Con in tasca il titolo di “Maestro Domenigo” e la sete di conoscenza per un’arte ancora sconosciuta, Domínikos Theotokópoulos (1541-1614) lascia la nativa Candia per partire alla volta di Venezia. È così che ha inizio il viaggio nelle città italiane del giovane El Greco raccontato alla Casa dei Carraresi di Treviso.
El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio – a cura di Lionello Puppi con il contributo di Serena Baccaglini – è una retrospettiva inedita frutto di ricerche condotte per oltre 50 anni su uno degli artisti più influenti della storia dell’arte. Figure dalle forme allungate, eteree, quasi spettrali, caratterizzate da forti contrasti cromatici e impetuosi giochi di luci animano le opere dell’artista esposte a Treviso fino al 10 aprile 2016.
Le prime sale del percorso espositivo sono dedicate alle preziose icone realizzate dal pittore di Toledo nel periodo giovanile e all’inizio della sua metamorfosi non solo figurativa ma anche religiosa. Mossi i primi passi nella bottega cretese del maestro Damaskinós – permeata dalla tradizione iconica bizantina – con il tempo El Greco si avvicina allo stile e all’iconografia della pittura occidentale. Prova di questo è il San Demetrio (1565-66), una tavoletta di recentissima attribuzione nella quale la presenza delle cariatidi che adornano il trono, l’espressività del santo e il drappeggio della veste, sottolineano uno stile innovativo rispetto alle Icone dello stesso periodo.
Durante gli anni veneziani, El Greco ha modo di conoscere e confrontarsi con i grandi artisti del Rinascimento veneto: ne sono un esempio opere in mostra come il San Francesco che riceve le stimmate (1570-71) in dialogo con quello realizzato da Tiziano negli anni ’20. Anche l’Annunciazione (1575) si presenta come chiaro rimando a quella realizzata dal maestro cadorino appartenente al Duomo di Treviso, paese non passato in osservato all’occhio di El Greco. L’affinità nella scelta cromatica e nei soggetti dei Dal Ponte (detti Bassano) è invece tangibile nelSoplón, più volte riproposto dal maestro di Icone.
Ben diverso è lo scenario in opere come la Guarigione del cieco (1573-74): lo scorgersi in lontananza delle Terme di Diocleziano confermano la presenza dell’artista nell’Urbe. Nelle SacreConversazioni si avverte invece l’influenza del Parmigianino, ammirato da Theotokópoulos durante il soggiorno nel Ducato di Parma. L’iconografia cattolica è poi presente in diversi capolavori in mostra come nella Maddalena (1575-77) del Museo di Montserrat realizzata da El Greco poco prima della partenza per Toledo. L’ultima sezione della mostra volge invece lo sguardo al contemporaneo. Portato a conoscenza internazionale in epoca Ottocentesca grazie al Louvre e alla riscoperta degli spagnoli, l’artista visionario sconvolse personalità quali Manet, Cézanne, Modigliani, Chagall, Giacometti e molti altri. Le Crocefissioni di Bacon e il disegno su cartone de Les Demoiselles d’Avignon (1958) di Picasso rappresentano un particolare contatto con l’arte di El Greco, perché – per dirla con le parole del suo amico Fra’ Ortensio Paravicino – “il suo genio eccezionale ammireranno, non imiteranno le età future”.
INFORMAZIONI UTILI
El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio
Museo Casa dei Carraresi, Treviso
24 ottobre 2015 – 10 aprile 2016
Mai stato a Treviso.