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I migliori album del 2014: le classifiche di Artslife

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La classifica di Artslife dei migliori album del 2014. Tempo di classifiche e resoconti sull’anno in musica che sta per finire. Dal Time al Rolling Stone è ormai un grande classico la classifica degli album più belli pubblicati nel corso dell’anno. Anche noi di Artslife abbiamo quindi chiamato a raccolta alcuni dei nostri amici e collaboratori e chiesto loro di stilare la propria classifica dei migliori album del 2014.

Ecco di seguito tre classifiche che ci fanno ripercorrere le uscite musicali più interessanti di questo 2014 pronto a salutarci entro breve.

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1 – My Favourite Faded FantasyDamien Rice: dopo 8 anni dal precende 9 torna il cantautore irlandese venuto alla ribalta nel 2002 grazie a The Blower’s Daughter -brano inserito nella colonna sonora di Closer, di Mike Nichols– ed è nuovamente un capolavoro, struggente e totale, come solo lui può.

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2 – Tough Love – Jassie Ware:  echi di una Lisa Stansfield prima maniera si rincorrono tra atmosfere sensuali degne di Sade e l’indole soul di Aaliyah. Nell’album si susseguono episodi riuscitissimi come la struggente Say You Love Me o la romantica Desire, che confermano Jassie Ware come una stella nascente di innata classe. Quello di Jessie Ware è uno spirito sensuale, che permea il suo secondo album con un’eleganza disinvolta.

3 – Me. I Am Mariah … The Elusive ChanteuseMariah Carey: Una genesi tormentata per un lavoro sull’indulgenza della memoria in cui l’ultima grande diva del pop-soul fa il punto della situazione sulla propria carriera, prendendo il meglio da ogni suo album per sfornare un nuovo masterpiece di quel che resta dell’r’n b.

4 – Ultraviolence – Lana del Rey:  meno pop-friendly di Born to Die, sembra un triste sogno ad occhi aperti. Il sound si spinge in luoghi più maturi e sfumati, meno ovvi. Un album che è una sfilata di donne in difficoltà che piangono per gli uomini che le maltrattano, ai quali però non possono resistere.

Senza titolo-25 – Hozier – Hozier: dopo un anno dalla sua uscita Take Me To The Church –una delle canzoni simbolo del 2014 assieme a Chandelier di Sia- è diventata una hit mondiale e finalmente il giovane cantautore irlandese ha potuto pubblicare il suo primo album; prende dal soul/R & B di Jackie Wilson e corre attraverso un filtro mistero sospeso tra Jeff Buckley e un tocco di Bon Iver in salsa rurale. Sensuale, decadente e irresistibile.

6 –Argonaut – Thomston – dalla Nuova Zelanda è dai tempi di Lucy Lawess che grandi bellezze non salgono alla ribalta, ma dopo l’exploit di Lorde pare chiaro che laggiù i dischi oggi li sanno fare bene. Thomston, giovanissimo e imberbe biondino, sforna un EP da favola.

7 – Broke with Expensive Taste – Azealia Banks: questa giovane rapper è una testa calda, e sicuramente non una molto furba. Ma, Broke with Expensive Taste, un album di esordio che sembrava non dover veder mai la luce, è un gioiello in grado di spazzar via tutte le rivali.

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8 – PLECTRUMELECTRUM/ Art Official Age – Prince: il cavallo matto di Minneapolis quest’anno è uscito -in contemporanea- con due album e nessuno pare essersene accorto, peccato, perché Prince è sempre ad un livello superiore. PLECTRUMELECTRUM in collaborazione con la sua girls-band, le 3rdeyegirl. Artpop.

9 – Food – Kelis: il ritorno di Kelis, quella che I hate you so much right now, con uno squisito album afro-pop. Dopo le digressioni hip-hop e dance Kelis si dimostra nuovamente un’interprete versatile con questo gioiellino di morbido r’n’b, a tratti old school, nostalgico, con la classe che al solito la contraddistingue.

10VibesTheophilus London: il rapper di Brooklyn, al suo secondo albu, si conferma un gran maestro nel mescere assieme stile e sonorità tra le più diverse e sforna uno dei migliori album hip hop di questo 2014. A tratti nostalgico e stracolmo di stile (di Karl Lagerfeld l’artwork del disco).

classifica di Lorenzo Peroni

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1 – Blueiamamiwhoam: un primo posto altamente simbolico per il progetto di Jonna Lee e Claes Björklund. Nell’anno in cui Beyoncé viene salutata come pioniera per aver rilasciato online un visual/concept album, tutti sembrano aver dimenticato la curatissima e virale campagna promozionale di iamamiwhoami, durata nove mesi per dare alla luce Blue: algido, synth, dreamy pop svedese.

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2 – Warpaint – Warpaint: medaglia d’argento per la malinconia from California delle Warpaint, responsabili d’aver partorito il singolo darkwave più interessante e sensuale dell’anno: Love is to die.

3 – Luminous – The Horrors: un bronzo che premia la parabola artistica, tanto camaleontica quanto coerente, della band che meglio rappresenta la scena alternative britannica contemporanea.

4 – The Inevitable End – Royksopp: il canto del cigno più degno di nota di quest’anno discografico. Arrivederci ai profeti della scuola Nordic. Ci mancherete, inevitabilmente.

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5– The Feast Of A Broken Heart – Hercules & love affair: perché c’è sempre bisogno di nuovi dancefloor anthems come quelli che solo Andy Butler è in grado di generare.

6 – Goddess – Banks: L’hipsteria che tutto l’anno si porta via. Perfetta sintesi musicale del contemporary r’n’b adesso tanto di moda.

7 – Present Tense – Wild Beast: empatici, enfatici e teatrali Wild Beast che rappresentano l’appiglio rassicurante dell’outsider medio, possibilmente beard oriented.

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8 – Sirens – Gorgon City: quei debutti che creano dipendenza al primo ascolto. Il canto delle Sirene responsabile dell’unico vero tormentone degno di nota di questa tornata discografica: Ready for your love feat. MNEK.

9 – The Pinkprin– Nicki Minaj: l’album hip-hop più bello e completo del 2014. Un lavoro serio, credibile, sufficientemente commerciale e mai paraculo. Insomma sorprende sia della Minaj. Peccato per quell’anaconda che rovina tutto.

10 – No Mythologies to Follow – MØ: Una festa di sonorità non caotica, dove electro-pop, neo-soul e r&b si intrecciano con gusto. Tracce migliori Don’t Wanna DanceXXX 888 (feat. Diplo).

classifica di Marco Torcasio  (journalist & music selector)

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01 – The Inevitable End – Royksopp: l’ultimo album della loro carriera e sfornano qualcosa di incredibile; un ultimo sforzo per partorire qualcosa di geniale. Una sintesi perfetta dei loro precedenti: ci sono canzoni orecchiabili come in Junior e qualcosa di più sperimentale come in Senior, …Come se avessero fatto tutti i loro album precedenti solo per arrivare a questo punto e creare questo capolavoro.

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02 – Tremors – SOHN: sorprendente!, un album basi elettroniche che si ripetono accompagnate da una voce maschile sensuale e un tappeto di tastiere: mix ideale per l’album perfetto.

03 – Ultraviolence – Lana del Rey: la faccia opposta di una stessa medaglia che ha dall’altro lato: Born To Die, sono due album praticamente identici, ma opposti.

04 – No Mythologies to Follow – MØ: finalmente un album scandinavo che non è la brutta copia di un lavoro a caso di Robyn.

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05 – LP1 – FKA twigs: un album enigmatico, nessuno riesce a definirlo in una categoria precisa però non, misteriosamente, è un album molto a fuoco, come se avessi un’etichetta sulla punta della lingua ma non riesci ad attribuirgliela. Lascia perplessi, ma non si può farne a meno.

06 – Night Time, My Time – Sky Ferreira: è un album ribelle, a partire dalla copertina, con un sound che non ha tempo, un po’ anacronistico, un po’ punk. Praticamente è l’album che avrebbe voluto fare Charli XCX.

07 – Aquarius – Tinashe: Se non è stata lei l’icona che ha riportato in auge l’R&B quest’anno allora chi? Gli interlude rendono l’album molto fluido, impossibile poi restare fermi su canzoni come Bet o Feels Like Vegas; è un album seducente (come lei).

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08 – Little Red – Katy B: l’album è costante, elettronico e chiaro.

09 – New Eyes – Clean Bandit: la band rivelazione dell’anno. Mix di elettronica a e arrangiamenti strumentali. New Eyes è un esperimento riuscito. Con praticamente il 70% delle collaborazioni di artisti UK che spopoleranno l’anno prossimo non si poteva che amarlo.

10 –Trouble In Paradise – La Roux: l’album estivo per eccellenza. Lei non si è scomposta più di tanto: semplicità e leggerezza i suoi punti forti,

classifica di Domenico Nacucchi

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