Torna visibile la Sala dell’Ermafrodito della Galleria degli Uffizi, chiusa dall’autunno 2014 per realizzare il nuovo allestimento che comprende anche un grande dipinto, l’Allegoria di Jacopo Ligozzi, oggetto di una recente donazione.
Le pareti sono state tinteggiate dello stesso rosso cremisi che connota la Sala di Michelangelo e gli ambienti dedicati alla pittura del Cinquecento, al primo piano di ponente della Galleria.
Intorno alla gran tela di Ligozzi sono esposte opere pertinenti allo spirito di Francesco, del quale è presente un ritratto, opera d’artista fiorentino, databile al 1570 circa. Gli fa pendant il Ritratto di Gabrielle d’Estrées con una delle sorelle: lirico esempio della sensibilità raffinata e insieme spregiudicata dell’École de Fontainebleau.
“Sono particolarmente lieta della donazione della grande tela dipinta di Ligozzi – ha affermato Paola Grifoni, Segretario regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana – che, oltre a arricchire le collezioni della Galleria degli Uffizi, ha spinto il museo, con il fondamentale sostegno degli Amici degli Uffizi che ringrazio, a realizzare il nuovo allestimento della Sala 38, intitolata alla nota scultura dell’Ermafrodito”.
“Il dono che Jean-Luc Baroni fa agli Uffizi d’una lirica e monumentale tela di Jacopo Ligozzi – ha aggiunto Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – è di spicco assoluto giacché, al di là d’ogni altra qualità, la sua Allegoria è storicamente connessa al collezionismo mediceo; e al collezionismo d’un tempo che quasi collima con l’apertura della Tribuna buontalentiana; ch’è come dire con le origini della Galleria medesima e col luogo più emblematico della cultura di Francesco I. Questa è la ragione per cui s’è pensato di tingere di rosso la Sala dell’Ermafrodito e di riservare alla tela donata una collocazione di assoluto riguardo, contornata da dipinti di gusto affine”.
- Scheda del dipinto:
JACOPO LIGOZZI Verona 1547 – Firenze 1627
Allegoria della Virtù salvata da Amore dall’aggressione dell’Ignoranza e del Pregiudizio
metà del nono decennio del XVI secolo
olio su tela
Inv. 1890, n. 10637
cornice del XXI secolo
Sullo sfondo di una parete rocciosa fiorita e bagnata da un ruscello, la Virtù cerca di liberarsi dall’Ignoranza (la donna con orecchie d’asino), e dal Pregiudizio (l’anziana con ali membranose alle spalle e a coda di gufo alle tempie), aiutata da Amore. Nel 1588 il quadro era nel Casino di San Marco fra i beni dell’eredità di Francesco I e Bianca Cappello; nel 1765 figurava in palazzo Galli Tassi e nel 1863 nell’Arcispedale di Santa Maria Nuova, che alienò il dipinto nel 1865. Il tema allegorico è congeniale al pittore che lavorò per Francesco come illustratore scientifico e che sovrintese alla decorazione della Tribuna.
Dono di Cristina e Jean Luc Baroni in memoria del padre Giancarlo – 2014