoia con la raccolta quasi completa del ‘re numismatico’, Vittorio Emanuele III, e le monete estere, con alcuni importanti esemplari britannici e russi. Tra questi la mezza corona del 1658 coniata sotto il protettorato di Oliver Cromwell, diverse monete realizzate con una particolare lavorazione, a ‘fondo specchio’, come la corona del 1839 della regina Vittoria. Dalla Russia tornano all’asta il ricercato 10 rubli del 1756 di Elisabetta I e quello del 1778 di Caterina II.
Gli appassionati di faleristica terranno d’occhio la medaglia d’oro di Vittorio Amedeo III, mai passata all’asta prima d’ora. Completano la vendita molte altre curiosità, tra cui la collezione di monete-medaglie emesse dal regno sabaudo a favore della Croce Rossa o la serie di prove e progetti che non furono mai coniati dal re. Un esempio è il 10 centesimi ‘Italia su prora’ del 1908, ma ci sono anche prove di monete recentissime, come il 200 lire ‘Lavoro’ del 1977, circolata fino a pochi anni fa.
Cataloghi da sfogliare su www.bolaffi.it